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Tav, ecco i costi-benefici

Analisi negativa per 7/8 miliardi

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12 febbraio 2019 | 11.49
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Un progetto dalla redditività "fortemente negativa" che presenta un conto di 7-8 miliardi di euro e un impatto sulla finanze pubbliche tra i 10 e i 16 miliardi. Il verdetto sulla Tav è arrivato e, come era nelle previsioni, le 78 pagine dell'analisi costi-benefici, redatta dal gruppo di lavoro incaricato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, contiene una sonora bocciatura del collegamento ferroviario Torino-Lione (LEGGI L'ANALISI e LA RELAZIONE TECNICA). Una relazione dalla quale emerge che i costi dell'opera sono di gran lunga superiori ai benefici, con un saldo negativo che arriva fino agli 8 miliardi, e anche nel caso della mini Tav, cioè escludendo la tratta Avigliana-Orbassano, l'impatto negativo si riduce, comunque, di poco.

Dopo giorni e settimane di attesa, il documento è stato pubblicato on line dal Mit. E, nella valanga di reazioni che si è scatenata subito dopo, si è aperto anche il caso delle firme in calce alla relazione. Il documento è stato firmato da 5 sui 6 membri del gruppo di lavoro sulla valutazione dei progetti: Marco Ponti, Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Riccardo Parolin e Francesco Ramella. Non ha firmato, come hanno segnalato fonti parlamentari dell'opposizione, Pierluigi Coppola. Ma subito è arrivata la precisazione del Mit: il professor Coppola, hanno puntualizzato, non ha partecipato, in specifico, alla stesura della relazione sull'analisi costi benefici Torino-Lione.

L'ANALISI - Quello che è certo è che i numeri decretano il 'no' tecnico alla Tav. Numeri che emergono dallo scenario "realistico" prospettato nell'analisi costi-benefici che rivede quello dell'Osservatorio 2011. Rispetto a 8 anni fa, vengono dimezzati i flussi di merce attratti dal modo stradale; si assume che la diversione modale avvenga su percorsi non superiori ai 500 km in territorio italiano e francese e non si verifichi (o non sia attribuibile direttamente al progetto) per le tratte più periferiche (ad esempio internamente alla Slovenia). E, ancora, si assume un tasso di crescita dei flussi di merci e di persone pari all’1,5% (invece del 2,5%); per i passeggeri la domanda generata per il segmento di lunga percorrenza viene assunta pari al 50% di quella esistente (invece del 218%) e quella dei passeggeri regionali al 25% (invece del 50%). E' in questo scenario, dunque, che il Vane, il valore attuale netto economico, risulta pari rispettivamente a -6.995 milioni considerando i costi “a finire”, che escludono la somma già spesa di 1,4 miliardi e rappresentano il valore oggi rilevante, sotto il profilo economico, ai fini della decisione in merito alla prosecuzione del progetto, e a -7.949 milioni qualora si faccia riferimento al costo intero. Sul fronte giuridico, le conclusioni parlano di "contratti in corso" per cui il valore del possibile contenzioso, in caso di scioglimento anticipato, andrà parametrato sul valore residuo dei soli contratti in essere. I fondi già versati dall'Ue che potrebbero essere richiesti in restituzione ammontano ad oggi a 535 milioni di euro e rappresentano il massimo ipotizzabile.

"Costi gonfiati", commissario Tav all'attacco. Ponti replica

TONINELLI: "NUMERI IMPIETOSI" - Per il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli "i numeri dell'analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi: stiamo parlando di costi che, su un trentennio di esercizio dell'opera, superano i benefici di quasi 8 miliardi, tenendo conto del solo esborso per il completamento. Una cifra che scende appena a 7 miliardi se si considera uno scenario più 'realistico' di crescita dell'economia, dei traffici e di cambio modale". La decisione, ora, "come è naturale che sia, spetta al Governo stesso nella sua piena collegialità", aggiunge il ministro, che poi chiarisce: "La valutazione negativa della Torino-Lione che emerge dall'analisi, voglio dirlo in modo chiaro, non è contro la Ue o contro la Francia. Essa si configura piuttosto come un prezioso elemento di informazione per indicare a tutti gli interlocutori l'opportunità di verificare se esistano impieghi migliori delle risorse che sarebbero destinate al progetto". "Voglio ribadirlo - sottolinea il ministro -. Lione è una bellissima città, ma è evidente che ci siano altre priorità infrastrutturali in questo Paese".

M5S: DIRE ADDIO A PROGETTO INFELICE - I senatori della commissione Lavori Pubblici e Trasporti del Senato Gabriella Di Girolamo, Giulia Lupo, Sabrina Ricciardi, Emanuele Dessì, Giorgio Fede, Agostino Santillo, Mauro Coltorti e Stefano Patuanelli, intervengono con una nota congiunta. "La posizione del M5S su Tav è nota da anni. Oggi i numeri confermano ciò che abbiamo sempre sostenuto: quest'opera per quello che costa ha una convenienza pressoché nulla. Portare avanti una linea che lo studio ci dice essere ormai obsoleta e per niente redditizia - avvertono - sarebbe un errore politico micidiale". "Dobbiamo essere responsabili - scrivono - e avere il coraggio di dire addio a un progetto infelice e inutile. La via da intraprendere è una sola". "Ora ci auguriamo che il Governo faccia le sue valutazioni - aggiungono i pentastellati - l'Italia ha bisogno di infrastrutture per essere competitiva, è vero. Non necessita però di sperperi abnormi come sarebbe la Tav se venisse portata avanti. Il buon senso deve prevalere: spendere tutti quei soldi per flussi di merci così esigui è uno sfregio ai cittadini e un furto alle casse del paese".

LEGA: TAV VA FATTA - Ma la Lega ribadisce che la Tav va fatta. "L'analisi costi-benefici è solo una parte degli approfondimenti che deve compiere il ministero - dice all'AdnKronos Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti della Camera - ne prendiamo atto, ma la questione del fare o non fare la Tav rientra nel complesso di una valutazione che va fatta su più elementi, l'ultima decisione deve essere politica e noi ci assumeremo la nostra responsabilità davanti agli italiani". "Questa è la posizione di tutto il mio partito, di tutta la Lega - sottolinea - la Tav va fatta".

SALVINI: "MI PARLANO DI DATI STRANI" - "Leggerò tutte le carte, perché ho il rispetto del lavoro di tutt, ma io resto della mia idea'', commenta il ministro e vicepremier Matteo Salvini, che aggiunge: "Stanotte mi leggo la Tav, chi l'ha già letta mi dice che ci sono dati un po' strani che ci confermano l'idea di andare avanti".

OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO - L'opposizione intanto va all'attacco. Non stupito dai numeri contenuti nell'analisi, il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, torna a sollecitare l'esecutivo gialloverde a decidere sottolineando che "ora è chiaro chi vuole mettere il Piemonte in un angolo". "I numeri negativi dell'analisi costi-benefici non stupiscono - commenta Chiamparino -. Per fare una battuta, considerata la nota predilezione del professor Ponti per il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia, affidargli lo studio è stato un po' come affidare a Dracula la guardiania della banca del sangue". "Ora che l'analisi c'è, il governo Conte-Salvini-Di Maio si assuma la responsabilità di decidere" conclude Chiamparino. Dura anche la leader di Fratelli D'Italia, Giorgia Meloni, che liquida l'analisi come "una buffonata degna solo del Movimento 5 Stelle".

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