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Salvini: "Gliela mandiamo noi la lettera all'Europa"

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22 novembre 2018 | 16.56
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"Gliela mandiamo noi la letterina all'Europa, dicendo che ci ha rotto le scatole con le manovre che in questi vent'anni hanno distrutto la nostra agricoltura, la nostra industria...". Matteo Salvini è un torrente in piena. "Sapete che dicono che non posso toccare la legge Fornero? Beh, fosse l'ultima cosa che faccio, quella legge ingiusta e infame la smonto..." dice il vicepremier in un comizio a Nuoro.

Le parole del ministro dell'Interno seguono quelle di replica, in giornata, al commissario europeo agli Affari economici e monetari. "Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua a insultare l’Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta: la pazienza è finita" ha avvertito Salvini in merito a quanto dichiarato da Moscovici rispondendo in commissione Finanze dell'Assemblea Nazionale francese alle domande dei deputati sul caso italiano e sulla possibilità di un accordo con Roma sulla manovra bocciata dall'esecutivo Ue.

"Il problema di un accordo è che bisogna intendersi su ciò che può essere: quando si parla di regole si può avere un accordo sulle regole, ci si può avvicinare alle regole o lavorare nel quadro delle regole, non può essere una discussione con un mercante di tappeti" ha detto Moscovici. "Da commissario sono stato piuttosto accusato negli ultimi anni in Europa di essere dalla parte della flessibilità, di non essere abbastanza duro, io sono sempre stato per le regole con la dose di flessibilità che autorizzano. Anche per l'Italia, ma non posso distorcere le regole", ha scandito il commissario europeo agli Affari economici e monetari.

"Ho evocato il rischio italiano come un rischio per la crescita, per la coesione della zona euro, per il Paese stesso. Con una volontà politica assoluta della Commissione, a partire da me stesso, di non provocare, di non accettare una crisi tra Roma e Bruxelles - ha sottolineato - Abbiamo bisogno dell'Italia per quello che è, un Paese fondatore della comunità europea e cuore della zona euro". "Sono persuaso - ha proseguito - che l'avvenire dell'Italia sia al cuore della zona euro e dell'Europa. Ci sono sempre paradossi elettorali: osservate che mentre il governo su questi argomenti è su posizioni se non esitanti quantomeno non sempre leggibili, la popolazione italiana è molto attaccata all'appartenenza dell'Italia all'euro".

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