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Vienna 2015

Cosa prevede l'accordo sul nucleare con l'Iran

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14 ottobre 2017 | 10.30
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Una vera e propria maratona durata almeno 13 anni. Così si può definire l'accordo sul programma nucleare iraniano, 'bocciato' ufficialmente da Donald Trump che ieri si è detto pronto ad abbandonarlo "in qualsiasi momento". Secondo il Presidente degli Stati Uniti, infatti, l'Iran "non rispetta lo spirito dell'accordo".

Dopo anni di negoziati ed estenuanti trattative, l'accordo è stato raggiunto il 14 luglio del 2015 a Vienna, siglato da Teheran e dai Paesi del cosidetto 5+1 ovvero i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto - Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina - più la Germania. Letto da molti come un'opportunità storica di riavvicinamento tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti, l'accordo sul nucleare iraniano è un documento formato da 100 pagine e 5 allegati. Il punto principale dell'intesa è la rimozione delle sanzioni internazionali imposte all'Iran. L'accordo prevede che le sanzioni vengano "eliminate e non solo sospese".

Il testo prevede l'eliminazione delle sanzioni in cambio di una serie di restrizioni al programma nucleare e in seguito alla verifica da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) del rispetto da parte dell'Iran degli impegni presi a Vienna. Teoricamente il documento prevede la rimozione "immediata" delle sanzioni, ma in pratica sono necessari prima una risoluzione Onu e poi un certo periodo di tempo per permettere all'Aiea di verificare che Teheran rispetti i patti.

Firmando l'accordo, dal canto suo l'Iran ha accettato una moratoria di 15 anni sull'arricchimento dell'uranio al di sopra del 3,67% e la riduzione del numero di centrifughe, che non deve essere superiore a 5.060.

L'accordo di Vienna prevede inoltre la modifica del reattore ad acqua pesante di Arak, in modo tale da non poter produrre plutonio a sufficienza per la bomba nucleare.

In base all'accordo, infine, l'Aiea può condurre ispezioni anche nei siti militari, come quello di Parchin, ma senza un automatismo. E' necessario cioè il via libera di Teheran.

Per 5 anni dalla firma dell'accordo di Vienna, resta in vigore l'embargo Onu sulle armi e per 8 anni quello sui missili balistici.

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