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Unioni civili, #Svegliatitalia: un milione in piazza per chiedere pari diritti

(Foto Adnkronos)
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23 gennaio 2016 | 10.12
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"E' l'ora dei diritti: svegliati Italia". Alle 15.40 precise a Roma in una gremita piazza del Pantheon tra bandiere arcobaleno, palloncini, manifesti con un grande cuore rosso e un uguale al centro e slogan ("i diritti non sono capricci", "oltre 30 anni e ancora non ci riconoscete") sono suonate centinaia e centinaia di sveglie perché "questo Paese si svegli e si doti di una legge" che riconosca pari diritti per le coppie dello stesso sesso. E' il flashmob, organizzato da Arcigay e altre associazioni Lgbt (ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit), che va in scena in contemporanea con l'analoga manifestazione di piazza a Milano, a favore delle unioni civili e in vista della discussione in Senato del ddl Cirinnà in programma giovedì prossimo.

Un flashmob che la piazza romana ripropone tre volte, intervallata dai commenti che arrivano dal palco dei sostenitori alla manifestazione. C'è Vladimir Luxuria, il cantante Scialpi e suo marito, il senatore del Pd Luigi Manconi, che presentò il primo disegno di legge sulle unioni civili nel 1995, c'è Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italiana e candidato a sindaco di Roma e tanti altri rappresentanti della società civile. Quando a salire sul palco è Monica Cirinnà, la senatrice dem prima firmataria della legge sulle unioni civili, un grandissimo applauso la accoglie. "Vogliamo che l'Italia diventi civile. E questa è la piazza di tutte le famiglie. Nessuno ci fermi".

"Arriveremo a mezzo milione di presenze in tutta Italia", dicono gli organizzatori dal palco prima ancora che il flashmob abbia inizio. Oggi si è manifestato per le unioni civili in 100 piazze italiane.

"Quella di oggi è una manifestazione trasversale che attraversa tutto il territorio nazionale. Da Alba a Ragusa passando per piccoli e grandi centri come Roma, Milano, Bologna e Napoli, siamo presenti in 100 piazze italiane. Sette sono all'estero, tra cui Bruxelles, Berlino e New York. E' sicuramente la manifestazione più diffusa che la comunità gay abbia mai realizzato, anche perché raccoglie il sostegno di chi è esterno alla nostra comunità", afferma all'Adnkronos Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, sottolineando il senso della manifestazione: "Dare diritti a chi non ne ha".

"Questa piazza non si vuole contrapporre a nessuna piazza: rimaniamo stupiti di chi invece porta avanti iniziative non per dare diritti alle famiglie ma per chiedere di toglierli", aggiunge Marrazzo puntando il dito contro il Family Day del 30 gennaio prossimo e sostenendo che invece "vediamo un'apertura dal mondo cattolico". Infine l'auspicio: "Ci auguriamo che Matteo Renzi voglia fare come Barack Obama, che porti l'Italia verso un mondo di pieni diritti. E quindi più civile".

"Questa è la piazza della speranza: che finalmente l'Italia rientri in quello spread che non è sulle politiche economiche ma è sui diritti civili", dice all'Adnkronos l'ex parlamentare Vladimir Luxuria evidenziando che "è arrivato il momento di avere una legge che riconosca il sacrosanto diritto di poter amare chi vogliamo e di poter aver un progetto di vita a due con chi vogliamo".

In merito al ddl prossimo alla discussione in Senato, Stefano Fassina dice "che è una proposta che allarga i diritti e che fa stare meglio tutti. Guardiamo al merito delle proposte non facciamo guerre ideologiche".

Critico il senatore Luigi Manconi sul Family Day: "Che quella mobilitazione non sia di ostacolo all'approvazione della legge". E ricorda: "Quarant'anni fa quando vi furono mobilitazioni ancora più aggressive contro la legge sul divorzio, tutti ritenevano che il popolo, in particolare il popolo cattolico, dovesse opporsi fino alla morte contro quella legge, ma i risultati del referendum del 1974 smentì sonoramente questa previsione sbagliata".

"Nelle tante piazze mobilitate abbiamo raccolto più di un milione di persone: una vasta porzione di società civile oggi è scesa per le strade senza paura, nella consapevolezza che un diritto in più è una ricchezza per tutte e tutti", commenta a fine giornata Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay. "Queste piazze parlano in particolare a chi in Senato tra pochi giorni - continua - sarà chiamato a prendere una decisione che pesa sulle nostre vite: per noi non esiste una libertà di coscienza, semmai esiste l'obbligo di coscienza, di usare il buonsenso e cestinare definitivamente zavorre discriminatorie. La battaglie per i diritti non possono cedere a nessun compromesso. Queste piazze meritano un Paese migliore".

A Milano, tante le persone che si sono date appuntamento in piazza della Scala. Famiglie, ragazzi, anziani, sono diversi i volti di chi manifesta e prende le distanze dalla scelta di illuminare il Pirellone con la scritta 'Family day'. Nella piazza davanti alla sede del Comune di Milano ci sono, tra gli altri, il sindaco Giuliano Pisapia e i candidati del centrosinistra alle primarie (Giuseppe Sala, Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino e Antonio Iannetta).

Gente comune ma anche tanti politici sono in prima fila per chiedere una risposta sulle unioni civili. "In un'affollatissima piazza colorata d'arcobaleno a Milano, come in altre città della regione, migliaia di lombardi sostengono la battaglia per le unioni civili. È la più bella risposta a un centrodestra arrogante che, asserragliato ai piani alti del Pirellone, si appropria dell'istituzione di tutti discriminando e offendendo larga parte dei cittadini", commenta Lucia Castellano, capogruppo regionale del Patto Civico.

Contenta di essere in piazza anche l'ex ministra per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini. "Sono contenta di essere stata nella nostra piazza della Scala dove c'erano serenità e speranza. Non a caso il sottofondo è stato l'inno alla gioia e ho pensato a quale contrasto con la chiusura venata di ideologia e oscurantismo della destra che governa la regione. E' scontato il mio impegno in Parlamento perché questa sia la volta buona. Da una vita combatto per i diritti e la dignità delle persone''.

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