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Barilla, l'archivio storico si rinnova e punta sul digitale per conservare 60 mila documenti

Grazie alla progettazione su misura, gli scaffali mobili possono ospitare oltre 8.000 raccoglitori d'archivio, rendendo possibile una gestione molto più efficace dello spazio rispetto ai sistemi tradizionali

Barilla, l'archivio storico si rinnova e punta sul digitale per conservare 60 mila documenti
17 luglio 2024 | 16.36
LETTURA: 3 minuti

Nel cuore della sede centrale del Gruppo Barilla di Parma, una rivoluzione silenziosa sta ottimizzando come viene conservata la memoria storica, le immagini dei marchi più iconici e le opere che in 147 anni delineano la storia dell’azienda. Con l'introduzione del nuovo sistema di scaffalature mobili su rotaia, cosiddetto compatto, l'Archivio Storico Barilla ha compiuto un passo avanti significativo verso l'innovazione e l'efficienza nella gestione del suo vasto patrimonio, che conta oltre 60.000 documenti, organizzati in 20 differenti tipologie e racchiusi in uno spazio di circa 200 mq, snodandosi per oltre un chilometro lineare. (VIDEO)

Grazie alla progettazione su misura, gli scaffali mobili possono ospitare oltre 8.000 raccoglitori d'archivio, rendendo possibile una gestione molto più efficace dello spazio rispetto ai sistemi tradizionali. Questo avanzato sistema è stato pensato specificamente per le esigenze dell'Archivio Storico e costruito su misura. Al suo interno, viene custodita una parte significativa del patrimonio dell'Archivio: tra i 60.000 documenti infatti, ci sono foto, video e pubblicità che ripercorrono la storia, l'attività economica, la strategia comunicativa e pubblicitaria dei marchi iconici come Barilla, Mulino Bianco, Pavesi, Pan di Stelle e Voiello. La sezione su grafica e comunicazione pubblicitaria dell’Archivio raccoglie inoltre più di 150 manifesti dagli anni Venti del Novecento ad oggi, oggetti promozionali, tra cui anche l’ombrello d Mary Poppins dello spot Pan di Stelle, e oltre 3.500 filmati pubblicitari per tv e cinema.

Ma non è solo la capacità a rendere unico questo sistema. Gli ambienti dell'archivio compatto sono dotati di tecnologie avanzate per la prevenzione degli incendi e il controllo di umidità e temperatura. Queste misure garantiscono condizioni ottimali per la conservazione della documentazione cartacea, proteggendola dall'usura del tempo e dagli agenti esterni.

Nato nel 1987 per volontà di Pietro Barilla, l’Archivio Storico raccoglie, conserva e valorizza il materiale storico relativo alla lunga vita dell’azienda e dei marchi di proprietà del Gruppo Barilla. Le funzioni primarie dell’Archivio Storico consistono nel recuperare la memoria del passato, conservare con i più corretti criteri i materiali e la documentazione e valorizzarli perché tornino a circolare nella cultura di Barilla e nella più vasta realtà sociale. Per questo, il patrimonio oggi conservato nell’archivio compatto è gestito da un sistema informativo proprietario che permette la ricerca in tempo reale, attraverso un “thesaurus” di migliaia di parole chiave, di documenti dalle caratteristiche fisiche assai diverse: dai manoscritti agli stampati commerciali, dai gadget alle pellicole, dalle fotografie agli oggetti, dai periodici alle trafile della pasta.

L’Archivio Storico Barilla inoltre persegue lo scambio e la diffusione di conoscenze ed esperienze con le comunità culturali, le imprese, le istituzioni ed il pubblico, oltre a svolgere attività di ricerca, formazione, sviluppo e approfondimento nel campo della storia d’impresa e condivide la mission di Museimpresa, l’associazione che riunisce le aziende italiane con archivi e musei d’impresa, di cui l’Archivio Storico Barilla è socio fondatore.

Proprio per questo, il patrimonio storico del Gruppo Barilla è anche una risorsa accessibile a tutti grazie al sito dell’Archivio Storico (www.archiviostoricobarilla.com) e grazie alla digitalizzazione del patrimonio conservato nella sede di Parma. L’Archivio storico Barilla è stato inoltre dichiarato dal Ministero della Cultura ‘sito di notevole interesse storico’ perché “racconta l’evoluzione del costume italiano”.

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