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Biden presidente, è il giorno del giuramento

Oggi l'Inauguration Day per l'erede di Trump. La diretta video grazie alla partnership Adnkronos-Washington Post

(Afp)
(Afp)
20 gennaio 2021 | 12.48
LETTURA: 7 minuti

Joe Biden, è il giorno dell'insediamento alla presidenza degli Stati Uniti. Un Inauguration Day diverso, dal momento che la pandemia di coronavirus e il clima da guerra civile che ha avvolto Washington nelle ultime settimane hanno imposto l'allestimento di una cerimonia in tono minore, rispetto alla tradizione.

I sondaggi indicano come oltre il 60% approva il modo in cui il presidente eletto ha gestito la difficile transizione con Donald Trump che si è rifiutato fino all'ultimo di accettare la sconfitta, fino all'assalto del Congresso da parte dei suoi sostenitori.

Secondo un sondaggio Gallup, il 68% degli americani approva la transizione di Biden, con quattro americani su 10 che definiscono le nomine che ha fatto per la sua amministrazione "straordinarie" o "sopra la media". Anche un analogo rilevamento pubblicato dalla Cnn ha registrato che il 66% degli americani appoggia il modo in cui il presidente eletto ha gestito questi mesi difficili. Mentre il 70% degli americani disapprova il comportamento di Trump dalle elezioni ad oggi. Gallup sottolinea che Biden inizia la sua presidenza con un'approvazione maggiore di quella che non solo aveva Trump nel 2016 ma anche Barack Obama nel 2008.

I primi ordini esecutivi di Biden

Dallo stop alla realizzazione del muro anti-migranti al confine con il Messico, al rientro degli Stati Uniti nell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Dal ritorno nell'Accordo di Parigi sul clima, alla revoca del 'muslim ban'. Sono questi alcuni degli ordini esecutivi che il presidente Biden firmerà subito dopo la cerimonia di insediamento a Washington, come fa sapere in una nota il suo staff.

"Il presidente eletto Biden agirà non solo per cancellare i danni più gravi dell'Amministrazione Trump, ma anche per iniziare a far avanzare il nostro Paese. Queste azioni sono audaci, iniziano il lavoro per realizzare le promesse fatte dal presidente eletto Biden al popolo americano e, cosa importante, rientrano nel ruolo costituzionale del presidente", si legge nella nota.

Tra i provvedimenti che Biden prenderà immediatamente dopo l'inaugurazione ci sarà quello di chiedere agli americani di indossare la mascherina per i primi 100 giorni del suo mandato. Sempre nell'ambito della lotta al Covid-19, Biden fermerà il processo di ritiro della precedente Amministrazione dall'Oms, un'organizzazione definita "essenziale" nel contrasto alla pandemia.

Biden, inoltre, firmerà il rientro nell'Accordo di Parigi. L'atto sarà depositato già oggi presso le Nazioni Unite e gli Stati Uniti ne faranno ufficialmente di nuovo parte tra un mese. "Gli Stati Uniti torneranno in grado di esercitare la leadership globale nel portare avanti gli obiettivi dell'Accordo", si legge nel comunicato.

Il presidente eletto firmerà quindi un ordine esecutivo per porre fine al cosiddetto 'muslim ban', uno dei provvedimenti chiave della politica per l'immigrazione di Trump. La misura attualmente in vigore limita l'accesso negli Usa per motivi di sicurezza ai cittadini provenienti da Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen, oltre a quelli provenienti dal Venezuela e dalla Corea del Nord.

Biden, infine, annuncerà lo stop alla costruzione del muro anti-migranti al confine con il Messico, dichiarando la cessazione immediata della dichiarazione di emergenza nazionale che fu usata come "pretesto" per finanziare il muro.

La diretta video della cerimonia

La diretta video della cerimonia sul sito Adnkronos grazie alla partnership con il Washington Post


Parata di star a insediamento Biden, Trump furioso

Nel suo ultimo giorno da presidente Donald Trump è apparso "particolarmente arrabbiato" per il fatto che all'inaugurazione di Joe Biden parteciperanno celebrities della portata di Lady Gaga, Jennifer Lopez e Tom Hanks. Mentre, ricorda il Washington Post che ha rivelato la notizia, attori e cantanti di primo piano snobbarono la sua cerimonia di insediamento, e poi qualsiasi evento pubblico dei suoi quattro anni di mandato.

Da sempre protagonista del jet set e delle cronache mondane di New York, diventando il conduttore del reality show di successo 'The Apprentice', Trump ha poi spesso partecipato e organizzato eventi pieni di star e celebrità. Per esempio per il suo matrimonio con Melania, nel 2005, avevano cantato Elton John e Billy Joel. Ma con la sua discesa in campo come campione della destra anti liberal e anti immigrati, Hollywood e i principali artisti americani hanno subito preso le distanze da lui e dalla sua presidenza.

E ora, secondo la ricostruzione del Post sulla base di fonti informate, il programma pieno di celebrities dell'insediamento di Biden è un altro motivo della rabbia e delle recriminazioni - contro i collaboratori ingrati, contro il mondo del business che lui ha aiutato con le sue politiche, contro i membri del partito repubblicano - con cui Trump conclude il suo mandato presidenziale.

Curiosità

Non più camere separate. A differenza dei Trump, i Biden condivideranno la stessa camera da letto alla Casa Bianca, riferisce la Cnn, un dettaglio privato che dice molto sulla differenza fra le due coppie.

L'allestimento della camera da letto del nuovo presidente, con reti e materassi nuovi, è sempre una delle priorità del rapido trasloco che il personale della Casa Bianca, fra cui veterani di diverse amministrazioni, è abituato a fare nelle poche ore a disposizione.

I Trump hanno sempre avuto camere separate. Melania aveva scelto una suite usata da molte coppie presidenziali come camera da letto, vicino alla West sitting hall. Mentre Donald, che di notte ama guardare la tv e, a giudicare dall'orario dei suoi tweet, è un insonne, aveva una camera usata come studio dai suoi predecessori.

I giuramenti più insoliti e drammatici

Per Biden sarà un Inauguration Day diverso, si diceva. Ma il 46esimo presidente degli Stati Uniti può consolarsi, pensando a come alcuni suoi predecessori si siano anch'essi trovati ad affrontare situazioni altrettanto insolite.

E' il caso di Ronald Reagan, che fu costretto ad annullare la cerimonia di insediamento per il suo secondo mandato presidenziale, nel gennaio del 1985, a causa delle temperature polari che avvolsero Washington. Il presidente, affiancato dalla first lady Nancy, prestò il giuramento all'interno della Rotunda, sotto la cupola del Campidoglio, davanti a poche centinaia di persone, rispetto alla folla di 140mila americani che si erano assicurati il biglietto per assistere alla cerimonia all'aperto.

Il National Weather Service aveva annunciato per la mattina una temperatura di 2 gradi sotto lo zero, che a causa del vento sarebbe stata percepita come -23 gradi. Reagan spiegò che i medici e gli esperti militari gli avevano sconsigliato di mantenere il programma originario, perché in quelle condizioni di freddo c'era il rischio di gravi danni alla salute per il pubblico, i soldati e gli altri partecipanti alla cerimonia.

Altro giuramento 'diverso' fu quello di Calvin Coolidge, il 30esimo presidente Usa, che avvenne intorno alle 2.30 del mattino del 4 agosto del 1923, nella sua casa di famiglia nel Vermont. Coolidge, allora vice presidente, si trovava in vacanza a Plymouth Notch, quando venne raggiunto dalla notizia della morte del presidente Warren Harding. Le cronache dell'epoca riferirono che Coolidge prestò giuramento sotto la luce di una lampada a kerosene, alla presenza del padre, che era un notaio, posando la mano sulla Bibbia di famiglia.

Più movimentata fu la cerimonia di insediamento di Dwight Eisenhower, il 20 gennaio del 1953. Il presidente venne letteralmente 'preso al lazo' da un cowboy, Montie Montana, che a cavallo prendeva parte alla parata che sfilava davanti al palco presidenziale. Giunto davanti ad Eisenhower, Montana chiese al presidente il permesso di lanciare il lazo. Eisenhower acconsentì e si alzò in piedi e Montana, che era comparso in alcuni film western con John Wayne, riuscì a centrarlo al secondo tentativo, da una distanza di circa 5 metri. La folla sembrò apprezzare molto il fuori programma, un po' meno gli agenti del Secret Service.

L'Inauguration Day fu invece fatale a William Henry Harrison, il 9° presidente degli Stati Uniti. Harrison, che prestò giuramento il 4 marzo del 1841, stabilì due record: quello per il discorso inaugurale più lungo della Storia, un'ora e 40 minuti; e quello per la Presidenza più breve. Secondo le cronache dell'epoca, sebbene le temperature fossero basse, Harrison si ostinò a pronunciare il suo discorso sotto la pioggia e senza un cappotto. Il presidente non si cambiò di abito per assistere alla parata e con gli stessi abiti zuppi trascorse diverse ore fuori dalla Casa Bianca a salutare il pubblico. Harrison finì per prendersi un raffreddore che in seguito si tramutò in polmonite. Morì 31 giorni dopo.

Il giuramento più drammatico della Storia Usa, almeno di quella recente, rimane comunque quello di Lyndon Johnson, il 22 novembre del 1963, poche ore dopo l'assassinio di John Kennedy a Dallas. Il momento raccontato da una celebre immagine che ritrae Johnson prestare giuramento nell'ufficio dell'aereo presidenziale, nelle mani del giudice Sarah Hughes. Accanto a lui, tra gli altri, la vedova di Kennedy, Jacqueline, con indosso lo stesso vestito, macchiato di sangue, che aveva al momento dell'uccisione del marito.

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