Da guru della cultura svedese a presunto molestatore sessuale di artiste e scrittrici. Soprannominato dalla stampa locale 'Il Weinstein di Svezia', il regista e fotografo franco-svedese Jean-Claude Arnault, marito della poetessa e membro dell'Accademia svedese Katarina Frostenson, è finito al centro dell'enorme scandalo che ha investito l'istituzione svedese. Nato a Marsiglia, classe 1946, Arnault si è trasferito in Svezia circa una quarantina di anni fa ed è diventato rapidamente un personaggio chiave del mondo culturale svedese. Tanto da essere ribattezzato dai media "kulturprofilen" ("profilo culturale").
E proprio il potere e la fama acquisiti nel tempo sarebbero all'origine di alcuni atteggiamenti 'spregiudicati' nei confronti di artiste e scrittrici. Lo scorso novembre ben 18 donne, ispirate dalla campagna #MeToo, lo hanno accusato di aggressione e molestie sessuali. Tra le vittime anche Victoria, la principessa ereditaria svedese, che sarebbe stata molestata da Arnault durante una festa a Stoccolma nel 2006. Tuttavia al momento non è stata presentata alcuna denuncia e l'indagine preliminare aperta sul caso è terminata il mese scorso con l'archiviazione a causa della mancanza di prove e della prescrizione per alcuni reati.
Intanto Arnault è finito sotto accusa per altre due vicende: secondo le voci trapelate sulla stampa estera, in più di un'occasione il fotografo avrebbe fatto trapelare all'esterno i nomi di futuri vincitori del Premio Nobel e la sua società culturale, la Forum, avrebbe ricevuto fondi in maniera irregolare. Lui ha sempre respinto tutte le accuse. La stessa Accademia svedese è stata criticata per aver consapevolmente chiuso un occhio sulle sue azioni. Eppure c'è chi, all'interno dell'istituto, si è lasciato sfuggire un commento sopra le righe: "Tutto il mondo lo sa. Ma se comincio a parlare distruggo tutto".