Roberto Nesci, carpentiere metallico oggi in pensione, nel 2014, di ritorno da un viaggio come volontario con i salesiani ad Addis Abeba, si è ritrovato l'appartamento in zona Casilina occupato da un gruppo di nigeriani. "Elio e le storie tese mi sono sempre piaciuti, ma dopo la risposta sui social del tastierista a Ilaria Salis mi piacciono ancora di più", dice all'Adnkronos
"Elio e le storie tese mi sono sempre piaciuti, ma dopo la risposta sui social di Rocco Tanica a Ilaria Salis mi piacciono ancora di più. Finalmente si prende coscienza sociale di un problema che è una piaga, che spesso lascia soli e inermi i proprietari di case occupate abusivamente col beneplacito di forze dell'ordine e istituzioni". A parlare all'Adnkronos è Roberto Nesci, carpentiere metallico oggi in pensione, che nel 2014, di ritorno da un viaggio come volontario con i salesiani ad Addis Abeba, si è ritrovato l'appartamento di proprietà in zona Casilina occupato da un gruppo di nigeriani ai quali i regolari locatari avevano a loro volta subaffittato.
"Quell'abitazione era nella palazzina di famiglia, apparteneva a mia madre ma io vi avevo preso a domicilio in quanto amministratore di sostegno, mentre lei si trovava in Rsa. Essendo vuoto - racconta - lo avevo affittato con regolare contratto a poche centinaia di euro a una famiglia nigeriana. Per un annetto hanno sempre pagato fin quando, nel 2014, non pagando più, decido di avviare con l'avvocato una procedura di sfratto. A ottobre, di ritorno dall'Africa, mi incontro con la legittima affittuaria che mi dice che ha intenzione di andare via e di restituirmi le chiavi. Il problema è che quando sono rientrato in possesso delle chiavi, mi sono ritrovato davanti altri nigeriani, due uomini, una donna e una bimba di due anni. Quando ho chiesto loro cosa ci facessero in casa mia, mi hanno risposto che la donna cui avevo affittato casa l'aveva a sua volta subaffittata in cambio di soldi".
"La ex locataria nel frattempo era tornata in Africa, non c'è stato nemmeno modo di notificarle lo sfratto. Ho chiamato la Polizia più volte, volevo cambiare la serratura, mi è stato detto che non potevo fare niente, che non erano clandestini e che nemmeno potevo stare lì perché la legge contempla la loro presenza come ospiti o subaffittuari. Sono stato perfino picchiato da questi quando ho deciso che era il momento di intervenire - continua Nesci - Sono andato deciso a bussargli alla porta, dopo aver chiamato forze dell'ordine e ambulanza. Mi hanno affrontato con il coltello, la Polizia mi ha fatto pure la reprimenda perché ero lì, a casa mia. Casa che in tre anni mi è stata deturpata, mio fratello è stato costretto a svenderla, tanto era ridotta male, con utenze mai pagate, immondizia e topi ovunque". (di Silvia Mancinelli)