Dopo la famosa sentenza di Lecce che ha cancellato più di 8 MILIONI di euro di tributi, richiesti per sbaglio a una contribuente salentina, le associazioni di consumatori e di imprese comunicano di aver presentato esposto alla Corte dei Conti e chiedono maggiore ascolto.
Bari, 27 Febbraio 2023. Ha avuto recentemente grande risalto a livello nazionale la sentenza n.2794 del 27 ottobre scorso della Corte di Giustizia Tributaria di 2° grado della Puglia (Presidente: Giardino, Relatore:Toriello) che ha annullato una pretesa fiscale da oltre 8 milioni di euro con condanna anche del concessionario della riscossione a pagare più di 8.000 euro di spese legali (sentenza visibile sul sito www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti).
“In particolare”, chiarisce il Presidente di Partite Iva Nazionali (PIN), il Dott. Antonio Sorrento “I Giudici di Lecce hanno cancellato un’intimazione fiscale da oltre 8 MILIONI di euro perché inviata alla contribuente sbagliata. Le pretese avanzate da Agenzia Riscossione riguardavano, infatti, sanzioni Iva irrogate a una società di cui la contribuente veniva ritenuta erroneamente coobbligata. Ancora una volta, dunque, emerge la difficoltà dei contribuenti a dialogare con il Fisco, anche in casi come questo dove l’errore era palese”.
La contribuente, difesa dall’Avv. Matteo Sances, ha dovuto affrontare infatti oltre due anni di causa per ottenere giustizia e far accertare ciò che era chiaro fin dall’inizio, ossia che le pretese riguardavano altri soggetti. La sentenza è stata resa nota solo di recente poiché in questi giorni è passata in giudicato, in quanto non è stata impugnata in Cassazione.
Sul punto, interviene anche il Vice Presidente Nazionale di Movimento Consumatori, il Dott. Bruno Maizzi, il quale fa presente che “La totale mancanza di dialogo tra cittadino e Amministrazione è a dir poco preoccupante ma ciò che ci rende basiti nel caso in questione è che il concessionario ha continuato a pretendere le somme nonostante l’ente creditore (ossia l’Agenzia delle Entrate di Lecce) avesse ammesso l’errore. Tutto ciò evidenzia, dunque, una profonda mancanza di dialogo anche tra gli stessi uffici. Questo ha portato a una pesante condanna al pagamento delle spese processuali per Agenzia della Riscossione ed ecco perché sia Movimento Consumatori che Partite Iva Nazionali hanno sentito il dovere di denunciare i fatti alla Corte dei Conti.
Conclude il Dott. Sorrento “Le nostre associazioni sono sempre aperte al dialogo con le istituzioni per segnalare ciò che non va e lo faremo anche questa volta ma attenzione a ritenere questa sentenza un caso isolato. Ricordo che solo qualche mese fa segnalavamo la sentenza del Tribunale di Bari n.3401/2019 che aveva annullato una cartella <<pazza>> da oltre 13 milioni di euro (anche questa sentenza è visibile sul sito www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti). Detto ciò, va bene essere propositivi con le istituzioni e aperti al dialogo ma d’ora in avanti saremo inflessibili con le Amministrazioni che sbagliano denunciando costantemente ogni violazione alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti”.
Comunicato a cura di Partite Iva Nazionali (PIN)