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Strage Palermo, l'ombra della setta sul massacro di Altavilla: le indagini, cosa sappiamo

Un muratore di 54 anni ha ucciso la moglie e due figli. Salva un'altra figlia: "Voleva liberarci dal demonio". Fermata una coppia di Palermo ritenuta complice dei delitti

Rilievi de Ris nella villetta di Altavilla dove è avvenuta la strage - Fotogramma
Rilievi de Ris nella villetta di Altavilla dove è avvenuta la strage - Fotogramma
12 febbraio 2024 | 06.53
LETTURA: 6 minuti

Giovanni Barreca ha sterminato la sua famiglia nella villetta alle porte di Palermo. Le indagini sul massacro di Altavilla Milicia hanno delineato il quadro nel quale ha agito il 54enne muratore che, secondo gli inquirenti, ha potuto contare sulla complicità di una coppia di Palermo. I 3 sono stati condotti nel carcere di Pagliarelli.

L'uomo ha ucciso la moglie, Antonella Salamone, e i due figli maschi, Emanuel di 5 anni e Kevin di 16 "perché erano posseduti da Satana". Ha dato fuoco al corpo della moglie, trovato carbonizzato e sepolto nel giardino della casa di Altavilla Milicia e poi, ad almeno 36 ore dalla strage, ha chiamato il 112: "Ho ucciso tutta la mia famiglia, venite a prendermi", ha detto ai carabinieri che lo hanno poi arrestato a Casteldaccia.

Salva invece la figlia 17enne dell'uomo, riuscita a sottrarsi alla furia del padre che nella notte della strage - come ha raccontato lei stessa agli inquirenti - parlava di "presenze demoniache". "Ci voleva liberare dal demonio", avrebbe racconntato la giovane. La 17enne ha detto agli inquirenti che il padre avrebbe parlato di un "esorcismo" perché convinto che la casa fosse infestata dal demonio.

Non è chiaro se la ragazza, trovata in stato confusionale dal 118 che l'ha soccorsa, sia riuscita a sfuggirgli nascondendosi in casa o se sia stata volutamente risparmiata dall'uomo. Ipotesi quest'ultima da non scartare se è vero, come ha riferito una vicina di casa che conosceva la famiglia, che la 17enne era "la figlia preferita dal padre". La giovane sarebbe dunque rimasta in casa con l'uomo per 36 ore dopo la strage. Gli inquirenti stanno cercando di capire se è stata drogata. Intanto la ragazza è stata portata in una comunità protetta.

Terribili intanto i dettagli emersi dai primi riscontri dei carabinieri sulla fine degli altri due figli: entrambi strangolati. Ma se per il piccolo Emanuel a uccidere è bastata la stretta delle mani, per il 16enne Kevin è stata usata una catena, trovata accanto al corpo del ragazzo.

Barreca e il fanatismo religioso: chi è l'assassino

Ma chi è Giovanni Barreca e perché ha ucciso? Sui social in passato si era definito "soldato di Dio". Sempre sui social, che non usava spesso nell'ultimo periodo, Barreca diceva di "combattere per il regno di Dio". Il sindaco di Altavilla, Pino Virga lo dipinge come "una persona riservata" che "si vedeva poco in giro" ma non aveva mai dato "nessun segnale di violenza".

Mentre la vicina di casa lo dipinge come un uomo che "faceva paura, parlava sempre del Diavolo e picchiava la moglie". Appare chiaro che ultimamente Barreca si fosse avvicinato al mondo del fanatismo religioso. "Giovanni si era fissato da qualche tempo con la religione", hanno confermato la zia e la nonna di Antonella Salamone. E spesso parlava di Dio e di "presenze demoniache". Proprio questa ossessione sarebbe alla base della strage. A spiegarlo, interrogato per ore in caserma a Bagheria, è stato lui stesso agli inquirenti. "Mia moglie e i miei figli - ha detto Barreca - erano posseduti da Satana".

La pista della setta, qualcuno lo ha aiutato?

Per questo tra le piste più accreditate per gli inquirenti che indagano sulla strage familiare c'è quella della setta religiosa. La coppia, condotta in carcere, è stata sentita dai carabinieri in caserma a Bagheria per tutta la giornata. I coniugi da tempo avrebbero avuto contatti con il muratore, avvicinandolo al mondo del fanatismo religioso.

Il parroco e il pastore evangelico

"L'efferato omicidio di tre persone, mamma e due figli, della nostra Comunità, colpisce e coinvolge dolorosamente la nostra famiglia parrocchiale", ha detto parroco di Altavilla Milicia, monsignor Salvo Priola, dopo la strage familiare. "Uniti nella fede del Crocifisso Risorto intensifichiamo la nostra preghiera perché il Dio di ogni misericordia accolga tra le sue braccia amorose le anime dei due bambini e della loro mamma - ha detto rivolgendosi ai fedeli - Affidiamo alla materna intercessione di Maria la figlia superstite perché senta su di sé il suo sguardo compassionevole. Invochiamo lo Spirito di Dio sul padre omicida perché nella Sua luce comprenda la portata dell’irrimediabile male compiuto e si apra alla grazia del perdono di Dio nella redenzione del suo Figlio Gesù".

"Sia chiaro, la Chiesa evangelica non c'entra nulla in tutta questa storia", ha detto all'Adnkronos è Gaspare Basile, pastore evangelico di Altavilla Milicia. La famiglia da qualche tempo si era avvicinata alla religione evangelica. "Ma non frequentavano la nostra chiesa - ha detto Basile - Vedevo spesso la signora al Comune, perché faceva servizio di pulizie al Comune, ma non frequentava nessuna chiesa evangelica. So che avevano degli incontri a casa propria, in campagna. Le chiese evangeliche sono poche ad Altavilla, ci conosciamo tutti. Era una persona che conoscevo, conoscevo anche la bambina. Ma ripeto la chiesa evangelica non c'entra proprio in tutto questo. Erano cristiani, lui non lo conoscevo. Sapevo che lei fosse cristiana, lui non ha niente di cristiano...".

Prima notte in carcere per i fermati

Prima notte in carcere, intanto, per Giovanni Barreca e per la coppia di coniugi dopo il provvedimento di fermo che è stato emesso nella tarda serata di ieri, al termine di una lunga giornata di interrogatori nella caserma dei Carabinieri di Bagheria.

Lo strazio dei compagni di Kevin

Saranno quindi sentiti nelle prossime ore gli insegnanti e i compagni di Kevin Barreca e dell'unica superstite della famiglia. La vicina di casa, Pascal Ballof, ha raccontato ai giornalisti che i ragazzi erano intimoriti dal padre e che "non avevano neppure i libri" per la scuola.

C'è dolore e sgomento al liceo artistico 'Renato Guttuso' di Bagheria, nel Palermitano, l'istituto frequentato da Kevin e dalla sorella 17enne. "Kevin era un ragazzino a modo, intelligente, educato. Era molto amato", spiegano all'Adnkronos dall'istituto che per oggi ha organizzato un minuto di silenzio e preghiera.

Tra i compagni di classe e di scuola c'è disperazione. In molti stamani non sono riusciti a trattenere le lacrime. La preside Maria Rita Chisesi li ha incontrati per cercare di dare loro un po' di conforto. Kevin era un ragazzino molto conosciuto nella comunità scolastica. E non solo. Lo scorso maggio aveva partecipato a 'Collettiva Politecnia' a villa San Cataldo, a Bagheria. Un evento, patrocinato dall’assessorato alla Cultura del Comune e organizzato dall’associazione culturale 'Giuseppe Bagnera', con l'esposizione di diverse opere pittoriche tra cui proprio quella di Kevin.

"Ho visto la mamma di Kevin la scorsa settimana, veniva spesso a parlare con i professori. Era una persona semplice che seguiva molto i figli", spiega la dirigente scolastica, ricordando Antonella Salomone.

Entrambi i figli della coppia, "frequentavano con regolarità", aggiunge la preside che ricorda Kevin come un ragazzo "molto bravo, costante nello studio e molto attivo anche in occasione delle giornate di Open Day organizzate per far conoscere il nostro lavoro". La preside spiega che "non si è parlato di alcun disagio da parte del ragazzo".

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