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Enti locali, città italiane e spese postali: Milano maglia nera, a Isernia le più basse

A rivelarlo un report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana

Impiegati al computer - (Fotogramma)
Impiegati al computer - (Fotogramma)
07 gennaio 2024 | 10.29
LETTURA: 4 minuti

Quanto costano alle città italiane le spese postali? A rivelarlo un report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, che, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, ha stilato una classifica dei costi sostenuti nel 2022 dai capoluoghi di Provincia (per questa voce di spesa non sono presi in esame i dati delle Regioni in quanto in questo caso non comparabili) per il mantenimento dei loro uffici e delle loro strutture, con tanto di assegnazione di rating (GUARDA LA TABELLA).

Il Centro Ricerche della Fondazione, infatti, analizza tutti i dati finanziari ufficiali dell'ente pubblico in questione e attraverso algoritmi di ricerca scientifica individua potenziali sprechi, ovvero spese critiche nei conti pubblici. Le spese dell'ente in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento e, a seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di ‘performance positiva’ (quando la spesa è inferiore o uguale alla media), ‘scostamento lieve’ (quando la spesa è compresa tra la spesa media e il 30% in più), ‘scostamento considerevole’ (quando la spesa è compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), ‘spesa fuori controllo’ (quando la spesa supera di oltre il 100% la spesa media). Il rating - che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale - assegna alla migliore performance la tripla 'A', mentre alla peggiore viene attribuita la lettera 'C'.

A Milano record spese postali, 18.182.183 euro nel 2022

E’ Milano il capoluogo di provincia che, in valori assoluti, ha la maggiore uscita in spese postali, raggiungendo nel 2022 la cifra record di 18.182.183,66 euro. Tanto da meritare il rating ‘C’ nella speciale classifica elaborata per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana.

Dopo Milano, fra le città con le più elevate spese per questa voce, superiori a 1 milione di euro, seguono in classifica: Roma (13.316.721,47), Bologna (3.677.368,75), Venezia (2.958.649,79), Verona (2.565.429,49), Firenze (2.548.211,90), Bari (2.062.955,29), Napoli (1.763.059,13), Lecce (1.507.152,97), Parma (1.286.426,36), Brescia (1.140.668,70), Palermo (1.135.311,39).

A Isernia spese postali più basse, 2.521 euro nel 2022

E’ invece Isernia il capoluogo di provincia più ‘parsimonioso’ in fatto di spese postali, voce cui ha destinato nel 2022 solo 2.521,63 euro. A mantenere la spesa bassa per questa voce, al di sotto dei 30mila di euro, dopo Isernia, troviamo, nell’ordine: Urbino (5.000,00), Oristano (18.554,43), Grosseto (22.626,63), Chieti (22.765,81), Pisa (24.350,49), La Spezia (27.905,73), Teramo (29.117,89), Vercelli (29.205,85), Reggio Calabria (29.358,07).

29 capoluoghi promossi con AAA per spese postali

Ventinove i capoluoghi di provincia italiani ‘promossi’ con la tripla AAA nella gestione delle spese postali (LA TABELLA). A risultare più ‘virtuosi’ per questa voce di costi dell’ente, ottenendo così il massimo rating, sono: Torino (244.181,95 euro), Genova (201.352,38), Perugia (134.117,20), Sassari (116.210,86), Modena (106.917,47), Monza (84.999,89), Padova (83.720,72), Foggia (82.008,65), Pescara (76.465,42), Ravenna (63.388,75), Trieste (63.182,93), Pistoia (60.422,61), Salerno (58.833,54), Cesena (46.792,83), Andria (44.824,54), Siracusa (41.709,72), Novara (41.024,82), Latina (38.903,96), Lucca (37.929,07), Reggio Calabria (29.358,07), Vercelli (29.205,85), Teramo (29.117,89), La Spezia (27.905,73), Pisa (24.350,49), Chieti (22.765,81), Grosseto (22.626,63), Oristano (18.554,43), Urbino (5.000,00), Isernia (2.521,63).

Folto anche il gruppo di città che risultano fra le più virtuose per questa voce di spesa, ottenendo la doppia AA: Bolzano, Biella, Pesaro, Imperia, Palermo, Napoli, Barletta, Rieti, Forlì, Taranto, Crotone, Campobasso, Benevento, Matera, Como, Ascoli Piceno, Messina, Caltanissetta. Ma anche il gruppo che si è aggiudicato la A: Livorno, Ferrara, Aosta, Gorizia, Catania, Trapani, Fermo, Rimini, Pordenone, Prato, Savona, Potenza, Alessandria, Nuoro (LA TABELLA).

A 6 capoluoghi rating C in spese postali

Siena, Milano, Pavia, Mantova, Cosenza e Lecce sono i sei capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese postali. Tanto da meritare il rating C, il più basso nella speciale classifica elaborata per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana.

Ma a quanto ammontano le spese sostenute per questa voce in questi enti nel 2022? Analizzando la classifica, si scopre che Milano ha speso 18.182.183,66 euro, seguita a distanza da Lecce con 1.507.152,97 euro, Cosenza con 846.283,76, Pavia con 616.155,31, Mantova con 480.458,38, Siena con 431.579,01. Ottengono un rating intermedio nella classifica: Vibo Valentia, Treviso, Bologna, Ancona, Verona, Bergamo, Ragusa, Macerata, Venezia, Vicenza, a cui va la B (LA TABELLA); Avellino, Brindisi, Trani, Bari, L'Aquila, Parma, Varese, Firenze, Trento, Frosinone, Agrigento, Rovigo, Carbonia, Terni, Caserta, Verbania, con la BB (LA TABELLA); Viterbo, Asti, Catanzaro, Roma, Udine, Cuneo, Reggio Emilia, Cagliari, Arezzo, Belluno, Massa,, Sondrio, Cremona, Enna, Lodi, Brescia, Lecco, Piacenza, che ricevono la BBB (LA TABELLA).

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