Il cittadino marocchino, arrestato in un centro d'accoglienza, si sarebbe radicalizzato dopo il 7 ottobre: "Penso solo a combattere in Palestina". L'uomo 'pronto' al martirio: "Mi esploderò"
Istigazione al terrorismo, scattano le manette per un cittadino marocchino a Milano. La polizia di Stato ha infatti eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Milano, nei confronti di un ventottenne - El Mahdi Tbitbi - con precedenti di polizia "per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti, sin qui mai evidenziatosi in contesti d’interesse, per il reato di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, altresì indagato per associazione con finalità di terrorismo internazionale".
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e condotta dai poliziotti della Digos di Milano – Sezione Antiterrorismo Internazionale in sinergia con il Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, trae origine da una denuncia presentata nel novembre dello scorso anno per minacce ricevute su un profilo Instagram.
L'uomo si era radicalizzato dopo il 7 ottobre. Arrivato nel 2011 in Italia, dove si era integrato, dimostrando “grande gratitudine verso il Paese di accoglienza” - è stato sottolineato nella conferenza stampa convocata in questura dopo l’attesto - negli ultimi due anni l’uomo aveva avuto una “drastica inversione di tendenza”, con una radicalizzazione di stampo religioso, acuita l’autunno scorso dopo l’attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre. A gennaio il 28enne era volato in Giordania, raggiungendo da lì l’Arabia Saudita. Stesso viaggio che era pronto a intraprendere a breve: aveva infatti prenotato un biglietto aereo per il prossimo 20 settembre per la Giordania.
Sui social si definiva un “mujahidin” e si dichiarava “ponto ad andare a combattere per sostenere la causa palestinese”. Molto attivo sul web, attraverso vari account pubblicava “esternazioni radicali” sui profili social ufficiali di istituzioni internazionali e italiane e condivideva video in cui si maneggiavano armi. A destare particolare allarme è stato il ‘mi piace’ messo al post pubblicato due giorni dopo l’attentato di Mosca dello scorso marzo da un uomo espulso dall’Italia nel 2017. Il messaggio conteneva un versetto tratto da una sura del Corano.
Nei post pubblici e nei messaggi scambiati in privato attraverso i social il 28enne esprimeva “posizioni fortemente anti-occidentale”, con “esternazioni dal tenore sempre più grave”. È stato proprio l’elemento della “radicalizzazione” - è stato spiegato in conferenza stampa dal capo della Digos di Milano Antonio Marotta e dal vicequestore Beniamino Manganaro della sezione antiterrorismo - l’elemento “determinante” che ha portato all’arresto, nel corso del quale sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici utilizzati dal 28enne.
Il 28enne è stato arrestato all’alba all’interno di un centro di accoglienza di Milano per stranieri, tra cui minori non accompagnati. La struttura, in cui l’uomo aveva lavorato saltuariamente come mediatore culturale e interprete dall’arabo, è stata perquisita dalla polizia, così come altri luoghi in cui il 28enne senza fissa dimora ogni tanto alloggiava.
L’uomo infatti non aveva un’occupazione stabile, ma solo lavori saltuari nel campo dell’edilizia e della ristorazione, oltre alla collaborazione come mediatore culturale con diversi centri di accoglienza in varie città, tra cui Milano, dove si era trasferito nel 2020. Al momento dell’arresto - è emerso durante la conferenza - l’uomo si è dimostrato “tranquillo e abbastanza collaborativo”.
L'uomo era un fiume in piena contro la premier Giorgia Meloni, ministri e politici nazionali e stranieri, secondo quanto emerge nell'ordinanza. Da fine 2023, ad eccezione di un unico post, le pubblicazioni social assumono "carattere costante di manifestazione di idee estremiste e di toni inquietanti e minacciosi, nonché compaiono anche i primi contenuti e le prime immagini relativi all'utilizzo di armi", si legge nel provvedimento del gip Lorenza Pasquinelli.
Il 28 ottobre 2023, ad esempio, il mediatore culturale e interprete di arabo all’interno di comunità di accoglienza per minori stranieri non accompagnati pubblica un post del seguente tenore: "Preparate le vostre teste ad essere tagliate, oh voi che aiutate il diavolo a sussurrare", seguito da emoticon rafforzative del messaggio. Il 30 novembre del 2023 menziona il profilo ufficiale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il profilo ufficiale del leader M5S Giuseppe Conte e scrive "Fra un mese, io vado spero per sempre. Siate pronti alla guerra". E a un amico scrive: "Prometto la malvagità che non hai mai visto nemmeno nei film". E messaggi e video deliranti sono indirizzati a politici non solo nazionali.
Lo scorso 29 marzo, invece, pubblica un ulteriore video in cui si rivolge al vicepremier e ministro Matteo Salvini, dove sostiene che il segretario della Lega "non è né un arabo puro, né un italiano puro e che il suo intento è quello di fare polemica", quindi afferma che arriveranno 'i tempi brutti", invitando al contempo le persone di fede musulmana a unirsi.
E' pronto, solo a parole, all'estremo sacrificio, El Mahdi Tbitbi. Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 28enne, il gip Lorenza Pasquinelli riporta l'origine dell'indagine - nata nel dicembre del 2023 da una denuncia dell'ex onorevole Daniele Capezzone destinatario di alcuni messaggi minatori sul proprio profilo Instagram - e di come il giovane 'mujaheddin' accelera il suo percorso di radicalizzazione verso l'estremismo islamico già nel marzo scorso.
Nel provvedimento sono elencati i messaggi deliranti e minacciosi nei confronti dei maggiori esponenti della politica nazionale - la premier Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini e ancora i leader di partito Giuseppe Conte e Matteo Renzi - ma anche le parole social rivolte a Papa Francesco e il tentativo di mandare un video di alcune vittime palestinesi di un raid israeliano al primo ministro Netanyahu, al presidente Usa Biden e all'ex presidente Trump e ad altri leader mondiali. E sempre sui social, il mediatore culturale e interprete di arabo all’interno di comunità di accoglienza per minori stranieri, esprime il concetto del martirio: "Mi esploderò...io percorrerò questa strada fino alla morte...sono disposto a morire con i musulmani e i credenti". Infine, nell'ultimo periodo, si dice pronto a supportare la causa palestinese.
Lo scorso 10 giugno, in un'intercettazione in lingua araba con sua madre, il 28enne fa presente di stare "vivendo momenti difficili" e di "pensare soltanto di andare a morire con i soldati...di andare a combattere in Palestina". Solo di poche settimane fa l'attacco social ai Giochi olimpici di Parigi. Lo scorso 1 agosto, l'uomo pubblica su Facebook e Instagram un messaggio per chiedere 'Stop Olimpiadi vergognose', esprimendo così il suo disappunto per l'evento. Messaggio inviato a diverse personalità (istituzionali e non) sia del mondo occidentale che del mondo arabo, tra le quali il presidente americano Biden, l'ex cancelliera tedesca Merkel, il ministro Antonio Tajani, il calciatore Cristiano Ronaldo e associazioni pro Palestina.