La nuova variante, ormai dominante in Italia, risulta di sicuro più contagiosa
Omicron 2 è la variante covid ormai dominante in Italia. Sintomi, durata, incubazione: cosa si sa oggi? Secondo il quadro delineato dall'Oms Omicron 2 è ormai diventata la 'regina' di Sars-CoV-2 a livello globale.
La sottovariante BA.2 di Omicron sembra essere più trasmissibile rispetto ad altre varianti di Sars-CoV-2, come riconosciuto da più esperti. "L'ideale dello 'zero Covid', ovvero contenere un virus così contagioso, è impossibile e inutile", ha scritto oggi su Twitter Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Più contagiosa quindi ma con sintomi lievi in generale. La variante Omicron 2 non sembra infatti provocare effetti più gravi rispetto alla 'versione base' di Omicron. Quindi per lo più naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola sono stati i sintomi più segnalati. Segnalati anche casi di nausea e diarrea. Rispetto alla versione 'tradizionale' del covid, associato in particolare alla variante Delta, appaiono meno frequenti le segnalazioni alla perdita di olfatto e gusto, sintomi 'spia' della malattia nelle precedenti ondate.
I sintomi più lievi rischiano di essere confusi con sindromi da raffreddamento, quindi, molto comuni nei mesi invernali e decisamente diffusi tra i bambini. E ora con la primavera è importante anche non confonderla con allergie e riniti di stagione (Ecco come fare a distinguerli).
La durata media della malattia è di 5-7 giorni con una incubazione di 3 giorni in media.
L’efficacia del vaccino anti-Covid, ovvero la riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati, nel periodo di prevalenza Omicron, nel prevenire le infezioni "è pari al 70% nei soggetti vaccinati con dose booster" e "pari al 50% entro 90 gironi dal completamento del ciclo vaccinale, 42% tra i 91 e 120 giorni, e 48% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale", ha evidenziato il report esteso dell'Istituto superiore di sanità (Iss) con i dati della sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale.
L'efficacia del vaccino nel prevenire la malattia severa è pari "a 73% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 76% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 76% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. E pari al 91% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster", si legge nel report.