Mercati in attesa dopo l'esito delle elezioni legislative in Francia che ha visto la coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare aggiudicarsi 182 seggi nella nuova Assemblée Nationale davanti a Ensemble (168) e al Rassemblement National (143). E ora i riflettori sono puntati sulle inevitabili trattative post elettorale per la costituzione di un nuovo governo e sul rischio di una situazione di paralisi politica. Mercati, imprese e investitori, infatti, sono in attesa di conoscere la futura composizione del nuovo esecutivo e i suoi orientamenti di bilancio e questo si riflette sull'andamento in Borsa.
Dopo un'apertura in calo a -0,49%, alla Bourse de Paris il Cac 40 registra attualmente un lieve progressione dello 0,16% a 7.688,28 punti. Il Cac 40 che aveva perso il 6,5% dall'annuncio dello scioglimento dell'Assemblée Nationale da parte del presidente Emmanuel Macron lo scorso 9 giugno aveva già recuperato il 2,6% la settimana scorsa con i primi sondaggi che sembravano escludere una maggioranza assoluta per il Rn. Oggi lo spread tra i titoli di Stato francesi e quelli tedeschi si è ridotto intorno ai 64 punti base, a distanza del picco di 86 punti raggiunto prima del primo turno delle legislative che si è svolto il 30 giugno.
"Lo scenario di una maggioranza assoluta per uno dei due estremi è stato scongiurato" prima delle elezioni e il mercato, spiega Alexandre Baradez, analista a Ig citato da 'Le Monde', "era già posizionato in questa direzione. Il mercato ha ottenuto quello che si aspettava a parte la sorpresa del primo posto ottenuto dalla sinistra. L'altra sorpresa è che il centro non è crollato", osserva l'analista. "Le ipotesi peggiori sono state scongiurate e le misure più estreme non dovrebbero essere adottate, neanche quelle della sinistra. Non vedo perché il mercato dovrebbe spaventarsi adesso". Per il futuro prossimo gli analisti di Nomura in un report si aspetta che il prossimo governo transalpino "sia guidato da un tecnocrate centrista/apartitico" e questo "dovrebbe placare i timori del mercato". Tra le preoccupazioni, tuttavia, c'è il rischio che "con un parlamento così frammentato il governo francese non sia in grado di intraprendere le riforme necessarie per rispondere alla Procedura per i disavanzi eccessivi" che la Commissione Europea avvierà nei confronti della Francia.
Per Nomura ora sul tavolo ci sono diverse opzioni possibili. Quella più probabile è la costituzione di un governo guidato da un premier centrista-tecnocratico che possa essere gradito dai principali partiti politica. Tuttavia, rilevano gli analisti, "comporterebbe il proseguimento di uno stallo politico" come quello emerso dopo le elezioni legislative del 2022 con la maggioranza di Macron che aveva ottenuto solo una maggioranza relativa all'Assemblée Nationale. "La Francia difficilmente - sottolineano gli analisti di Nomura - sarebbe in grado di intraprendere le necessarie riforme fiscali richieste dall’Europa". In questo scenario "c'è anche il rischio che possano essere indette nuove elezioni tra un anno", cosa che attualmente non è possibile fino all'estate del 2025.
La seconda opzione sul tavolo è quella di un governo di minoranza del Nfp come auspicato dalla stessa coalizione. "Consideriamo questa opzione come molto improbabile. La Nfp è un'alleanza tra politici di centrosinistra e di estrema sinistra che finora non è stata in grado di consolidarsi attorno ad un unico candidato premier". Per Nomura, comunque, un governo di questo tipo "sarebbe il risultato più sfavorevole per i mercati finanziari".
La terza opzione sul tavolo è quella di una "grande coalizione" con i principali partiti Ensemble (Horizons, Modem e Renaissance), Lr e Partito socialista e i Verdi "avrebbero seggi sufficienti" per una maggioranza ma "è un esito molto improbabile", sottolineano gli analisti di Nomura. "La Francia - rilevano - non ha una tradizione di grandi coalizioni" come in Germania. Algebris Investments, invece, considera come "possibile una grande coalizione tra l’Ensemble di Macron e i partiti centristi dei blocchi di sinistra e di destra". Comunque, osservano gli analisti di Algebris Investments, il parlamento francese "si trova in una situazione di stallo, in cui nessun partito o alleanza ha la maggioranza ed è necessario formare coalizioni o nominare un governo di tecnocrati. Gli aspetti positivi sono che non è stata trovata una maggioranza per una politica fiscale espansiva e che i partiti pro-europei hanno ottenuto risultati superiori alle aspettative. Tuttavia, con un governo di coalizione, è meno probabile che si realizzi la stretta fiscale richiesta dall’Ue".
Il risultato elettorale in Francia, sottolinea dal canto suo Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm, "apre uno scenario tutto sommato positivo sui mercati. Il caso base più probabile sarà quello di un Parlamento diviso che, sebbene richiederà grandi sforzi politici per creare una coalizione che funzioni, ha reso felici i mercati. Di fatto si è evitata una maggioranza populista, che avrebbe potuto portare a scossoni fiscali e volatilità". La reazione dei mercati, osserva Vincent Chaigneau, head of research di Generali Investments, "è stata contrastante, data l’incertezza prevalente. Lo spread Oat-Bund a 10 anni è leggermente più ristretto, a 65 punti base. Le azioni francesi ed europee aprono la settimana in positivo (intorno al +0,5% in tarda mattinata). L'euro ha aperto in leggero ribasso, ma ora ha recuperato le perdite (Eur/Usd a 1,0840)". Per quan
Per quanto riguarda il futuro prossimo, sostiene Chaigneau, "il nostro scenario più probabile era quello di un parlamento diviso. Questa versione potrebbe essere leggermente attenuata rispetto a quanto inizialmente temuto, poiché il partito centrista ha beneficiato in larga misura delle astensioni al secondo turno. Questo fa sperare che in autunno si voti un bilancio 'responsabile', sotto la stretta supervisione della Commissione europea. Detto questo, qualsiasi coalizione possa emergere si rivelerà probabilmente molto fragile. Inoltre, Nfp e Rn, che hanno entrambi chiesto la cancellazione della riforma pensionistica, sono nella posizione di realizzarla, se dovessero osare a farla; questo sarebbe un pessimo segnale per i mercati".
I risultati elettorali, rileva l'analista, "riflettono alleanze piuttosto insolite: all’interno del blocco di sinistra Nfp - date le grandi differenze di opinioni politiche – e in vista del secondo turno. Questo renderà più difficile la formazione di una coalizione. Anche all’interno di Ensemble, la destra (Horizon) potrebbe rifiutare gli aumenti delle tasse che inevitabilmente emergerebbero da una coalizione di centrosinistra. Anche gli alleati di Emmanuel Macron (ad esempio il premier Gabriel Attal e il leader di Horizon Edouard Philippe, che guardano con interesse alle elezioni presidenziali del 2027) hanno iniziato a prendere le distanze dal Presidente. Per questo motivo, il moderato sollievo manifestato al secondo turno (quando è diventato chiaro che il Rn non avrebbe raggiunto la maggioranza) potrebbe non avere alcun seguito. L’estrema sinistra e l’estrema destra sono state arginate, ma i risultati elettorali non sono a favore della stabilità politica né un promettente programma di riforme", conclude Chaigneau.