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S&P conferma rating Italia BBB, crescita Pil rallenta nel 2023-2024

S&P stima che "entro il 2025 la crescita del Pil reale dell'Italia tornerà al di sopra dell'1%"

Uno stabilimento industriale
Uno stabilimento industriale
20 ottobre 2023 | 22.28
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L'agenzia S&P conferma oggi il rating BBB sull'Italia con un outlook stabile. Annunciando la decisione l'agenzia sottolinea come in Italia "la crescita economica rallenterà nel 2023 e nel 2024" per via "dell'aumento dei risparmi del settore privato, dell'inasprimento delle condizioni creditizie, del rallentamento della produzione e dell'indebolimento del commercio globale".

S&P stima che "entro il 2025 la crescita del Pil reale dell'Italia tornerà al di sopra dell'1%, aiutata dall'accelerazione nell'implementazione dei fondi Next Generation EU, che a nostro avviso probabilmente si estenderà oltre il 2026".

"Il risanamento del bilancio sarà più graduale di quanto previsto in precedenza a causa del rallentamento economico e dell'aumento dei pagamenti di interessi in percentuale del Pil che raggiungeranno il 4,2% l'anno prossimo rispetto al 3,6% nel 2021".

L'outlook stabile per l'Italia confermato dall'agenzia S&P riflette "la visione di un consolidamento di bilancio più lento di quanto precedentemente previsto, anche a causa dell'aumento dei pagamenti di interessi sull'ampio debito pubblico", scrive l'agenzia.

S&P segnala la possibilità di "abbassare i rating nel caso in cui la traiettoria di bilancio del governo si discostasse significativamente dai suoi obiettivi. Anche un'attuazione solo parziale delle riforme strutturali economiche e di bilancio, in particolare quelle legate all’erogazione dei fondi UE, porrebbe rischi per la crescita economica e le finanze pubbliche, e di conseguenza eserciterebbe una pressione al ribasso sul rating".

S&P osserva come "il debito pubblico e la sensibilità alle condizioni di mercato rimarranno elevati". Lo scenario di base dell'agenzia prevede una riduzione del rapporto debito -Pil entro il 2026, raggiungendo il 132% ancora al di sopra dei livelli pre-pandemia (126%). Dato l'elevato livello del debito pubblico, l'Italia rimane particolarmente sensibile a un deterioramento delle condizioni di finanziamento, che potrebbe pesare ulteriormente sui risultati di bilancio.

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