L’appello dell’astronauta italiano è di portare i valori europei anche fuori dall’atmosfera, obiettivo per cui serve “coraggio e visione” da parte dei politici e il supporto del sistema industriale
“Chiediamo di pensare a un futuro in cui l’Unione europea è forte e presente nello spazio”. L’invito arriva da Luca Parmitano, astronauta di punta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) con oltre 166 giorni trascorsi in orbita alle spalle, nonché primo italiano a comandare la Stazione Spaziale Internazionale e a passeggiare tra le stelle. Parlando all'Adnkronos evidenzia il vantaggio degli europei: essere i primi e i soli ad aver creato un'Unione in maniera pacifica. “Vorremmo poter esportare nello spazio come principio fondamentale questo valore di pace, di evoluzione, di società, di civiltà, nel quale noi crediamo come astronauti”.
L’appello del pilota italiano ai politici è di esibire lo stesso coraggio dei padri fondatori dell’Ue per realizzare questo obiettivo. Specie in un momento di grande espansione dell'esplorazione spaziale, dove si profila il rischio di un Far West extra-orbitale. Parmitano si rivolge anche ai leader e ai dirigenti d'azienda, a cui chiede di essere “pronti a dare supporto” per permettere agli astronauti Esa di “essere presenti” nell’espansione della dimensione spaziale. Nella speranza che l’Ue sia una forza non solo politica, ma anche economica e industriale, in un'area "cruciale per il futuro dell'umanità”.
L'astronauta parla anche del legame dello sviluppo aerospaziale e della dimensione militare; un concetto che di recente si è concretizzato nella creazione del nuovo Commissario europeo per la difesa e lo spazio. Parmitano lo definisce un “passaggio obbligato”, sulla scia di quanto fatto da Paesi leader come gli Stati Uniti, che nel 2019 hanno istituito la loro Space Force. Del resto, lo spazio è sempre stato uno scacchiere strategico oltre che industriale ed economico, spiega.
“Aerospazio e strategia hanno sempre lavorato insieme: molte delle funzioni che oggi diamo per scontate nel mondo civile – parlo in particolare della navigazione satellitare – nascono da un concetto strategico, inizialmente esclusivamente militare”. Oggi questa tecnologia è talmente integrata nella nostra quotidianità che senza sarebbe impossibile funzionare come civiltà moderna, rimarca l’astronauta, sottolineando che in futuro applicazioni del genere non faranno che aumentare.
“Parlo di space security, parlo di comunicazioni criptate. Tecnologie talmente integrate che una forte integrazione tra aerospazio e strategia, e quindi anche il mondo militare, è inevitabile”. Un dualismo che lui stesso rappresenta, continua: nella sua veste di colonnello dell’Aeronautica militare in servizio attivo “vivo le due anime di questo percorso in maniera individuale”.
Guardando al futuro, la speranza degli addetti ai lavori è che si riesca a creare e mantenere un diritto spaziale – un’evoluzione del diritto internazionale terrestre, oggi in fase di sviluppo. Esistono già delle forti collaborazioni tra Esa, Nasa e istituti di diritto internazionali, continua Parmitano, con l’obiettivo di rendere lo spazio un’area per usi esclusivamente pacifici e una giusta condivisione delle risorse. Ma è un concetto ancora nascente; “la mia raccomandazione può essere solo quella di stringere ancora di più la collaborazione e allo stesso tempo allargarla a livello globale”.
Il prossimo appuntamento di Parmitano sarà il Congresso Internazionale dell’Aerospazio, che si terrà dal 14 al 18 ottobre a Milano. Un’agenda fittissima di attività che coinvolgono astronauti, aziende leader dell'aerospazio, dirigenti di varie realtà che si incontrano per parlare di futuro. Nelle parole dell'astronauta Esa, “spesso basta un piccolo scambio, perché anche una parola detta dietro le quinte serve per far iniziare un sogno che noi speriamo sempre di poter realizzare”.