Lo ha detto Emmanuel Henao Diaz, fratello di Henry Diaz, una delle 43 vittime del disastro del ponte Morandi
"Mi ero preparato ma è servito a poco perché quando ho fatto la galleria di Coronata mi sono sentito male. Non è semplice comunque poter descrivere tutte queste emozioni perché, da una parte, penso a mio fratello e dall'altra guardo mia madre perché lei oggi è qui con me e mi dico devo essere più forte perché c'è anche lei". Lo ha detto Emmanuel Henao Diaz, fratello di Henry Diaz, una delle 43 vittime del disastro del ponte Morandi, presente sul nuovo viadotto dove a breve prenderà il via la cerimonia di inaugurazione alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
Gli altri membri del comitato dei familiari delle vittime, che hanno scelto di non partecipare alla cerimonia, incontreranno invece il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in prefettura prima dell'inizio della cerimonia. "Mio fratello - ha continuato -si sentiva al sicuro quando stava attraversando questa struttura ed è stato ucciso. Io mi sento al sicuro e non so se in un futuro per incapacità di Aspi Spea o Atlantia sarò ucciso anch'io. Ci vuole tantissima incapacità per riconsegnare questa struttura a chi ha già ucciso 43 persone".
"Sicuramente sono vicino a lui, molto probabilmente lo vedrò: l'ho ringraziato tantissimo perché è stato grazie a lui e ai parenti delle vittime che questo evento è diventato più sobrio", così ha risposto Diaz parlando con i giornalisti accanto al tendone allestito sul nuovo viadotto dove alle 18:30 inizierà la cerimonia di inaugurazione alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Diaz ha risposto così a chi chiedeva se incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che prima di partecipare alla cerimonia incontrerà invece in prefettura Genova i parenti delle vittime che hanno scelto di non partecipare all'inaugurazione pubblica. A chi chiedeva se fosse solo tra i familiari sul viadotto ad assistere alla cerimonia ha risposto: "Penso che ci siano anche altri, io comunque mi sento nell'obbligo morale e soprattutto mi sento nel dovere di farlo per mio fratello perché mio fratello non meritava di vivere una fine così atroce, l'ultimo momento di mio fratello è stato infernale, devastante".