Domani la presentazione del ritratto, scoperto su un sito di commercio elettronico dallo storico e collezionista Alessandro Campi e attribuito da Claudio Strinati allo spagnolo Pedro Rubiales della Bottega del Vasari. Potrebbe essere l'immagine del Machiavelli più fedele, in quanto dipinta prima della condanna ecclesiastica delle sue opere.
Un ritratto inedito, finora sconosciuto e conservato negli Stati Uniti, potrebbe riaprire la discussione sulla fisionomia di Niccolò Machiavelli. Un ritratto che in base all'attribuzione dello storico dell'arte Claudio Strinati è della Bottega del Vasari. L'opera è stata riportata in Italia dallo storico e collezionista Alessandro Campi, che l’ha scoperta attraverso un sito di commercio elettronico, e si aggiunge così agli altri cinque ritratti conosciuti dell’autore del Principe. Il più noto dei quali, esposto al Palazzo Vecchio di Firenze e realizzato, secondo la tradizione da Santi di Tito, lo ritrae con fattezze quasi luciferine.
E' un vero e proprio 'Machiavelli ritrovato', il ritratto che verrà presentato, per la prima volta al pubblico, domani alle 18 al Vittoriano di Roma dallo storico dell'arte Claudio Strinati, che illustrerà la sua ipotesi di attribuzione insieme a Giuliano Amato, Sergio Rizzo, Alessandro Campi e a Virman Cusenza.
La tela, fortemente deteriorata, è stata riportata ai suoi colori originali dopo un attento restauro, effettuato dallo studio romano di Paolo Crisostomi. Un lavoro di recupero che ne ha messo in luce l’autenticità e l’antichità. Quello che poteva sembrare un falso, o magari un rifacimento ottocentesco, si è rivelato un dipinto originale del Cinquecento, come hanno dimostrato le analisi condotte sul legno e sui pigmenti.
Chi ha dipinto il volto di Machiavelli, nello stile tipico della ritrattistica da studio cinquecentesca? E a quale periodo risale esattamente questo ritratto? Le risposte a queste domande le ha dato lo storico dell’arte Strinati, studioso del Caravaggio, considerato uno dei più grandi esperti, non solo in Italia, di arte del Cinquecento.
La sua idea è che si tratti di un dipinto uscito dalla bottega di Giorgio Vasari. "Ci troviamo di fronte a un suo stretto collaboratore -dice lo storico dell’arte- dalla mano più mossa e fluida, piuttosto raffinato nella modellazione della materia pittorica, di mano veloce e sintetica. Dunque nel nostro Ritratto di Machiavelli l’impianto è vasariano, sia sotto il profilo stilistico, sia sotto quello concettuale, ma la stesura è ben diversa da quella tipica del Vasari, che normalmente è grafico e analitico, mentre qui la stessa impostazione stilistica è formulata in modo sciolto e vivace".
Strinati accoppia un nome e una datazione piuttosto precisa all'opera: la probabile data di composizione oscilla tra il 1546 e il 1547 e la mano, secondo Strinati, potrebbe essere quella di "un giovanissimo spagnolo destinato a una brillante carriera successiva tra Roma e Napoli, Pedro Rubiales, chiamato in Italia Roviale Spagnolo".
"Alla Cancelleria - spiega Strinati- Rubiales fece parecchie cose e poi, subito dopo, divenne artista autonomo e a Roma ha lasciato poche ma importantissime opere, prima fra tutte la pala della Crocifissione sull’altare maggiore nell’Oratorio del Gonfalone presso via Giulia. La mano che ha dipinto il nostro Ritratto di Machiavelli si direbbe la stessa, in una cronologia molto vicina. Vivace, arguto, veramente iberico nella conduzione schietta e veloce del dipingere, Roviale è da annoverare tra i bravi maestri manieristi del tempo".
"Il nostro Ritratto di Machiavelli - sottolinea lo storico dell'arte- dovrebbe porsi nel lasso di tempo che va dalla conclusione dei lavori alla Cancelleria all’anno successivo, quando cadde il ventennale della morte del Segretario della Repubblica fiorentina, scomparso nell’anno del Sacco di Roma, 1527".
Questa datazione fa diventare il ritratto scoperto negli Stati Uniti il più antico tra quelli conosciuti di Niccolò Machiavelli e lascia aperta la possibilità che questo ritratto, proprio perché realizzato prima della condanna ecclesiastica delle sue opere, sia quello che le ritrae con fattezze più naturali e normali: probabilmente quelle reali del fiorentino quando era in vita.
Subito dopo la presentazione ufficiale di domani, il quadro andrà per la prima volta in mostra. Si potrà vedere a Perugia a partire dal 31 ottobre nell’ambito della mostra “Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, arti e potere nell’Umbria del Rinascimento” promossa nel capoluogo umbro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
L’opera resterà esposta sino al 25 gennaio 2015, prima di andare in esposizione all’estero: sono già diversi, infatti, i musei stranieri che hanno chiesto di poter esporre questo ritratto ritrovato di Machiavelli.