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Assalto al Congresso Usa, commissione 6 gennaio: "Trump sia incriminato"

Voto all'unanimità per raccomandare al dipartimento di Giustizia di incriminare l'ex presidente per incitamento all'insurrezione e altri crimini

(Afp)
(Afp)
19 dicembre 2022 | 21.01
LETTURA: 3 minuti

La commissione della Camera per l'assalto al Congresso Usa ha votato all'unanimità per raccomandare al dipartimento di Giustizia di incriminare Donald Trump per incitamento all'insurrezione e altri crimini relativi ai fatti del 6 gennaio. Secondo il rapporto della commissione, Trump ha "influenzato e cercato di bloccare un processo ufficiale del governo degli Stati Uniti", ha "complottato per frodare gli Stati Uniti, rilasciando in modo illegale false dichiarazioni al governo federale" ed ha "assistito e partecipato a un'insurrezione contro gli Stati Uniti".

Anche se per avere il rapporto completo della commissione bisognerà aspettare mercoledì, oggi è stata pubblicata una sintesi in cui si insiste sulla centralità del ruolo di Trump. "Le prove hanno portato a una netta conclusione: la causa centrale del 6 gennaio è stata un solo uomo, l'ex presidente Donald Trump che molti hanno seguito: nessuno degli eventi del 6 gennaio sarebbe successo senza di lui", si legge nella sintesi.

Le conclusioni della commissione saranno quindi inviate al dipartimento di Giustizia che dovrà decidere sulle eventuali azioni legali, considerando che sono in corso diverse inchieste federali sull'assalto al Congresso che coinvolgono Trump.

Nel rapporto che sarà pubblicato mercoledì ci saranno anche le trascrizioni delle mille deposizioni raccolte dalla commissione in questi 18 mesi di inchiesta, insieme a un'enorme mole di documenti - comprese copie di mail, sms e tabulati telefonici - che costituiscono le prove da mettere al vaglio dei procuratori federali.

Ma l'argomentazione principale dei nove membri della commissione - tra i quali solo due repubblicani, la vice presidente Liz Cheney, e Adam Kinzinger, che hanno entrambi perso il loro seggio nel prossimo Congresso per il loro impegno anti Trump - è che il motore primo del più grave assalto alla democrazia americana dai tempi della guerra civile è stato l'ex presidente che "di proposito ha disseminato false accuse di brogli" nel tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni, e così facendo ha raccolto 250 milioni di dollari di contributi politici.

"Queste false accuse hanno provocato le violenze dei suoi sostenitori il 6 gennaio", si legge ancora nella sintesi del rapporto che dettaglia coma Trump abbia fatto pressioni, blandito e minacciato chiunque non fosse disponibile ad aiutarlo nel suo intento, compresi funzionari federali e statali. A questo proposito si ventila anche la possibilità di un tentativo di subornazione dei testimoni chiamati durante l'inchiesta della commissione.

PRESIDENTE COMMISSIONE - "Se le prove sono come le abbiamo presentate, sono convinto che il dipartimento di Giustizia incriminerà l'ex presidente Trump. Nessuno, compreso un ex presidente, è al di sopra della legge" ha dichiarato il presidente della commissione della Camera sull'assalto al Congresso, Bennie Thompson.

E' la prima volta che viene raccomandata l'incriminazione penale di un ex presidente degli Stati Uniti. Se Trump dovesse essere veramente incriminato per le 4 accuse che gli vengono contestate dalla commissione - aver aiutato e incitato un'insurrezione, complotto per frodare il governo federale, dichiarazioni false al governo federale, e intralcio a processo governativo - rischierebbe, se condannato, fino a 25 anni di prigione.

La condanna per incitamento all'insurrezione, che prevede fino a 10 anni di prigione, comporterebbe anche l'interdizione da ogni pubblico ufficio. Donald Trump si è ricandidato alla Casa Bianca il mese scorso.

CASA BIANCA - La commissione d'inchiesta della Camera sull'assalto al Congresso "ha fatto un importante lavoro bipartisan per arrivare alla verità su quello che è successo quel giorno, in modo da garantire che non possa succedere più" ha commentato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, senza però entrare nello specifico delle raccomandazioni di incriminazione di Donald Trump.

"Noi siamo stati chiari dall'inizio nel considerare il 6 gennaio il peggiore attacco alla nostra democrazia dai tempi della Guerra Civile - ha continuato la portavoce - e il presidente è stato chiaro nel dire che la democrazia continua a rimanere sotto minaccia". "Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per proteggerla", ha concluso.

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