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Decreto Cutro, tribunale di Palermo libera due richiedenti asilo e si rivolge a Corte Ue

Sospeso, con due distinti provvedimenti, il giudizio di convalida del trattenimento di due migranti, un ghanese e un senegalese, disposto dal questore di Agrigento

Uno sbarco di migranti (Fotogramma)
Uno sbarco di migranti (Fotogramma)
06 novembre 2024 | 15.43
LETTURA: 2 minuti

Il tribunale di Palermo ha sospeso, con due distinti provvedimenti, il giudizio di convalida del trattenimento di due migranti, un ghanese e un senegalese, disposto dal questore di Agrigento, in applicazione del decreto Cutro. La sezione immigrazione del Tribunale si è anche rivolta, ed è la prima volta che accade, alla Corte di Giustizia Europea. In attesa della decisione della Corte europea i due migranti sono tornati liberi. Nel caso del senegalese, il migrante ha presentato domanda di protezione internazionale a Porto Empedocle, il 4 novembre scorso. Nella stessa giornata il questore ha disposto il trattenimento dell'uomo. "La provenienza da un Paese di origine sicuro non incide sull'accoglimento o meno della domanda di protezione internazionale - scrive il giudice - ma ha piuttosto conseguenze rilevanti sui tempi e sulle modalità con cui la domanda di protezione viene esaminata".

"Diritto vigente non consente di designare Paese sicuro"

"La questione che il tribunale intende sottoporre alla Corte con il rinvio pregiudiziale è se il diritto dell'Ue, in particolare gli articoli 36,37 e 46 della Direttiva Ue, debbano essere interpretati nel senso che essi ostano a che un Paese terzo sia definito di origine sicuro qualora, in tale Paese, vi siano una o più categorie di persone per le quali non siano soddisfatte le condizioni sostanziali di tale designazione, enunciate nella direttiva", scrive il giudice.

"L’opinione di questo giudice è che il diritto unitario vigente non consenta di designare sicuro un Paese con esclusione di categorie - e a maggior ragione di dichiararlo sicuro per intero quando risulti che per alcune categorie di persone non lo sia - per considerazioni che corrispondono sostanzialmente a quelle già espresse nella motivazione della sentenza del 4 ottobre 2024 dalla Grande sezione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea con riferimento alla esclusione per parti del territorio", afferma il giudice di Palermo.

"Dal punto di vista formale, nell’elenco dei Paesi sicuri l’Italia ha sempre designato una serie di Paesi nella loro interezza, senza porre mai alcuna eccezione relativa a parti di territorio o a categorie di persone", scrive il giudice nel provvedimento.

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