L'appello dello scrittore a Sangiuliano: "Mi fa male quando vado a Napoli e al posto della libreria di suo padre c’è una friggitoria. Un po’ come dire che il pensiero di Vico deve andare a farsi friggere..."
"Ho scritto questo libro per due motivi. Il primo è che non c’era una biografia compiuta di Giambattista Vico, ed è una cosa stranissima. Far conoscere la sua vita non è soltanto una curiosità per il fatto che è stata travagliata ed è dunque avvincente, ma è interessante perché il suo pensiero si rispecchia nella sua vita. Non riusciremmo a cogliere il suo pensiero senza conoscere la sua vita". Marcello Veneziani presenta così il suo libro 'Vico dei miracoli', una biografia intensa e originale di Giambattista Vico di cui il giornalista ha parlato stasera alla Sala Spadolini del Mic, alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in un incontro moderato dal direttore dell'Adnkronos Davide Desario.
"Un esempio? Vico giocava molto con i suoi figli, e a volte si lasciava coinvolgere nello spirito infantile della costruzione di storie immaginarie -spiega Veneziani - Mentre si divertiva, però, osservava lo spirito dell’infanzia che per lui era il laboratorio della fantasia. Nell’epoca del razionalismo di Cartesio ci ha fatto conoscere l’altro emisfero dell’intelligenza umana che è la fantasia, tratto tipico dell’infanzia". Ma c’è un’altra ragione per la quale il giornalista ha scritto il libro: "L’intuizione che ha seminato nelle sue opere non ha paragone nel pensiero italiano. Ha aperto moltissime porte, la sua originalità è anche quella di non essere collocabile solo nell’ambito del pensiero filosofico".
Nel libro, scritto con una prosa particolare, c'è la descrizione della Napoli di Vico, della quale si respirano quasi gli odori e i sapori, con tanti modi di dire meridionali e in particolar modo napoletani. "Mi fa male, lo dico a Gennaro Sangiuliano, quando vado a Napoli e passo a vedere la casa di Vico e al posto della libreria di suo padre c’è una friggitoria -osserva ironico l'autore del volume- È un po’ come dire che il pensiero di Vico deve andare a farsi friggere". Il testo "ci dà possibilità di intendere meglio Vico nella sua intimità profonda -dice nel suo intervento il professore e saggista Alessandro Campi- Questa è una biografia, è la vita che diventa opera. Le pagine dedicate a Napoli sono funzionali a meglio comprendere Vico. Questo misto di passione e folklore spiega ciò che è il suo pensiero: ovvero l’idea che la conoscenza nasca dall’incanto, dallo stupore nei confronti del mondo".
Campi lancia poi, alla presenza del ministro Sangiuliano, una proposta: "Di Vico, però, in Italia facciamo un uso pessimo -osserva- In tutto il mondo escono libri su di lui, è un autore molto letto e studiato, perché lo leggono in comode traduzioni nelle lingue correnti. Qui abbiamo il problema dei grandi classici che fatichiamo a leggere perché c’è obiettivamente una gran fatica a capire quel linguaggio così arcaico e oscuro. Leggere questi autori richiede uno sforzo che non son sicuro che i giovani di oggi siano in grado di fare". Da qui l'appello a "fare una traslitterazione nel linguaggio corrente per poterlo leggere nel modo in cui lo leggono gli inglesi, forse i giovani potrebbero apprezzarlo meglio".
A ringraziare Veneziani per l'uscita di 'Vico dei Miracoli' è il ministro Sangiuliano: "Dico grazie a Marcello Veneziani per questa biografia perché le biografie ci aiutano anche a definire meglio il pensiero dei grandi. Scavare nella loro vita di aiuta a comprendere meglio il personaggio. Io peraltro conosco bene i quartieri che vengono descritti nel libro". Fra le cose maggiormente apprezzate da Sangiuliano di Giambattista Vico "il concetto che l'organizzazione statuale deve essere basta su un idem sentire comune -spiega il ministro della Cultura- Altro grande pilastro del pensiero di Vico è il valore della storia. Qualsiasi cosa facciamo, anche le scelte politiche, dobbiamo inquadrarle nella storia. Significa ricalcare le orme del passato? Assolutamente no: significa capire il passato per decidere meglio nel presente", conclude Sangiuliano.