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'Strade Sicure' compie 12 anni, indagine Commissione Difesa Camera: "Rivedere modello operativo"

'E' un tassello fondamentale per la sicurezza’, ‘Migliorare il trattamento economico dei militari’

(Fotogramma)
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06 agosto 2020 | 19.55
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Un “tassello fondamentale” del controllo dl territorio e del senso di sicurezza dei cittadini nelle grandi città e “un elemento di primaria importanza nel mantenimento della sicurezza nazionale, nel contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo e nel ripristino della legalità”. La Commissione Difesa della Camera dei Deputati, presieduta dal Gianluca Rizzo (M5s), definisce così l’operazione ‘Strade Sicure’, che proprio questo mese compie 12 anni, nel documento conclusivo approvato nei giorni scorsi nell’ambito dell’’Indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell’operazione ‘Strade Sicure’".

L’indagine conoscitiva, decisa dalla stessa Commissione il 17 aprile del 2019 e appena conclusa, puntava a verificare le condizioni lavorative dei militari impiegati nell’operazione, a livello sia fisico sia psicologico, al fine di migliorare, dove possibile, le modalità con cui il personale presta le attività. A ormai oltre un decennio dall’avvio dell’operazione, che vede impiegati oltre 7mila militari e che ha dato il suo contributo anche in occasione di grandi eventi ed emergenze, dall’Expo 2015 al Giubileo Straordinario al G7 di Taormina alle universiadi di Napoli del 2019 fino all’attuale crisi sanitaria legata al Covid, la Commissione Difesa sottolinea l’esigenza di “procedere ad una rivisitazione del modello operativo di riferimento che tenga conto dell'evoluzione del contesto generale della sicurezza e delle peculiarità e specificità dello Strumento militare”.

Secondo la stessa Commissione, è possibile immaginare un “raccordo più stretto tra le forze armate impiegate nell’operazione e le istituzioni locali” immaginando “anche forme di coordinamento tra i corpi militari impiegati nell’operazione e le polizie locali”. Nell’indagine conoscitiva, inoltre, si ipotizza "un dispositivo di dimensioni eventualmente anche più contenute rispetto a quelle attualmente previste, ma capace di esprimere un'operatività più qualificata, grazie all’impiego di personale militare ben addestrato, motivato e adeguatamente retribuito". Da questo punto di vista si può immaginare anche un "uso più massiccio di assetti a vocazione duale ad alto contenuto tecnologico, che, se forse inopportuni in aree urbane ad alta densità abitativa, viceversa, potrebbero essere efficaci in realtà diverse, quali, ad esempio, quelle rurali come la 'terra dei fuochi' in Campania, o l’Aspromonte in Calabria, o, ancora, sulle linee di costa per l’ausilio al contrasto dell’immigrazione clandestina".

"Nel corso dell’indagine conoscitiva è emerso a più riprese che l’operazione 'Strade sicure' è venuta progressivamente a costituire un tassello fondamentale del controllo statuale del territorio e del senso di sicurezza dei cittadini nelle grandi realtà urbane", si osserva nel documento conclusivo approvato dopo l'indagine conoscitiva.

"L’operazione 'Strade sicure', in linea con tali principi costituzionali e nel solco di un quadro giuridico nazionale che espressamente assegna alla Difesa il compito di concorrere allo svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza, ha posto in evidenza l’ampio spettro di capacità che lo strumento militare nazionale è in grado di esprimere nei più diversificati domini operativi - si sottolinea - Non è dunque un caso che anche provvedimenti legislativi assai recenti abbiano confermato e rafforzato – sotto diversi profili – l’impegno dell’Esercito nell’operazione". La Commissione ricorda, in particolare, "i tre provvedimenti d’urgenza adottati nel corso del 2019, con i quali è stato disposto l’allargamento del contingente dell’operazione (di 500 unità per le universiadi di Napoli, di 15 unità per il controllo della zona rossa del terremoto di Ischia) e sono state aumentate le risorse per i compensi straordinari svolti dal personale militare impegnato nel dispositivo".

"A più di 11 anni dal suo avvio, appare però necessario procedere ad una rivisitazione del modello operativo di riferimento che tenga conto dell'evoluzione del contesto generale della sicurezza e delle peculiarità e specificità dello strumento militare - osserva la Commissione Difesa della Camera - Al riguardo, tutte le iniziative fino ad oggi intraprese per migliorare l’assetto organizzativo e del personale appaiono condivisibili e se ne auspica il loro convinto proseguimento. In particolare, la razionalizzazione della struttura organizzativa, l'ottimizzazione dello strumento attraverso l'adozione di una postura dinamica, la riconfigurazione dell'equipaggiamento e l'introduzione di un più razionale sistema di turnazione rappresentano misure concrete volte a garantire maggiore efficienza e qualità professionale al servizio reso dalle nostre Forze armate, in linea con la specificità dei compiti assegnati al relativo personale". Secondo il documento approvato in Commissione, "in alcune situazioni, potrebbe anche ipotizzarsi un raccordo più stretto tra le forze armate impiegate nell’operazione e le istituzioni locali. E’ noto infatti che i prefetti – nell’assumere le determinazione sull’impiego – tengono presenti le esigenze segnalate dai sindaci delle realtà urbane più dense. Non pare inopportuno immaginare – allora – anche forme di coordinamento tra i corpi militari impiegati nell’operazione e le polizie locali".

"Condivisibile appare la proposta volta a migliorare l’attuale trattamento economico del personale militare e l’auspicio che vengano individuate le risorse necessarie affinché le iniziative in via di definizione possano trovare piena attuazione nell'interesse del personale e dello strumento militare - si sottolinea - A fronte di queste iniziative appare, comunque, necessario avviare quanto prima, di concerto con gli altri ministri interessati, una riflessione più generale sull’attuale impegno della Difesa nel dispositivo 'Strade sicure', anche ai fini di una sua riqualificazione. Né può restare inascoltata la preoccupazione espressa dai vertici militari in merito al fatto che l’ulteriore prolungamento di un impegno di queste dimensioni attenuerebbe le capacità di svolgimento delle altre missioni assegnate delle forza armate; ed altrettanto meritevole di riflessione è l’ulteriore timore in merito all’impossibilità del personale militare di addestrarsi nelle peculiari attività e specialità dell’arma di appartenenza, indispensabili per garantire l'operatività dello strumento nel suo complesso".

Nel ritenere dunque che l'Operazione 'Strade Sicure' rappresenti un "elemento di primaria importanza nel mantenimento della sicurezza nazionale, nel contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo e nel ripristino della legalità", secondo la Commissione Difesa "l'obiettivo da raggiungere nel breve periodo è quello di individuare la 'capacità attualmente esprimibile' dalla nostra Difesa nell’operazione 'Strade sicure', mediante il bilanciamento dei diversi compiti assegnati alla relativa funzione". Nell'ambito del documento si ricordano le criticità emerse durante l'indagine e dalle audizioni, una di queste è relativa proprio ai numeri: come precisato, infatti, dal Capo di Stato maggiore dell’Esercito, a un militare schierato nell’operazione ne corrispondono due, rispettivamente, in approntamento e in ricondizionamento post impiego. Ciò significa che le risorse messe complessivamente a disposizione dall’Esercito ammontano a circa 22.000 unità. A ciò si aggiunge l’ulteriore forte criticità legata all’accumulo di circa 200 ore pro-capite di straordinario che conferiscono al militare il diritto di usufruire di un periodo di circa tre mesi di “recupero” al cessare del periodo medio di impiego di 180 giorni.

Nelle sue conclusioni, la Commissione Difesa della Camera sottolinea che "anche in conseguenza di una revisione del sistema di reclutamento delle carriere iniziali, si potrebbe ipotizzare un dispositivo di dimensioni eventualmente anche più contenute rispetto a quelle attualmente previste, ma capace di esprimere un'operatività più qualificata, grazie all’impiego di personale militare ben addestrato, motivato e adeguatamente retribuito". "Da questo punto di vista si può immaginare anche un uso più massiccio di assetti a vocazione duale ad alto contenuto tecnologico, che, se forse inopportuni in aree urbane ad alta densità abitativa, viceversa, potrebbero essere efficaci in realtà diverse, quali, ad esempio, quelle rurali come la 'terra dei fuochi' in Campania, o l’Aspromonte in Calabria, o, ancora, sulle linee di costa per l’ausilio al contrasto dell’immigrazione clandestina", si osserva.

La Commissione ha svolto poi un lavoro integrativo, negli ultimi mesi, rispetto al contributo di 'Strade Sicure' nell'ambito dell'emergenza Covid. "Le autorità di pubblica sicurezza si sono rivolte in modo massiccio alle Forze armate e vi hanno rinvenuto una risposta professionale, dedita ed efficace", si osserva nel documento conclusivo dove si aggiunge che anche "nel periodo di crisi epidemiologica da Covid-19, la condotta dell’Operazione Strade Sicure ha dimostrato carattere di flessibilità tale da conseguire la rimodulazione del dispositivo nazionale per meglio rispondere alle nuove esigenze derivanti dalla crisi in atto, grazie anche al rapido ed efficace coordinamento con gli altri assetti operativi-istituzionali impegnati nel contrasto alla epidemia".

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