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Saman Abbas, madre arrestata in Pakistan: udienza per estradizione 12 giugno

A dicembre scorso la donna era stata condannata all'ergastolo insieme al marito per il delitto della figlia 18enne a Novellara

Fiori e foto per Saman Abbas nel giorno dei funerali - Fotogramma
Fiori e foto per Saman Abbas nel giorno dei funerali - Fotogramma
31 maggio 2024 | 08.39
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E' stata arrestata in Pakistan la madre di Saman Abbas, la 18enne uccisa a Novellara. A dicembre scorso la donna, Nazia Shaheen, era stata condannata all'ergastolo insieme al marito per l'omicidio della ragazza. La Corte distrettuale di Islamabad ha convalidato l'arresto, fissando la prossima udienza per l'estradizione al 12 giugno. La donna è stata arrestata la notte scorsa in Pakistan tra i distretti di Jhelum e Gujrat. Dopo i controlli di rito è stata trasferita nel carcere di Adyala. Le attività di ricerca e dell'arresto sono state coordinate dalla Federal investigation agency con il supporto di Punjab Police e il concorso dell'ufficio di polizia presso l'ambasciata d'Italia in Pakistan.

La condanna della donna all'ergastolo, in primo grado, era arrivata a dicembre scorso davanti alla Corte di assise del Tribunale di Reggio Emilia. I genitori della 18enne furono riconosciuti colpevoli dell'omicidio, come lo zio. Per i primi è stata riconosciuta la sola aggravante del rapporto di discendenza, mentre è caduta per tutti gli imputati quella della premeditazione. Assolti i cugini. Secondo i giudici di Reggio Emilia, come si legge nelle motivazioni della sentenza, non è escluso che a uccidere materialmente Saman sia stata la madre.

L'ergastolo e le motivazioni della sentenza

"Non ci sono elementi certi - si legge nelle oltre 600 pagine del provvedimento - in base ai quali affermare che sia stato Danish Hasnain (zio di Saman, ndr.) da solo a eseguire materialmente l'azione di strozzamento che ha portato alla morte Saman Abbas. Difatti la circostanza che Nazia Shaheen, la madre della vittima, scompaia dalla vista delle telecamere per un minuto, con Saman ancora in vita, non consente di escludere con certezza che anche lei abbia effettivamente partecipato all'omicidio, tenendo ferma la figlia mentre lo zio Danish le afferrava il collo, o che sia stata lei direttamente, anche da sola, a serbare la condotta materiale con cui si è determinata l'asfissia meccanica da strozzamento o da strangolamento che ha portato alla morte Saman" scrive la Corte d'Assise del tribunale di Reggio Emilia.

"Non può escludersi, con certezza assoluta, che l'omicidio possa essere avvenuto in un momento di poco successivo, con la conseguente possibilità di ipotizzare anche un apporto materiale del padre, Shabbar Abbas, nel momento in cui esce nuovamente di casa sei minuti dopo la mezzanotte, inoltrandosi lungo la carraia e facendo ritorno dopo sei minuti, con in mano quello che sembra essere lo zaino portato prima in spalla da Saman".

La Corte ritiene che "pur persistendo alcune incertezze su chi abbia materialmente ucciso Saman Abbas, sussiste una trama densa e serrata di plurimi e convergenti indizi che consente di inferire che Shabbar, sua moglie Nazia e Danish sono parimenti e pienamente coinvolti nell'omicidio e compartecipi della sua realizzazione".

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