Un progetto per una rete metropolitana romana che, pensato nel 1941 dalla Stefer, avrebbe dovuto collegare il quartiere di Centocelle al centro della città. E’ la cosiddetta ‘metro di Mussolini’, rimasta opera incompiuta, poi abbandonata e dimenticata dagli stessi romani: in pochi conoscono infatti la sua esistenza e la storia della galleria che passa sotto il parco di Centocelle. Ma è proprio grazie a un gruppo di cittadini volontari che questa storia riemerge per raccontarsi a chi vorrà conoscerla, e percorrerla.
Il percorso di questa linea metropolitana iniziava su Via Casilina all'altezza di viale Palmiro Togliatti, passava sotto l'aeroporto di Centocelle e la Banca d'Italia, incrociava la rete ferroviaria nei pressi della stazione Tuscolana (nell'idea avrebbe quindi potuto collegare Roma a Fiuggi) per terminare a Porta Maggiore. Il progetto venne portato avanti senza molta convinzione e poi si arrestò del tutto negli anni '50. Da allora, è iniziato il degrado di queste gallerie, riutilizzate inizialmente come fungaie e poi, complice l’abbandono e l’oblio, per una serie di attività e traffici illegali, dalle serre di marijuana alle discariche abusive.
La galleria potrà essere finalmente visitata grazie al lavoro svolto dai volontari della Rete Settimo Biciclettari e della Comunità per il Parco Pubblico di Centocelle che si stanno battendo per rendere pubblica quest’area verde che al suo interno, oltre al tunnel della ‘metro di Mussolini’, ospita anche due ville romane del periodo imperiale, la pista di atterraggio dove fecero i primi voli i fratelli Wright e diverse gallerie di tufo.
E’ proprio all’interno del parco che si trovano le due entrate del tunnel: una, che è quella da cui partirà la visita di domenica 18 dicembre, più nascosta alla vista, ha consentito di mantenere l’interno di un tratto della galleria pulito e praticamente intatto; l’altra, che si trova più verso Viale Palmiro Togliatti, negli anni è stata usata come accesso al tunnel per utilizzarlo come discarica per motorini rubati, ferri vecchi, rifiuti vari.
Lungo i 1.100 metri che potranno essere visitati grazie ai volontari, si può non solo vedere il progetto originale così com’era stato realizzato ma anche i segni del suo successivo utilizzo come fungaia, comprese le balle di terriccio che sono rimaste lì. Una curiosità: “essendo un’opera iniziata negli anni ’40 ci aspettavamo di trovare infiltrazioni d’acqua all’interno del tunnel – spiega Dario Piermarini di Settimo Biciclettari, che ha effettuato il sopralluogo nel tunnel – e invece il sistema di canalizzazione pensato 70 anni fa funziona perfettamente ancora oggi e di acqua non ne abbiamo trovata”.
Previsto un doppio appuntamento grazie alla sinergia delle associazioni e dei comitati di quartiere: sabato 17 dicembre i volontari saranno impegnati per tutta la giornata nella bonifica dell'area e nella raccolta dei rifiuti. Domenica 18 alle ore 10,30 il Settimo Biciclettari partirà dal laghetto del Parco degli Acquedotti per portare le persone a visitare gratuitamente questo tunnel, combinando il tema della mobilità alternativa con la valorizzazione del patrimonio storico.