Il 19% dei fumatori sceglie la e-cig per smettere con le sigarette
Presidio utile per l’aiuto ai fumatori incalliti, scoraggiare l’uso tra i giovani che iniziano
Roma, 15 settembre 2023 – “Alcuni medicinali e sigarette elettroniche (dispositivi portatili che funzionano riscaldando un liquido che solitamente contiene nicotina e aromi) possono aiutare le persone a smettere di fumare per sei mesi o più” inizia così l’ultima revisione del gruppo indipendente Cochrane destinata ad aggiungere un tassello importante, se non la sentenza definitiva, rispetto all’uso dei dispositivi elettronici per smettere di fumare.
Cochrane per la prima volta equipara le sigarette elettroniche e i medicinali citisina e vareniclina (altrimenti nota come Chantix e Champix) sostenendo che “sembrano aiutare la maggior parte delle persone a smettere di fumare, seguiti dall'utilizzo simultaneo di due tipi di terapia sostitutiva della nicotina (cerotto alla nicotina e un altro tipo, come gomme da masticare o pastiglie). Abbiamo bisogno di ulteriori prove sui possibili danni a lungo termine delle sigarette elettroniche e dei medicinali per aiutare le persone a smettere di fumare, ma è stato riscontrato un numero molto basso di danni gravi”.
Le sigarette elettroniche, la vareniclina e la citisina hanno mostrato maggiori probabilità di aiutare le persone a smettere di fumare. Per ogni 100 persone, è probabile che da 10 a 19 smettano di usare la sigaretta elettronica; da 12 a 16 utilizzando vareniclina; e da 10 a 18 utilizzando la citisina. Questo dato viene confrontato con le 6 persone su 100 che potrebbero smettere senza usare medicinali/sigaretta elettronica o placebo. Le persone che utilizzavano due forme di terapia sostitutiva della nicotina contemporaneamente, ad esempio una combinazione di cerotti e gomme alla nicotina, sembravano avere tassi di abbandono simili a quelli delle persone che utilizzavano sigarette elettroniche, vareniclina e citisina. I cerotti alla nicotina da soli, un'altra forma di terapia sostitutiva della nicotina da sola (come gomme da masticare, pastiglie) e il bupropione sembrano aiutare meno persone a smettere, ma funzionano comunque meglio di nessun medicinale/sigaretta elettronica o placebo (8, 9 e 9 persone su 100, rispettivamente). ). Sembra che la nortriptilina abbia avuto come risultato il minor numero di persone che hanno smesso di fumare; per ogni 100 persone che usano nortriptilina, da 6 a 11 hanno probabilità di smettere. Le informazioni che abbiamo per altri trattamenti non forniscono prove chiare di danni gravi. Per tutti i trattamenti, i risultati suggeriscono che pochissime persone sperimentano danni gravi quando li utilizzano.
Siamo certi che le sigarette elettroniche, la citisina, la vareniclina, la terapia sostitutiva della nicotina e il bupropione aiutino le persone a smettere di fumare. Non ci aspettiamo che ulteriori prove possano cambiare questi risultati.
Gli interventi più efficaci sono stati le sigarette elettroniche alla nicotina, la vareniclina e la citisina (tutti ad alta certezza. C’erano anche prove con elevata certezza dell’efficacia dei cerotti alla nicotina, della NRT ad azione rapida e del bupropione. Evidenze meno certe di beneficio erano presenti per la nortriptilina (moderata certezza), le sigarette elettroniche prive di nicotina e la riduzione graduale della dose di nicotina (entrambi con bassa certezza).
"Una prima revisione Cochrane già a fine 2022 esaminava 40 studi randomizzati con un totale di 22.052 partecipanti, concludendo che vi erano prove di alta certezza che le sigarette elettroniche con nicotina aumentavano i tassi di cessazione rispetto alla nicotina dispensata in formato farmacologico” spiega il Dottor Fabio Beatrice, Direttore del Board Scientifico dell’Osservatorio MOHRE.
“I dati dimostravano anche che nei due anni di follow up (il periodo più lungo misurato) il consumo di sigaretta elettronica si era rivelato sostanzialmente privo di eventi avversi e non vi erano prove di danno significativo da nicotina assunta tramite device elettronico. A seguire, nel febbraio 2023, la prestigiosa rivista Nature Medicine, pubblicava uno studio nel quale sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti si associava un aumento della cessazione del fumo del 10-15% con l'uso di sigarette elettroniche. Coloro che essendo fumatori svapavano frequentemente avevano una probabilità significativamente maggiore di smettere di fumare rispetto ai fumatori che non svapavano. Addirittura, i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie riferivano che era più probabile che i fumatori utilizzassero le sigarette elettroniche nei tentativi di smettere rispetto a qualsiasi altro prodotto, compresi i farmaci per smettere di fumare approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Adesso, è notizia del 12 settembre 2023 , una nuova revisione del Cochrane (un gruppo di ricercatori indipendenti)dimostra che le sigarette elettroniche ed alcuni farmaci come la vareniclina e la citisina hanno mostrato maggiori probabilità di aiutare le persone a smettere di fumare. Dice la Cochrane che per ogni 100 persone, è probabile che da 10 a 19 smettano di fumare utilizzando la sigaretta elettronica; da 12 a 16 utilizzando vareniclina; e da 10 a 18 utilizzando la citisina.
Quindi la sigaretta elettronica, un prodotto di consumo, sembrerebbe efficace quanto l’uso di farmaci e viene comunque messa sullo stesso piano da scienziati esperti con le molecole tradizionalmente usate per la cessazione.
Da queste notizie è evidente che ignorare la sigaretta elettronica nell’ambito delle politiche di aiuto ai fumatori incalliti non è più possibile sul piano clinico e scientifico. Ovviamente, bisogna fare una netta distinzione tra le misure di prevenzione dell’inizio al tabagismo e le misure di aiuto ai fumatori che pur mettendosi in gioco non riescono a smettere.
A questo punto sembra che alla sigaretta elettronica vada riconosciuto non solo il ruolo di un presidio utile a ridurre drasticamente il rischio legato alla combustione tabagica nei fumatori resistenti alla cessazione ma anche il potenziale ruolo di strumento utile nel percorso di cessazione dal fumo di tabacco”.
MOHRE
È nato dalla volontà di un gruppo di scienziati e di esperti in comunicazione della salute il nuovo Osservatorio MOHRE (www.mohre.it, www.mohre.info) che vuole porre l’accento sulle strategie di riduzione del rischio attuabili in tutti gli ambiti medici in cui ci siano danni e morti evitabili. Dalle dipendenze alle malattie sessualmente trasmesse alla ‘terza via’ per aiutare individui e comunità a diminuire i danni derivanti da stili di vita e comportamenti scorretti, l’Osservatorio si occupa di malattie oncologiche e cardiovascolari, andrologiche, infettive con un focus sul Covid-19 e i disturbi alimentari e quelli del comportamento.