Incertezza, fiducia (o la mancanza di fiducia) e speculazione sono i tre fattori che muovono le scelte degli investitori
Quanto tempo concederanno ancora i mercati alla Francia? La prima reazione è stata piuttosto composta, sia per lo scampato pericolo di una deriva antieuropeista che sarebbe potuta seguire a una affermazione del Rassemblement National, sia perché c'è un'apertura di credito verso la possibilità che si possa arrivare in qualche modo a sciogliere l'impasse politica. Ma il tempo che passerà prima di riuscire a trovare una soluzione che assicuri governabilità è una variabile che può cambiare lo scenario. Come dimostrano anche i dati di oggi nelle principali piazze finanziarie europee: la peggiore è infatti Parigi (-1,8%), seguita da Francoforte e Madrid, mentre contiene il calo Milano (-0,5%).
Sono tre i fattori principali che in linea di massima spostano la valutazione dei mercati: incertezza, fiducia (o mancanza di fiducia), speculazione. E sono tre fattori strettamente legati tra loro e che si innescano con estrema facilità.
L'incertezza resta la principale causa delle fibrillazioni dei mercati. E se lo scenario appena delineato dalle elezioni in Francia dovesse portare a una fase prolungata di instabilità politica, o di tensione sociale, l'andamento delle Borse potrebbe presto cambiare verso in negativo. La fiducia è l'elemento chiave per guidare gli investitori.
La fiducia è la condizione necessaria per investire. E la fiducia si garantisce con la governabilità e con un quadro politico che non sia troppo a lungo dominato da fattori poco controllabili. Come possono essere, nella lettura di chi deve scommettere il proprio denaro, le affermazioni di forze estreme e considerate per questo 'anti sistema'. Come il Rassemblement National, per le posizioni nazionaliste, e le frange più oltranziste del Front Populaire, per la dottrina economica.
Resta la terza parola chiave, speculazione. E' stata la protagonista indiscussa delle ultime violente crisi finanziarie, quella innescata dai mutui subprime del 2007-2009 e quella del debito sovrano italiano 2011-2012. Si innesca quando l'incertezza e la mancanza di fiducia offrono l'opportunità di scommettere sulla debolezza di un comparto, o di un Paese. E' il passaggio che chiude il cerchio e che rappresenta il rischio più alto, per la Francia e anche per l'Italia che continua ad avere un debito che pesa troppo, nel caso in cui le cose si dovessero mettere male. (Di Fabio Insenga)