Il vertice Nato al via oggi un esame determinante, venerdì può diventare la giornata chiave
Settimana difficile e cruciale per il presidente Joe Biden e il suo staff. Una settimana "atroce", la definisce il sito Axios. "Disagio" è la parola scelta da una fonte della Cnn per descrivere l'umore di questi giorni. Tra chi esorta l'81enne presidente ad abbandonare la sfida contro Donald Trump e la corsa in vista dell'Election day di novembre, tra chi - fra i donatori - minaccia di chiudere i rubinetti e le voci sulle condizioni di salute.
Fra gli osservatori, chi guarda alle prossime due settimane evidenzia come abbiano tutti gli ingredienti per avere conseguenze storiche. Dal vertice Nato a Washington - che si apre oggi mentre in Ucraina il conflitto va avanti da oltre due anni, scatenato dall'invasione russa - alla fine dell'attesa sul nome del 'running mate' di Trump, che punta a tornare alla Casa Bianca, 'forte' del flop di Biden al dibattito televisivo del 27 giugno. E' quello il giorno in cui è iniziata la 'battaglia' del presidente per la sua sopravvivenza politica.
Per dimostrare che ha tutte le carte in regola è perfetto il palcoscenico del vertice Nato, con 32 Paesi alleati. Ma è alto il rischio di passi falsi che potrebbero evidenziare il declino cognitivo di cui tutti parlano. E che la Casa Bianca nega con forza. Giovedì pomeriggio è attesa la conferenza stampa di Biden, dopo l'intervista di venerdì scorso alla Abc che non ha fatto rientrare i timori tra i Dem. "E' spacciato", ha detto un deputato ad Axios. E la conferenza sarà l'ennesimo test per Biden, un presidente al quale anche il New York Times ha chiesto il passo indietro.
C'è chi dice che sarà venerdì la giornata cruciale e Sky News azzarda, come "possibilità più drammatica" da non escludere tra ciò che potrebbe accadere in questo mese di luglio, per quanto possa sembrare 'straordinario', anche quella del ritiro di Biden dalla corsa alla presidenza e delle dimissioni da presidente degli Stati Uniti.
Un'opzione che porterebbe la vice presidente Kamala Harris alla presidenza e a diventare la candidata Dem alle elezioni di novembre. Una 'via' sostenuta da valutazioni anche economiche perché i milioni di dollari di finanziamenti elettorali nelle casse dei Dem sono destinati alla campagna Biden-Harris e solo lei ha accesso automatico a questi fondi. Intanto, secondo responsabili della campagna elettorale del presidente, Biden ha avuto un fine settimana "positivo" lontano da Washington e a Philadelphia ha avuto più testimonianze di sostegno che di avversione.
Ieri per la prima volta dal dibattito del 27 giugno sono tornati a Capitol Hill i membri di Camera e Senato. All'interno della Casa Bianca le persone più vicine a Biden sono quelle che più insistono sul fatto che possa superare la 'tempesta' ed è all'esterno che c'è molto più pessimismo, osserva Axios. Mentre per la Cnn anche molti all'interno della Casa Bianca sono in preda ad ansia e disagio.
Secondo la rete americana, altre voci si sono levate per sollecitare un passo indietro da parte di Biden durante la riunione dei deputati convocata ieri dal leader dei democratici alla Camera, Hakeem Jeffries. Annullata, secondo Axios, quella dei senatori democratici. Biden, intanto, a Msnbc sfida apertamente il suo partito: "Chi mi vuole fuori, si candidi alla presidenza".
In queste ore, poi, non bisogna smettere di guardare alla cerchia ristretta del presidente, la moglie Jill, la sorella Valerie, il figlio Hunter e i consiglieri politici più vicini a Biden. Manca più di un mese alla convention del Partito democratico, che si terrà a Chicago nella seconda metà di agosto. Per ora, riflettori puntati su Washington, il futuro politico del presidente è in bilico.