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Coronavirus: 'serve rete ciclabile d'emergenza', associazioni scrivono a Conte e Colao

Da Salvaiciclisti a Fiab, Legambiente, Kyoto Club e una quarantina di realtà, 'la pandemia occasione per ripensare la mobilità del nuovo mondo'

Coronavirus: 'serve rete ciclabile d'emergenza', associazioni scrivono a Conte e Colao
16 aprile 2020 | 13.15
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"Dalle bike lane alle zone 30, serve una serie di misure per la mobilità e lo chiediamo alla commissione straordinaria emergenza epidemiologica". Il Coordinamento nazionale ciclisti, che raduna informalmente una quarantina di associazioni e gruppi spontanei attivi nella mobilità nuova e nell'ambientalismo, chiede una mobilità nuova dopo il Coronavirus in una lettera indirizzata oggi al presidente del Consiglio, Guseppe Conte, e al capo della task force per cosiddetta fase 2, Vittorio Colao; in indirizzo anche ministri, presidenti di Regione e il presidente dell'Anci, Antonio Decaro.

"Accanto all’emergenza sanitaria che ha cambiato radicalmente le nostre abitudini di vita nell’ultimo mese e mezzo, con la graduale riapertura della fase 2 si profila un’altra emergenza, quella stradale. Man mano che le strade torneranno a essere popolate con l’allentamento delle misure di sicurezza il trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa della sfiducia della popolazione nella sua sicurezza, sia per l’effettiva impossibilità di mantenere un distanziamento sociale adeguato. In assenza di interventi adeguati il rischio è quello di una seconda ondata massiva di motorizzazione, e di un’ancor più iniqua redistribuzione degli spazi in favore dell’automobile, come sottolineano i dati preliminari provenienti dalla Cina".

Il Coordinamento informale ha inviato una Pec con dei suggerimenti e delle richieste emergenziali "per una mobilità nuova, dolce e sostenibile, a partire da una rete ciclabile d’emergenza".

"Molti altri Paesi si sono già attrezzati per intervenire in questo senso e sopperire alle future carenze del trasporto pubblico locale, che al momento copre fino al 55% degli spostamenti nelle grandi città, e fornire alternative efficienti e sicure all’auto privata: i casi di Budapest, Bogotà, Philadelphia, Minneapolis, Oakland, Vancouver, Calgary, Vienna, Città del Messico, Berlino e Londra sono solo alcuni degli esempi di città che hanno ridistribuito gli spazi urbani".

Nel dettaglio le proposte sono contenute in un documento di 4 pagine, qui una sintesi:

-Realizzazione di infrastrutture pedonali e ciclabili “soft”, a basso costo e rapida attuazione, come le bike lane o le strade scolastiche;

-Incentivi economici e finanziamenti per la mobilità alternativa all'uso dell'auto privata;

-Mantenimento di ZTL, sosta regolamentata e corsie preferenziali per evitare un incremento indiscriminato del traffico motorizzato privato;

-Promozione dello smart working e contenimento dei picchi di congestione stradale;

-Riconoscimento, promozione e finanziamento della mobilità attiva come modo di trasporto urbano resiliente;

-Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico preposto;

-Realizzazione di campagne informative nazionali per l’incentivazione di mobilità attiva e stili di vita sani.

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