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No green pass, ordine Medici: "Violenze inaccettabili"

Il presidente della Fnomceo Filippo Anelli: "Attuare la legge su sicurezza sul lavoro"

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)
30 agosto 2021 | 18.46
LETTURA: 2 minuti

No green pass e no vax, escalation di violenze nei confronti di medici e giornalisti dopo le recenti aggressioni. “Forte preoccupazione per il clima di intimidazione messo in atto in queste ore” dice la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, per voce del suo presidente, Filippo Anelli manifestando “solidarietà a Matteo Bassetti, inseguito e minacciato da un uomo che contestava le sue posizioni a favore dei vaccini, al presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna e ai suoi colleghi Antonella Alba e Francesco Giovannetti”. Alba e Giovannetti sono stati aggrediti e minacciati durante un sit in di protesta contro il Green pass a scuola, questa mattina a Roma davanti al ministero dell'Istruzione .

“Rivendichiamo il diritto a svolgere le nostre professioni secondo i principi di libertà, autonomia, indipendenza – argomenta Anelli -. È inaccettabile che un medico venga minacciato per aver seguito e divulgato le evidenze scientifiche, per aver raccomandato la vaccinazione. Altrettanto intollerabile è che un giornalista non sia messo nelle condizioni di documentare i fatti e di diffondere notizie. Chiediamo dunque, per i medici, che sia data piena applicazione alla normativa vigente: al Testo unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, e alla nuova Legge sulla sicurezza degli operatori sanitari – auspica Anelli -. Sosteniamo inoltre le richieste di analoghe leggi per la categoria dei giornalisti, come richiesto dall’Ordine e dai sindacati”.

“Cosa hanno in comune queste professioni? Di essere poste a garanzia di due diritti fondamentali, costituzionalmente protetti: la tutela della salute, da una parte, la libertà di stampa e di espressione, dall’altra – conclude il presidente Fnomceo -. Sono diritti fondamentali perché, se vengono meno, viene meno l’essenza stessa della società civile, che salvaguarda i diritti dell’individuo nell’interesse della collettività".

"Chi aggredisce un medico – ma anche un giornalista – aggredisce se stesso, perché rinnega e si nega i suoi stessi diritti. È una società triste e al tramonto quella che, per la pretesa di una gratificazione immediata – una notizia ‘gradita’, una prestazione medica da lui ritenuta preferibile a un’altra – violenta i propri diritti, distrugge – oltretutto, come in questi casi, pretendendo di difenderla – la propria libertà. È urgente ripartire da una nuova alleanza sociale tra medici, giornalisti, insegnanti, intellettuali, cittadini, istituzioni, che - conclude - con uno scatto di orgoglio, ricostruisca sulla base di valori condivisi non solo le nostre professioni, ma la stessa società civile”.

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