Bper punta a un utile netto di 640 milioni di euro nel 2024 e di circa 800 milioni nel 2025 e proventi operativi netti di 4,3 miliardi nel 2024 e di 4,37 miliardi nell'anno successivo. Il gruppo bancario svela il nuovo piano industriale al 2025, che prevede la distribuzione di un monte dividendi di almeno un miliardo di euro, mantenendo una posizione di capitale elevata. I pilastri della strategia del gruppo modenese per i prossimi quattro anni prevede una semplificazione del modello operativo, la dismissione selettiva degli asset non strategici e il ridimensionamento della rete di filiali.
Il piano, commenta l'amministratore delegato di Bper, Piero Luigi Montani, "delinea una nuova fase di sviluppo del Gruppo Bper con obiettivi ambiziosi ma che sappiamo essere alla nostra portata, facendo leva sui ragguardevoli risultati raggiunti oggi in termini di miglioramento del posizionamento competitivo, redditività e qualità del credito". La nuova strategia "ci consentirà di evolvere verso un modello di business più focalizzato sulle attività core, valorizzando al meglio le nostre fabbriche prodotto, con una maggiore efficienza e un forte impulso alla digitalizzazione guidato da logiche di sostenibilità a beneficio di tutti gli stakeholder".
Caposaldo del piano è l'integrazione di Banca Carige, che genererà sinergie per un totale di 155 milioni di euro lordi, che si dispiegheranno al 100% al 2024 e al 50% nel 2023. In particolare 85 milioni di euro sono riferiti a sinergie di costo, 40 milioni saranno generati da sinergie di funding e 30 milioni sono attesi da sinergie di ricavi. "Siamo soddisfatti dall'operazione con Carige, perché ci permetterà di crescere. Siamo certi di chiuderla nei tempi stabiliti, previsti a novembre 2022, anche se dovremo correre", spiega Montani.
In ogni caso, sottolinea l'ad, "non intendiamo fare altre operazione di fusione e acquisizione. Come banca siamo concentrati nell'integrazione di Carige nei tempi e nei modi previsti. Non sono né allo studio né in vista altre operazioni di M&A". Quando l'integrazione di Carige sarà completata, "e ci vorrà del tempo, potremo pensare ad altre operazioni".
Ma Bper punta anche alla cessione della piattaforma interna di recupero sofferenze e Utp e alla successiva attivazione del servicing Npe, le non performing exposure. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine del 2022, con il completamento atteso entro il primo semestre 2023. La strategia di derisking del gruppo prevede la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati da 2,5 miliardi, per il quale ha già ricevuto manifestazioni di interesse non vincolanti da quattro operatori specializzati. Complessivamente la dismissione selettiva degli asset non strategici avrà un impatto positivo sul Cet1 di oltre 500 milioni di euro e il processo di derisking, con l'obiettivo di un Npe ratio lordo al 3,6% nel 2025, sarà affiancato da misure per rafforzare il presidio dei rischi di credito.
Un altro obiettivo della banca è la razionalizzazione della propria rete distributiva, con la riduzione del 29% della rete di filiali, attraverso la chiusura di circa 600 sportelli entro il 2024, di cui 140 già realizzate, che porterà il numero totale a circa 1.500. Inoltre il gruppo prevede una riduzione e un rinnovamento della forza lavoro: sono stati identificati interventi che consentono l'uscita di circa 3.300 risorse e l'assunzione di 1.450 persone, con l’obiettivo di rafforzare managerialità e competenze specialistiche sugli ambiti prioritari di piano e migliorare la presenza sui territori più attrattivi.
Gli investimenti in tecnologie ammontano a oltre 500 milioni, più che raddoppiati rispetto al precedente piano, di cui 90 milioni dedicati al rinnovo della macchina It e oltre 400 milioni allo sviluppo delle progettualità a piano, al completamento delle operazioni straordinarie e ad adeguamenti normativi. Sul fronte Esg e dell'ambiente la banca prevede il supporto alla transizione ecologica di aziende e famiglie attraverso la definizione di un plafond di oltre 7 miliardi per impieghi verdi.