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San Pietroburgo, 2 arresti: c'è la donna che ha portato statuetta-bomba

La confessione della 26enne Darya Trepova durante l'interrogatorio. Il marito: "E' stata incastrata"

(Fotogramma)
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03 aprile 2023 | 09.38
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Una seconda persona è stata arrestata in relazione all'attentato a San Pietroburgo in cui ha perso la vita il blogger militare Vladlen Tatarsky. Lo riferisce il sito d'informazione russo 'The Insider', spiegando di aver appreso la notizia da Dmitry Rylov, il marito di Darya Trepova, la 26enne arrestata in quanto principale sospettata per l'omicidio.

Secondo Rylov, le autorità hanno arrestato Dmitry Kasintsev, suo amico e proprietario dell'appartamento dove Trepova è stata arrestata. Le autorità russe non hanno ancora confermato l'arresto. Il canale Telegram Shot ha pubblicato un video del presunto arresto di Kasintsev mostrando un gruppo di agenti in borghese portare via un uomo in manette.

DARYA TREPOVA - In un video dell'interrogatorio condotto dalle forze di sicurezza russe e postato sul sito del ministero degli Affari interni di Mosca, Darya Trepova ammette di aver consegnato una statuetta esplosiva al 40enne filo-putiniano. Alla domanda sul motivo per cui era stata arrestata, Trepova ha risposto: ''Direi, per essere stata sulla scena dell'omicidio di Vladlen Tatarsky. Ho portato lì questa statuetta, che è esplosa".

Una confessione che tuttavia non convince il marito della donna, Dmitry Rylov, che ritiene che la moglie "possa essere stata incastrata". "Darya non è una estremista, anche se era contro la guerra e per aver partecipato a una protesta era stata fermata il 24 febbraio dello scorso anno", ha spiegato l'uomo che farebbe parte del Partito libertario, un gruppo di opposizione. "E' vero che nessuno di noi due siamo a favore della guerra in Ucraina, ma riteniamo che azioni come quella di ieri siano inammissibili. Sono certo al 100 per cento che non avrebbe mai acconsentito a una cosa come questa, se ne fosse stata al corrente", ha precisato.

Nata a San Pietroburgo il 16 febbraio 1997, Trepova è stata arrestata nell'appartamento che aveva preso in affitto nel quartiere Pushkinsky a marzo, dopo essersi trasferita nella città portuale russa da Mosca, ha reso noto il sito di notizie locali Fontanka. Secondo altri siti di notizie della città, Shot e 112, l'appartamento si trova a soli cinque minuti a piedi dal locale in cui Tatarsky ieri è stato ucciso. Secondo Shot, la 26enne ieri è andata a casa a cambiarsi abiti dopo l'attentato.

Fermate anche la madre e la sorella, ma fonti del ministero dell'Interno precisano che le familiari di Trepova "non sono detenute". "Stiamo conducendo interrogatori - aggiungono - sulla base dei risultati di questi, assumeremo una decisione sulla loro posizione".

I media russi ieri hanno riportato che ad uccidere Tatarsky, il cui vero nome era Maksym Fomin, sarebbe stato un ordigno nascosto in una statuetta che una donna, presentatasi come una artista di nome Nastya, ha donato al blogger poco prima dello scoppio. Secondo le prime informazioni fornite dagli inquirenti, sarebbero stati utilizzati almeno 200 grammi di esplosivo. Fomin, seguito su Telegram da oltre 560mila persone, era noto per le sue posizioni filo-Putin e per l'appoggio totale all'invasione dell'Ucraina ed era apparso come ospite del gruppo pro guerra chiamato Cyber Front Z.

E' intanto salito a 32 il numero delle persone rimaste ferite nell'esplosione. Tra i feriti, di cui 10 in modo grave, vi è anche un 14enne. L'esplosione ha devastato il locale, distruggendo anche le vetrate. Secondo informazioni riportate da Anton Gerashenko, consigliere del ministero dell'Interno ucraino, il locale sarebbe stato riconducibile in passato a Yevgheny Prigozhin, capo dei mercenari della Wagner.

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