La vittima aveva 44 anni, lascia moglie e quattro figli
Si chiamava Absail Houssaini il bengalese di 44 anni ucciso questa mattina a Pescara, al culmine di una lite, sotto una palazzina di via Gran Sasso. L'uomo da tempo viveva nella città adriatica e lavorava in una paninoteca kebab che si trova in centro a Pescara. Lascia, nel suo Paese, moglie e quattro figli. Sulla salma, portata all'obitorio dell'ospedale di Pescara, è stata disposta l'autopsia dal pm Andrea Papalia. Un litigio tra connazionali è sfociato nel sangue. Il nipote della vittima, Moubarak Houssaini, ha spiegato: "Mio zio non litigava mai con nessuno. Era un tipo pacifico. Mi hanno chiamato dicendo che mio zio stava male, ma nessuno mi ha detto che era morto".
C'è intanto un fermo per l'omicidio. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Pescara hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria un 63enne originario del Marocco e domiciliato a Pescara. Nei suoi confronti "sono stati raccolti elementi che provano il suo coinvolgimento". L'accaduto, stando ai riscontri dei carabinieri, va ricondotto ad "un acceso diverbio per questioni di vicinato tra il 63enne e la vittima, culminato con il ferimento di quest'ultimo che, attinto con arma da taglio, è poco dopo deceduto".
Il delitto è avvenuto in via Gran Sasso, dove è stato ritrovato il corpo con segni di vari fendenti. Il cadavere è stato scoperto stamattina dinanzi ad una palazzina, al civico 17. Subito è scattato l’allarme. Inutili i tentativi di soccorso con l’arrivo anche dì un’ambulanza. L’uomo era deceduto e non c’era più nulla da fare.
L'omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite. Al litigio avrebbero preso parte più persone, una delle quali avrebbe estratto un coltello e ucciso il 44enne, raggiunto da tre o quattro fendenti all’addome. Poi tutti si sono allontanati in fretta, lasciando lì a terra, sul cemento, la vittima. Questa la prima ricostruzione dei carabinieri che si stanno occupando delle indagini, coordinate dal comandante provinciale Riccardo Barbera. I militari hanno ascoltato diversi testimoni e stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.