
In una decisione che ha sollevato molte polemiche tra gli operatori del settore, il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha ribadito la legittimità delle restrizioni orarie per le sale giochi, stabilendo che tali limiti sono un mezzo efficace per tutelare la salute pubblica. Un proprietario di una sala giochi aveva contestato l'ordinanza comunale che imponeva l'interruzione dell'attività di gioco in determinate fasce orarie, con l'obiettivo di mitigare il rischio del gioco d'azzardo patologico.
Il Tribunale ha sottolineato l'importanza di bilanciare la necessità di proteggere la comunità dall'azzardopatia con il diritto degli imprenditori di condurre la propria attività. È stato chiarito che le misure adottate dal comune non solo mirano a prevenire le dipendenze, ma anche a limitare le conseguenze sociali e familiari negative legate al gioco. La decisione ha evidenziato il principio secondo cui le amministrazioni possono introdurre restrizioni proporzionate e necessarie per prevenire la ludopatia, sostenendo che l'ordinanza in questione rientra in queste prerogative.
Il Tar ha quindi respinto il ricorso presentato dalla sala giochi, confermando che le restrizioni orarie rappresentano uno strumento appropriato per contrastare il fenomeno del gioco d'azzardo patologico, mettendo in rilievo il ruolo dell'ente pubblico nel proteggere il benessere sociale e familiare.