Il ministro dell'Interno contro il lavoro del Guardasigilli. Intanto il Blog delle Stelle: "Lega voltagabbana sulla Tav"
"La riforma della Giustizia del ministro Bonafede è acqua: non c’è veramente uno scatto in avanti, quella differenza che gli italiani si aspettano". Matteo Salvini ha parlato in diretta sul suo profilo Facebook e non ha risparmiato attacchi alla riforma che si discuterà oggi alle 15 in Cdm.
“C’è un progetto della Lega che prevede che un processo possa durare tre anni e sei mesi, quasi la metà di quello che avviene oggi - ha aggiunto Salvini - Questa riforma non prevede interventi incisivi, non si parla di separazione delle carriere, delle assunzioni dei magistrati, dei criteri dei concorsi, delle promozioni".
Secondo il leader della Lega "non si interviene sulle attenuanti generiche, sulla sospensione condizionale della pena, ci sono spacciatori o stupratori che vengono condannati sulla carta, ma con la sospensione condizionale della pena fanno 24 ore di galera e poi tornano a spacciare e a stuprare. Non si tocca il tema intercettazioni - ha concluso - si lascia totale discrezionalità alle diverse procure su cosa indagare o non indagare. Non si separano i Csm".
"Ci vediamo in Cdm, non su Facebook" è stata la risposta rapida del ministro Bonafede. "Forse - ha aggiunto - potrò finalmente sentire le argomentazioni visto che in pre-consiglio nessuno ha detto nulla. So, però, con certezza che la riforma dimezza i tempi dei processi, favorisce l'economia e gli investimenti, dà tempi certi a chi è coinvolto in un processo e rompe finalmente i rapporti torbidi fra magistratura e politica".
TAV - Lo scontro interno alla maggioranza prosegue anche sulla Tav, su cui il Senato si pronuncerà tra martedì e mercoledì prossimi e dove il partito di Salvini continua a ricevere gli attacchi del Blog delle Stelle. "Il partitone dei supporter della Torino-Lione - scrive il M5S - vede schierati dalla stessa parte Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Partito Democratico, larga parte degli economisti, il grosso della stampa, Confindustria, banche e oltranzisti del cemento. E naturalmente gruppi d’affari francesi, che hanno risposto subito 'presente' agli avis de marché. Soltanto il M5S non è mai salito sul treno nel quale oggi troviamo stipati i tantissimi 'ultras' del Tav. Diversi tra loro solo in apparenza, ma in realtà uguali nel fanatismo a sostegno di un’opera inutile, dannosa, antidiluviana e dai costi tutt’altro che certi".
"Quando il M5S era ancora lontano dal vedere la luce - scrivono - c’era in realtà un partito che più di ogni altro sollevava dubbi su questa ferrovia, già allora ritenuta obsoleta. Sembra incredibile, ma quel partito era la Lega. Proprio quella Lega che oggi gongola all’idea del grande tunnel nella montagna, all’epoca eleggeva una lunga sfilza di sindaci e consiglieri comunali anti-Tav nella valle, al grido di 'quel buco non s’ha da fare!'". "Folgorati sulla via di Lione, i big del Carroccio (Salvini incluso) sono diventati dall’oggi al domani - si fa notare - sostenitori infaticabili del grande buco. E' chiaro, dunque: il treno degli 'sfegatati' della Torino-Lione pullula di voltagabbana. Tra questi ultimi, il ruolo di capo-treno spetta di diritto all’ex segretario del Pd Matteo Renzi".