E' caccia al 30enne romano autore dello stupro. Gli uomini della Squadra mobile con la vittima nei luoghi in cui si è svolta la vicenda per ricostruire nel dettaglio l'accaduto. Al vaglio anche le immagini delle telecamere. Fiocchi rosa sui taxi in solidarietà alla tassista violentata. Una collega racconta: "Questo lavoro è una battaglia"
E' caccia all'uomo per trovare l'aggressore che ieri mattina ha violentato e rapinato una tassista di 43 anni a Roma, dopo averla colpita con un pugno in faccia. Grazie alla testimonianza della vittima, la polizia ha preparato e diffuso l’identikit dell’uomo: si tratta di un giovane di carnagione chiara, italiano con accento romano, fra i 25 e i 30 anni, magro, di altezza compresa tra 1,65 e 1,70, con capelli corti, scuri e mossi e occhi scuri.
Questa mattina intanto gli uomini della Squadra mobile hanno effettuato un nuovo sopralluogo con la vittima nei luoghi in cui si è svolta la vicenda per ricostruire nel dettaglio l'accaduto e trovare elementi che possano aiutarli a rintracciare l'aggressore.
L'uomo, che ha fermato il taxi in via Aurelia all'altezza dell'Ergife, dopo aver colpito la tassista, l'ha violentata e le ha rubato circa 90 euro. Gli investigatori stanno esaminando le immagini delle telecamere presenti in zona che avrebbero potuto riprendere il 30enne. La strada dove è avvenuta la violenza si trova nella Piana del Sole.
"Probabilmente già la prossima settimana ci incontreremo con l'amministrazione comunale e il prefetto. Indubbiamente qualcosa bisogna fare per tutelare le persone che lavorano e che devo poterlo fare senza avere il timore di diventare vittime di violenze", ha detto all'AdnKronos Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa Radiotaxi 3570, dove le tassiste in servizio sono circa il 10% degli associati. "Alla tassista aggredita ho mandato il nostro messaggio di solidarietà - racconta - ma in questo momento preferisce non incontrare nessuno e questo è comprensibile dopo quello che ha vissuto".
L'unica soluzione per far fronte al problema sicurezza "è quella di installare telecamere all''interno dei taxi - spiega Bittarelli - collegate con la centrale operativa a sua volta in contatto con le forze dell'ordine. Non ci sono altre soluzioni. Alcuni tassisti hanno installato a bordo questo sistema di videosorveglianza e fortunatamente funziona perché ha un effetto deterrente. C'è però una questione di costi perché un sistema del genere costa un migliaio di euro e molti tassisti che devono fare i conti alla fine del mese non possono permetterselo. Per questo servono misure concrete".