L'ad della società insiste sulla componente di sviluppo, impatto significativo sull'economia: agricoltura, energia, intelligenza artificiale, turismo
Investire, e tanto, sull'acqua. Non solo per risolvere problemi e superare criticità ma perché è una componente fondamentale per sostenere lo sviluppo economico. Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea, interviene al 'Forum in Masseria', organizzato da Bruno Vespa e Comin&Partners, portando all'attenzione della platea un tema centrale, anche in un'ottica di maggiore coinvolgimento dell'Europa.
Acea è pronta a fare la sua parte anche in una logica di concentrazione nel settore: "Data la nostra presenza nel settore, guardiamo ad altre concessioni e alle gare che verranno. Possiamo dare un contributo in Italia e fuori dall'Italia", dice l'Ad rispondendo alle domande dei giornalisti. "Esistono oltre 2500 operatori nel settore idrico, non sono io a dover dire se sono tanti o troppi. Ma soggetti con spalle più larghe possono impegnarsi su progetti più importanti, basta copiare quello che è successo con le concentrazioni in altri settori", aggiunge Palermo, evidenziando che " livello di competenze, anche manageriali, va alzato".
A livello di sistema servono investimenti e risorse per finanziarli. "E' arduo farlo solo con le tariffe. La stima fatta anche con il commissario governo è di 50 mld per l'Italia, per l'adeguamento delle infrastrutture. Richiede una decina d'anni ma serve una focalizzazione oggi". Palermo insiste sulla dimensione europea. "C'è una necessità di risorse a livello europeo, ricordiamo che l'Unione europea nasce proprio per operare su temi collegati allo sviluppo". Il governo italiano, argomenta l'Ad di Acea, "ha fatto tanto con la nascita di un commissario per l'acqua. E questo deve essere anche uno stimolo europeo, serve un punto focale che indirizzi lo sforzo".
La premessa da cui parte il ragionamento è che l'acqua "è un tema di rilevanza europea. Lo stanno affrontando tutti gli Stati, con situazioni spesso drammatiche". In Italia, spiega, "si parla di crisi idrica spesso in termini di risoluzione del problema senza vederne la componente di sviluppo". Invece, è indispensabile "valutare investimenti significativi a livello europeo". L'acqua, ricorda Palermo, ha un grande valore strategico. "E' determinante per l'agricoltura, l'industria e l'energia. Pensiamo all'idrogeno, al nucleare di quarta generazione, all'intelligenza artificiale per il posizionamento e il funzionamento dei server".
Gli investimenti nel settore, prosegue l'amministratore delegato di Acea, "hanno un grande moltiplicatore e sono un volano per lo sviluppo e la salute pubblica, considerato anche che il cambiamento climatico porta a una riduzione della disponibilità di acqua che richiede un adeguamento delle infrastrutture, a partire dal sistema delle dighe che sono piene di detriti e dalle perdite, figlie del ridotto investimento degli ultimi anni". A parlare sono anche i numeri: la quota di perdite è al 43% a livello nazionale; a Roma, rivendica Palermo, la quota scende al 23%. Altro tema chiave "è il riuso, con l'obiettivo del net zero water: lo stesso litro d'acqua va utilizzato più volte possibile". (di Fabio Insenga)