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Medici di famiglia in stato di agitazione: "Pronti a sciopero"

Fimmg: "Inaccettabile ritardo sulla definizione dell'atto di indirizzo e assenza di risorse aggiuntive per il raggiungimento di obiettivi di politica sanitaria in riferimento ad un'assistenza di prossimità"

Un medico di famiglia (Fotogramma)
Un medico di famiglia (Fotogramma)
11 ottobre 2024 | 10.51
LETTURA: 3 minuti

La medicina generale sul piede di guerra. Il Consiglio nazionale Fimmg, maggiore sindacato dell'area, riunito a Villasimius per l’82simo congresso nazionale, ha dato mandato al suo segretario nazionale, Silvestro Scotti, per la dichiarazione dello stato di agitazione. Alla base della decisione, paventata già nelle scorse settimane, "l’inaccettabile ritardo sulla definizione dell’atto di indirizzo, indispensabile per arrivare poi alla firma dell'Accordo collettivo nazionale 2022-2024, ma anche l’assenza di risorse aggiuntive per il raggiungimento di obiettivi di politica sanitaria in riferimento ad un’assistenza di prossimità".

Per questo il Consiglio nazionale si impegna alla mobilitazione attraverso il coinvolgimento assembleare delle sezioni provinciali del Paese. "È imprescindibile e urgente la definizione dell'atto di indirizzo per avviare finalmente le trattative necessarie alla firma dell’Acn per il triennio 2022-2024", dice il segretario generale Silvestro Scotti. "La medicina generale, pilastro fondamentale del Servizio sanitario nazionale - continua - ha affrontato negli ultimi anni sfide straordinarie, tra cui la pandemia e l'evoluzione costante delle esigenze sanitarie della popolazione. Per far fronte a queste sfide e garantire una presa in carico di prossimità moderna ed efficace, è fondamentale dotarsi di un quadro normativo e contrattuale aggiornato. Per la Fimmg, la programmazione asfittica che non va oltre il 2026 e l’assenza dell'atto di indirizzo rappresentano un ostacolo non solo per la categoria, ma per l'intero sistema sanitario e per la qualità del servizio offerto ai cittadini".

"Abbiamo bisogno di risposte concrete per poter mettere in atto le riforme necessarie, come l'integrazione della telemedicina, la digitalizzazione dei servizi, il potenziamento delle risorse per la medicina territoriale e una migliore tutela del lavoro dei medici di famiglia attraverso la loro organizzazione di offerta per gruppi di assistenza con personale e strumenti diagnostici", ricorda il leader Fimmg. Durissimo il richiamo che arriva dall’intera categoria al Mef e alla Conferenza delle Regioni, proprio per le questioni contrattuali. "Siamo pronti a batterci affinché la questione si definisca già nei prossimi mesi. Allo stato attuale i medici di medicina generale, che pagano in proprio tutte le spese legate alla professione, sono costretti con uno stipendio allineato al costo della vita del 2021, a supportare l’inflazione corrente. Non volevamo essere eroi in tempo di pandemia - conclude Scotti - non saremo vittime sacrificali ora. In assenza di risposte concrete, che devono arrivare soprattutto a tutela della salute dei cittadini, dallo stato di agitazione saremo pronti a dichiarare lo sciopero".

Lo sciopero dei medici di famiglia "è una extrema ratio". Vorrebbe dire "non trovare ascolto per le nostre richieste e nessuno spazio di mediazione", spiega poi Scotti all'Adnkronos Salute.

"Lo stato di agitazione - dice a margine - è di fatto la segnalazione alle Istituzioni di una sofferenza da parte di una categoria. Non pensiamo che le Istituzioni non abbiano i contenuti e i numeri per comprenderla, però non ci è apparso - da quelle che sono state le dichiarazioni riferite al Mef relativamente alla legge di Bilancio e altro - di vedere segnali che ci facciano capire che si vuole proseguire verso il rimodernamento della medicina territoriale. Non abbiamo visto segnali neanche nella partecipazione negoziale con tavoli tecnici specifici per trovare soluzioni concrete per raggiungere gli obiettivi del Pnrr".

"Ci sembra piuttosto che qualcuno stia immaginando interventi legislativi che passino sopra la testa dei professionisti. E' chiaro che a questo punto il nostro stato di agitazione vuole essere una richiesta di ascolto. Ci daremo qualche giorno per verificare se a questa richiesta ci saranno delle risposte. Ho già chiesto al ministro di Salute di avere un incontro. Noi siamo disponibili a metterci in gioco e dobbiamo capire se la politica è disponibile a farlo quanto noi", conclude. (Dall'inviata dell'Adnkronos Salute Raffaella Ammirati)

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