Scambi di accuse, minacce, proteste in piazza. Si aggrava la crisi tra Russia e Ucraina. A far esplodere la miccia è stato lo scontro navale avvenuto domenica scorsa nello stretto di Kerch che ha portato al sequestro di tre navi da parte delle forze russe e al ferimento di alcuni marinai ucraini. La risposta di Kiev è stata l'introduzione della legge marziale per 30 giorni a partire da domani nelle regioni al confine con la Russia e nell'area del Mar Nero. Per il Cremlino la decisione presa dal Parlamento ucraino può rappresentare un rischio di escalation. Le tensioni sono progressivamente aumentate negli ultimi mesi nei mari al largo della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. L'incidente di domenica è il più grave. Ma cosa è successo?
COSA È SUCCESSO - Domenica scorsa due navi militari ucraine e un rimorchiatore, provenienti dal mar Nero, stavano navigando attraverso lo Stretto di Kerch con l'intenzione di raggiungere il mare di Azov quando, secondo le accuse di Kiev, la Russia avrebbe speronato una delle sue navi e poi aperto il fuoco ferendo alcuni marinai. Secondo Mosca le navi ucraine, che sono state sequestrate, hanno violato le acque territoriali russe, Kiev parla invece in relazione a quanto accaduto di una flagrante violazione del diritto internazionale citando anche un trattato Russia-Ucraina del 2003 sull'accesso libero allo stretto di Kerch e al mare di Azov. Proteste violente si sono registrate ieri in Ucraina davanti alle sedi diplomatiche russe.
QUANTO E' GRAVE LA SITUAZIONE - L'incidente di domenica, riferisce la Bbc, è lo scontro più pericoloso nel mare al largo della Crimea avvenuto da quando la Russia ha annesso la penisola nel 2014. Mosca ha interrogato ieri i marinai ucraini bloccati dopo il sequestro delle tre imbarcazioni. Gli interrogatori sono stati condotti da uomini dell'Fsb, l'intelligence 'erede' del Kgb. E oggi la corte di Simferopoli ha disposto la custodia cautelare per 12 di loro. I 12 marinai - tra i quali l'agenzia Tass inserisce anche Roman Mokryuk, comandante della motovedetta Berdiansk - rimarranno in custodia per due mesi in attesa del processo, nel quale dovranno difendersi dall'accusa di aver varcato illegalmente il confine. Gli altri 12 militari dovrebbero comparire in aula in tempi brevi.
MOSCA DIFFONDE 'CONFESSIONI' MARINAI - Mosca ha diffuso i video in cui tre dei marinai ucraini che si trovavano a bordo delle navi di Kiev attaccate e sequestrate dalle forze russe nello stretto di stretto di Kerch ammettono lo sconfinamento in acque territoriali russe. In particolare un ufficiale, Volodymyr Lisovyi, afferma di essere consapevole del fatto che la mossa dell'Ucraina era una "provocazione". Il capo di stato maggiore della Marina ucraina, Ihor Voronchenko, ha detto alla tv ucraina che i suoi uomini sono stati costretti a fare queste dichiarazioni false. "Conosco i marinai del Nikopol, sono sempre stati onesti e professionali e quello che hanno detto ora non è vero". In particolare Andriy Drach ha raccontato: "Siamo stati avvisati dagli ufficiali di frontiera della Federazione Russa che stavamo violando la legge russa, ci hanno chiesto ripetutamente di lasciare le acque territoriali della Federazione Russa". Lisovyi, che era al comando di un'unità navale, ha affermato di aver "deliberatamente ignorato le richieste" dei russi. Il capo dei servizi segreti ucraini, Sbu, Vasyl Hrytsak, ha confermato poi che vi erano a bordo delle navi suoi agenti, come hanno denunciato i russi, ma che si trattava di una "missione di contro spionaggio di routine", missioni che vengono condotte regolarmente anche dalle navi russe.
Il Parlamento ucraino ha intanto dato il via libera ieri il decreto del presidente Petro Poroshenko per introdurre la legge marziale per 30 giorni a partire da domani. Il decreto, approvato con 276 voti a favore e 30 contrari, si applica alle regioni al confine con la Russia e all'area del Mar Nero.
QUALI SONO I RISCHI - Il rischio, scrive la Bbc, è che le tensioni nell'est dell'Ucraina possano intensificarsi. I separatisti filo-russi hanno armi pesanti russe, mentre l'Ucraina ha ricevuto aiuti dall'Occidente. La Russia ha aperto un ponte sullo stretto di Kerch quest'anno, stringendo la sua presa sulla Crimea. La Russia ora controlla regolarmente le navi ucraine nel Mar d'Azov, imponendo costi extra all'Ucraina. L'area è vitale per l'economia ucraina: acciaio, grano e altri prodotti passano di lì. Lo scontro mette anche in luce i rischi nelle acque contese al largo della Crimea.
NATO - "La Nato sta con l'Ucraina - si legge in una dichiarazione del Consiglio Nord Atlantico - I membri della Nato invitano la Russia a garantire un accesso senza ostacoli ai porti ucraini e consentire la libertà di navigazione. Non c'è alcuna giustificazione per l'uso della forza militare da parte della Russia contro navi e personale navali ucraini. Chiediamo alla Russia di liberare i marinai ucraini e le navi sequestrate, senza indugio. Invitiamo alla calma e al controllo". "Ribadiamo il nostro pieno sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini e le acque territoriali internazionalmente riconosciuti. Condanniamo fermamente l'annessione illegale e illegittima della Crimea da parte della Russia, che non riconosciamo e non riconosceremo - prosegue la dichiarazione - La costruzione da parte della Russia e l'apertura parziale del ponte sullo stretto di Kerch rappresentano un'altra violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. La Nato sta con l'Ucraina e continuerà a fornire sostegno politico e pratico al Paese nel quadro della nostra cooperazione esistente. La Nato continuerà a monitorare la situazione".