Le immagini del terremoto, dei soccorritori che scavano tra le macerie riporta Luigi Barbieri, sindaco di San Giuliano di Puglia, in Molise, al 31 ottobre 2002 quando rimasero sepolti dal crollo della scuola elementare 27 bambini e la loro maestra. Dopo 14 anni, il sisma di oggi nell'Italia centrale "fa tornare tutto a galla - dice all'Adnkronos -. Stiamo rivivendo quel dolore, la paura che ora vediamo negli occhi degli altri, la tristezza di chi ha perso tutto e non crede esista un futuro".
Difficile cancellare il dolore per chi lo ha vissuto sulla propria pelle. "Adesso è il momento del dolore e del silenzio, bisogna lasciare lavorare i soccorritori con tranquillità e pregare perché si possano trovare in vita le persone rimaste sotto le macerie. La priorità, in questo momento, è salvare vite", spiega il primo cittadino.
"Noi faremo la nostra parte, siamo pronti non solo a dare la nostra solidarietà e vicinanza alle persone colpite, ma anche a partecipare con mezzi e volontari. Aspettiamo indicazioni da parte di chi coordina i soccorsi perché agire alla rinfusa non è utile. Siamo pronti - sottolinea - a restituire la vicinanza e gli aiuti che non sono mai mancati da parte dei cittadini e dello Stato a San Giuliano di Puglia", un paese interamente ricostruito dopo anni dal sisma.
"Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi - evidenzia il sindaco di San Giuliano di Puglia, Barbieri - è importante che quei cittadini colpiti dal terremoto non vengano lasciati soli, bisogna stare accanto a chi ha perso i suoi cari o la sua casa, occorre restituire la speranza a chi oggi pensa che non esista un futuro, bisogna tentare un ritorno alla normalità".
La ricostruzione sarà lunga, ma "San Giuliano di Puglia è stata interamente ricostruita. Questo non cancella il dolore, qui manca un'intera generazione - mancano all'appello 27 ragazzi -, ma siamo riusciti a ripartire senza dimenticare quello che è successo: ad esempio la sicurezza nelle scuole è una delle nostre priorità". Un paese ricostruito con tecniche antisismiche. "Purtroppo si interviene sempre dopo: come dimostrano anche altri terremoti in Italia non si investe in sicurezza e poi si piangono i morti, ma non è la natura che uccide".
Da sindaco il consiglio ai colleghi 'colpiti' dal sisma è "di essere un punto di riferimento per i propri cittadini. Si aspettino anche attacchi e polemiche, ma si impegnino a restare accanto a chi ha perso le cose più care. I primi giorni saranno terribili, poi - conclude - bisognerà rimboccarsi le maniche e restituire un futuro a chi ora pensa che non ci si possa rialzare".