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Trasporti, Rixi: "Commissione Ue non sempre sensibile verso Paesi membri"

"Servono regole omogenee a livello mondiale e tra Paesi che commerciano tra loro, non creare vantaggi competitivi a chi sta fuori dall'Unione europea"

Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, - (Fotogramma)
Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, - (Fotogramma)
22 maggio 2024 | 10.57
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"La Commissione europea non sempre ha la sensibilità delle cose, l'abbiamo visto con l'Ets, lo abbiamo visto con la direttiva sui carburanti che il governo italiano è riuscito a bloccare in questo momento ma che avrebbero creato ulteriori problemi ai nostri operatori". Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, intervenendo oggi a Roma all’evento “Un caffè a Villa Borghese… la logistica europea al centro degli scenari geopolitici mondiali” appuntamento promosso da Alis.

"Le navi nel mondo navigano, non è che stanno solo in Europa, abbiamo bisogno di avere regole omogenee a livello mondiale o almeno tra i Paesi che commerciano tra di loro perché se no – ha spiegato Rixi, intervistato dal giornalista Nicola Porro - il rischio vero è che poi noi ci troviamo chiusi in un continente che oggi è un'isola perché l'Europa oggi ha le frontiere ad Est chiuse della guerra in Ucraina e tutto quello che deve arrivare al nostro settore, tutte le nostre esportazioni vanno via mare. Abbiamo bisogno di più marittimità e di dialogare con gli altri Paesi per avere regole omogenee. Non dico che non bisogna fare una riduzione delle emissioni, cosa sacrosanta, ma bisogna armonizzare questo processo non creando dei vantaggi competitivi a chi sta fuori dall'Unione europea”.

“I porti italiani e le infrastrutture non sono simbolo di malaffare. Lo dico perché oggi se scatta il meccanismo per cui è meglio non fare che fare il Paese si ferma e questa volta non riparte più. Lo dico perché oggi con la situazione geopolitica che abbiamo, i nostri scali, il nostro sistema logistico e i nostri operatori sono la ricchezza di questo Paese, certo occorre gestirli in maniera adeguata e professionale. Quando mi dicono che bisognerebbe bloccare la diga perché la voleva anche Aldo Spinelli" - l'imprenditore portuale genovese, ai domiciliari per corruzione - "rispondo che ci sono altri 40 operatori che la volevano e cosa facciamo, blocchiamo la diga? Il vero tema, secondo me, è riportare tutta la questione nelle giuste proporzioni".

Intervistato dal giornalista Nicola Porro, Rixi è tornato sulla maxi-inchiesta che ha terremotato la politica in Liguria, con l’arresto del governatore Giovanni Toti (ai domiciliari) e diversi indagati, tra i quali Paolo Piacenza, dall’8 settembre 2023 commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. "Allo stato attuale oggi non c'è un rallentamento" assicura Rixi, secondo cui "però c'è una fortissima pressione politica e mediatica che ovviamente induce a prendere tutta una serie di cautele".

Oggi - sottolinea - "le ‘firme’ pesano, i funzionari dell'autorità portuale sono molto rigidi, c'è una situazione ovviamente un po' più complessa, tra l'altro Genova è il primo scalo del Paese, quindi uno scalo complesso e sicuramente difficile da gestire già nell'ordinarietà”.

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