Secondo la relazione legale, anche il primo dei due piccoli sepolti a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, sarebbe nato in vita
“Shock emorragico da revisione del cordone ombelicale in assenza di un adeguata costrizione meccanica dei vasi ombelicali”. Sarebbe questa la causa della morte del primogenito di Chiara Petrolini, la ragazza residente a Vignale di Traversetolo indagata per l’omicidio di entrambi i figli e occultamento dei cadaveri dei piccoli, sepolti nel giardino di casa e rinvenuti lo scorso agosto.
La relazione tecnica realizzata dal medico legale Valentina Bugelli e dall’antropologa forense Francesca Magli su richiesta della Procura di Parma chiarisce che il neonato era ancora vivo al momento del parto e confermerebbe l’ipotesi di omicidio anche per il primo dei due figli della Petrolini. Infatti, se i pm Alfonso D’Avino e Francesca Arienti non avevano avuto dubbi fin dalle prime indagini nel parlare di uccisione per il secondogenito della ragazza, ora anche la morte del primo figlio - nato tra la 32esima e la 37esima settimana - verrebbe ricondotta ad un’azione volontaria della 21enne. Tra poco più di un mese la Cassazione dovrà esprimersi in merito a un suo spostamento dagli arresti domiciliari (dove si trova dallo scorso 20 settembre) alla detenzione in carcere.
Nonostante la totale “assenza di strutture molli o tessuto cartilaginei” da analizzare, gli esperti hanno potuto delineare un quadro in cui la causa del decesso del neonato “non sia da ascriversi ad una morte ante partum”. La misurazione delle ossa - compatibili con un neonato di almeno 40 settimane - e la presenza di piccole gemme dentali embrionali con tanto di stria neonatale (visibile nei canini e negli incisivi di un bambino già nato) avrebbero convinto i consulenti a formulare l’ipotesi che il piccolo fosse già venuto alla luce quando la madre (come dichiarato da lei stessa nell’interrogatorio dello scorso 10 settembre) lo avrebbe messo in giardino dopo “averlo scosso” e aver constatato che “non respirava”.