Il gigante asiatico deve fare i conti con le conseguenze dell'invasione della Russia all'Ucraina, la strategia 'zero Covid' ma anche sulla politica nei confronti di Taiwan
La Cina, il Paese di mezzo. Gli occhi del mondo puntati su Pechino, sede del XX Congresso nazionale del Partito comunista cinese in attesa di scoprire dove va la Cina nei prossimi cinque anni. Xi Jinping si avvia a consolidare ulteriormente il suo potere, va verso un terzo mandato da leader, da segretario generale del Partito con più di 96 milioni di membri. Controllo del partito, dello Stato, dei militari. Restando al potere a 69 anni Xi 'violerebbe' la regola non scritta sul limite di età che prevede che gli alti funzionari che hanno 68 anni vadano in pensione al momento del Congresso.
Il Congresso - appuntamento cruciale per la politica cinese che si tiene ogni cinque anni - si apre con il segretario generale che legge la relazione di lavoro che 'sintetizza' i risultati ottenuti dal Partito negli ultimi cinque anni e indica la direzione per i prossimi cinque. Gli occhi sono puntati sulla politica 'Zero Covid' su cui continua a insistere il gigante asiatico, con le conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina e le fragilità della sua economia ma anche su Taiwan, l'isola di fatto indipendente che Pechino vuole "riunificare".
Si riuniscono circa 2.300 membri del Partito, i 'delegati', che arrivano da tutto il gigante asiatico. Sono i vertici del Partito, ma anche funzionari delle amministrazioni provinciali, ufficiali militari, professionisti e rappresentanti della 'base', contadini e operai. Poco più di un quarto dei partecipanti sono donne, mentre circa l'11% - secondo i dati diffusi in vista dell'appuntamento e rilanciati dalla Cnn - rappresenta le minoranze etniche.
Circa 400 dei delegati al Congresso nazionale fanno parte del Comitato centrale, che a sua volta comprende anche i 25 del Politburo e del suo Comitato permanente. Durante il Congresso i delegati si esprimeranno per un nuovo Comitato centrale, che sceglie i membri del Politburo.
Subito dopo la conclusione del Congresso, il nuovo Comitato centrale si riunirà per la sua prima plenaria, occasione per la scelta del Politburo e del Comitato permanente. Quelle sui vertici, sottolineano gli osservatori, sono decisioni che solitamente vengono prese durante mesi di trattative segrete tra i vertici del Partito, scelte ben definite prima dell'inizio del Congresso. E, evidenzia la Cnn, si ritiene che Xi abbia in gran parte eliminato i suoi rivali.
Dopo la scelta da parte del Comitato centrale, i nuovi vertici del Partito entrano nella Grande Sala del Popolo, in ordine di importanza, e come nel 2017 Xi dovrebbe essere il primo - da segretario generale riconfermato - per poi presentare gli altri membri del nuovo Comitato permanente.
Su di loro si concentreranno gli osservatori perché è dai quei nomi che si capirà se Xi ha dovuto fare concessioni o se il suo è un potere assoluto in una Cina che nel 2018 ha abolito il limite dei due mandati per il presidente. E sul limite di età Xi potrebbe fare eccezioni per i suoi alleati nel Politburo o anche abbassare l'età pensionabile per altri in modo da estrometterli.
Lo scorso novembre il sesto plenum del XIX Comitato centrale del Partito ha spianato la strada a Xi - presidente, segretario generale del Pcc e capo della potente Commissione militare centrale - con una risoluzione sulla storia.