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Verona, violenze e minacce: arrestati 7 estremisti di destra, 29 gli indagati

Le misure cautelari sono scattate all'alba al termine di un'ampia attività di indagine. Per alcuni episodi riconosciuta l'aggravante della finalità dell’odio e della discriminazione razziale

Auto della polizia - Fotogramma
Auto della polizia - Fotogramma
12 luglio 2024 | 08.42
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Arrestati oggi, 12 luglio, a Verona 7 estremisti di destra tutti tra i 19 e i 27 anni. Dalle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato sta dando esecuzione alle misure cautelari emesse nell’ambito di una ampia attività di indagine che vede coinvolte, per diversi episodi di violenza, 29 persone indagate e gravitanti nell’estrema destra scaligera.

Agli indagati sono contestati a vario titolo i reati di lesioni, violenza privata, minacce, danneggiamento pluriaggravati e porto di oggetti atti ad offendere.

Tra gli episodi più significativi compare l’aggressione perpetrata in via Mazzini ai danni di un giovane nel contesto della propugnata 'lotta alle baby gang', le violenze commesse ai danni di alcuni tifosi marocchini in Corso Porta Nuova nelle fasi finali del campionato di calcio in Qatar e l’agguato messo in atto nel corso della 'Festa in Rosso' a Quinzano del luglio 2023.

Per alcune di queste azioni violente, come nell’episodio contro i tifosi marocchini, il giudice ha riconosciuto altresì l’aggravante della finalità dell’odio e della discriminazione razziale. In quella circostanza rimasero coinvolti diversi giovani marocchini, che hanno subito lesioni e danneggiamenti alle vetture sulle quali erano a bordo. I fatti contestati riguardano poi ancora quanto accaduto nel luglio 2023 a margine dell’annuale 'Festa in Rosso' di Quinzano dove, oltre all’esplosione di un rudimentale ordigno, sono state perpetrate violenze nei confronti di partecipanti anche con l’uso di bastoni e bottiglie di vetro.

Due degli arrestati, più recentemente, sono stati identificati tra i 67 tifosi italiani che lo scorso 15 giugno a Dortmund - prima della partita Italia – Albania del Campionato europeo “Euro 2024” - sono stati intercettati dalle autorità tedesche, nella circostanza supportate da Funzionari di polizia italiani, poco prima di aggredire un gruppo di supporter albanesi. Al momento del controllo, sono stati rinvenuti numerosi passamontagna, bombe carta e materiale atto ad offendere e tutti i tifosi sono stati sottoposti ad un fermo preventivo. Uno dei due veronesi fermati in Germania risulta anche destinatario di un Daspo internazionale, violando pertanto anche la misura di prevenzione del Questore.

I destinatari delle misure cautelari sono tutti noti alla forze di polizia per il compimento di atti della medesima indole, alcuni dei quali compiuti anche in ambito sportivo. Oltre alla militanza nei contesti dell’estremismo di destra scaligero, infatti, alcuni di loro gravitano anche nel gruppo Ultras “North Side” del Chievo Verona.

Il gip: "totale sprezzo per le 'guardie'"

Nell'ordinanza di misura cautelare, il gip ha voluto sottolineare come molti degli indagati abbiano commesso i fatti in esame nonostante fossero già stati denunciati in stato di libertà oltre che destinatari di provvedimenti amministrativi da parte del Questore, facendo emergere “totale sprezzo per le guardie”, come loro definiscono i poliziotti. Sulla base dei gravi indizi di colpevolezza rilevati e dall’aggressività delle condotte poste in essere, il giudice delle indagini preliminari ha ritenuto di applicare gli arresti domiciliari con un quadro di pericolosità sociale di apprezzabile gravità tale da poter fondatamente ritenere la possibile reiterazione di ulteriori reati della stessa specie.

Dalle evidenze investigative acquisite dagli uomini della Digos della Questura di Verona, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, gli indagati sono stati ritenuti “incapaci di contenere i propri impulsi e veicolare le proprie idee in modo pacifico”, traendo dal gruppo di appartenenza incitamento e approvazione e mostrando di considerare il ricorso alla violenza una modalità di affermazione delle proprie idee e di sopraffazione sull’avversario.

“Dal complesso degli atti di indagine emerge come gli indagati traggano dal gruppo in cui militano una notevole spinta a delinquere e un rafforzamento nei propri intenti aggressivi: in plurimi casi, resi palesi dallo scambio di messaggi in chat illuminanti delle inquietanti dinamiche del gruppo, i soggetti si fomentano a vicenda, organizzano le spedizioni punitive e traggono giustificazione e sostegno per le proprie condotte" scrive il gip di Verona Carola Musio. "Gli stessi partecipano attivamente con i propri commenti anche quando non prendono parte direttamente alle spedizioni punitive, cosi dimostrando la loro piena partecipazione a un gruppo che prevede l'uso della violenza come normale strumento di lotta politica”.

Gli arrestati sono “militanti attivi della sezione veronese di Casapound Italia e hanno dimostrato di essere pronti, per sostenere i propri ideali politici, oltre che per manifestare il proprio approccio discriminatorio di matrice razziale, all'uso della forza e dello strumento dell'intimidazione” si legge. Tra gli episodi contestati c’è l’aggressione perpetrata in via Mazzini ai danni di un giovane nel contesto della propugnata 'lotta alle baby gang', le violenze commesse ai danni di alcuni tifosi marocchini in Corso Porta Nuova nelle fasi finali del campionato di calcio in Qatar e l’agguato messo in atto nel corso della 'Festa in Rosso' a Quinzano del luglio 2023. “E’ evidente che, pur trattandosi di episodi non eccessivamente ravvicinati tra loro nel tempo, le motivazioni che hanno portato gli indagati a scatenare la propria aggressività commettendo brutali reati contro la persona, tra cui violenze private, lesioni, danneggiamenti, anche con l'uso di armi e valendosi della forza del gruppo, sono sempre le medesime – scrive ilo gip - Vari pretesti, prevalentemente di colore politico, hanno costituito e potranno costituire in futuro una sicura miccia per attacchi gratuiti e di inaudita violenza, come avvenuto ai danni di un uomo brutalmente picchiato per avere la sua compagna strappato dei manifesti inneggianti alle foibe”.

Nell’ordinanza si evidenzia in particolare il pericolo di recidiva. “La circostanza per cui appena lo scorso 25 aprile ben quattro degli indagati hanno preso parte attivamente agli scontri - evitati solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine - contro manifestanti del Collettivo per la Palestina, è indice della permanenza di elevata pericolosità dei soggetti in questione, i quali ben potrebbero in futuro, in occasione di altre manifestazioni o, comunque, di incontri con ‘controparti’ non gradite (si segnala, peraltro, che a breve avrà luogo la prossima ‘festa in rosso’), reiterare condotte ugualmente se non anche più violente di quelle sin qui descritte”.

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