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Vino: Caviro a Ecomondo, del grappolo d'uva non si butta via niente

Vino: Caviro a Ecomondo, del grappolo d'uva non si butta via niente
09 novembre 2017 | 12.38
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Del grappolo d'uva non si butta via niente. Le vinacce, le potature, le fecce non sono scarti di lavorazione, ma prodotti da recuperare. Per Caviro, Cooperativa agricola faentina nel campo della green e circular economy, nulla si distrugge e tutto si trasforma: ogni anno vengono valorizzate 590.000 tonnellate di scarti di lavorazione che si trasformano in semilavorati e nuove materie prime per l'alimentare, il farmaceutico e l'agricoltura di tutto il mondo. Quello che resta, viene trasformato in energia garantendo l'autosufficienza del Gruppo.

"La salvaguardia dell'ambiente è da sempre una priorità di Caviro - sottolinea Carlo Dalmonte, presidente della Cooperativa, presente a Rimini in occasione di Ecomondo con un convegno dedicato - I meccanismi virtuosi coinvolgono almeno quattro ambiti diversi: separazione di vinaccioli per uso nutraceutico, enocianina ed acido tartarico, autosufficienza energetica grazie allo sfruttamento di fonti rinnovabili, recupero delle acque e produzione di fertilizzanti organici naturali, anche per l'agricoltura biologica".

13.000 soci viticoltori, 32 cantine sociali, 37.000 ettari di vigneti, l'11% dell'uva prodotta sul territorio italiano ed interamente tracciata: questi sono alcuni numeri della filiera vitivinicola che ha approcciato l'economia circolare non in maniera improvvisata, ma coinvolgendo in primis i fornitori più importanti, a partire da chi produce contenitori per il vino.

Più dell'80% dei packaging Caviro, sia il Tetra Brik, sia il vetro, è ecosostenibile. A ribadire questo passaggio, Michele Mastrobuono, direttore ambiente Tetra Pak Italia: "Il presupposto per l'economia circolare sia ragionare in termini di filiera, considerando clienti e fornitori come partner ed individuare le aree di intervento lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Solo così si possono attuare soluzioni sostenibili, efficaci e durature nel tempo. Nel nostro Paese ogni anno vengono riciclate 1,6 milioni di confezioni Tetra Pak, grazie al coinvolgimento di circa 42 milioni di cittadini".

“Il passaggio dall'economia lineare, che si basa sul modello prendi-usa-getta, all'economia circolare, fondata sui concetti di riuso e rigenerazione, diventa essenziale per uscire dalla crisi - aggiunge Fabio Iraldo, professore ordinario di management alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa - Da qui l'importanza della simbiosi industriale, questo nuovo campo di ricerca interdisciplinare, che punta alla condivisione di risorse tra imprese di settori tradizionalmente separati, che vuole evitare che i sottoprodotti di un’azienda, potenzialmente utilizzabili per scopi produttivi da altre imprese, possano diventare rifiuti".

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