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Naufragio Crotone, al via procedure estradizione quarto scafista

Il 28enne turco è stato arrestato ieri al confine con l'Austria, a incastrarlo anche un video su Snapchat. I testimoni: "Dopo lo schianto si è allontanato su un tender". Quinto scafista tra le vittime

Afp
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08 marzo 2023 | 08.57
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Sono state avviate le procedure per l'estradizione di Gun Ufuk, il turco di 28 anni, arrestato nella tarda serata di ieri al confine con l'Austria con l'accusa di essere uno degli scafisti dell'imbarcazione naufragata il 26 febbraio davanti alle coste di Steccato di Cutro (Crotone). L'uomo è stato fermato dalla Polizia di frontiera e i Carabinieri che indagano sul naufragio. Subito dopo il naufragio erano finiti in carcere tre uomini, tra cui un minorenne, ritenuti gli altri tre scafisti. Gun Ufuk, che si è reso irreperibile subito dopo il naufragio, secondo il gip Michele Ciociola, che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, sarebbe stato "lo scafista che conduceva l'imbarcazione e curava la motoristica del natante".

Secondo il racconto di alcuni dei superstiti, Gun Ufuk, era colui che "faceva anche il meccanico quando la barca ha avuto problemi con il motore". "Sulla seconda imbarcazione l'ho visto più volte guidare", racconta il sopravvissuto. Ma sarebbe stato anche colui che "abbandonava l'imbarcazione nei pressi della costa senza prestare soccorso ai migranti". Secondo i testimoni "i componenti turchi dell'equipaggio hanno subito preso degli oggetti neri simili a dei tubi che hanno gettato in acqua e si sono tuffati aggrappandosi ad essi per poi scappare".

L'uomo è stato incastrato dalla sua stessa carta di identità persa nei pressi del luogo del naufragio lo scorso 26 febbraio, emerge inoltre dalle indagini che hanno portato al suo fermo. Ad arrestarlo il Personale della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo, congiuntamente con i militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza. Nel corso dei sopralluoghi effettuati sul luogo del naufragio nei pressi di una strada interpoderale adiacente alla spiaggia di Steccato di Cutro, sono stati rinvenuti alcuni stralci di un documento riconducibile ad un cittadino di origini turche, classe ’95.

In sede di sommarie informazioni rese dai superstiti, diversi testimoni hanno quindi riconosciuto il turco raffigurato sul documento come lo scafista che si alternava con gli altri alla guida dell’imbarcazione, riparando in alcuni casi i guasti meccanici verificatisi ai motori del natante durante la navigazione. Sono così state attivate le ricerche in ambito nazionale ed internazionale, attraverso l’inserimento dei dati del fuggitivo nelle banche dati in uso alle forze di polizia.

Il 3 marzo scorso la polizia austriaca, nel corso di un controllo di polizia, ha fermato il cittadino turco in quanto sprovvisto di documenti d’identità; una volta identificato, dal controllo del nominativo nella banca dati SIS II, è emerso l’inserimento fatto dalle Forze dell’Ordine. Sulla base delle informazioni ricevute dall’Austria relative al controllo effettuato sulla persona, l’Unità italiana della Rete Europea di Ricerca Latitanti E.N.F.A.S.T (European Network Fugitive Active Search Teams) presso il Servizio per la cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, ha attivato quindi un immediato scambio informativo con l’omologa Unità FAST austriaca, coordinandone le attività di ricerca sul campo fino a giungere all’arresto del latitante a Graz.

L’indagato è stato fermato in esecuzione del Mandato di Arresto Europeo adottato dal Tribunale di Crotone su richiesta della Procura, e si trova attualmente in un centro di detenzione in Austria, in attesa dell’iter di consegna italiana. Dalle attività investigative svolte dalla Polizia di Stato e dai militari della Sezione Operativa Navale di Crotone, è stato inoltre identificato un altro scafista di nazionalità turca di circa 30 anni, riconosciuto tra le vittime del naufragio.

A incastrare Ufuk ci sarebbe anche un video ritrovato sul telefono cellulare dello scafista minorenne I.H., detenuto nel carcere minorile di Catanzaro. Sul telefono, dall'applicazione Snapchat sono stati rinvenuti dei video che "dimostravano le responsabilità penali di Gun Ufuk, immortalato alla conduzione dell'imbarcazione e dei due cittadini pakistani che si dimostravano in posizione differenziata rispetto al resto dei migranti", scrive ancora nell'ordinanza di custodia cautelare il gip.

L'uomo, come hanno raccontato diversi testimoni, dopo il naufragio sarebbe scappato abbandonando l'imbarcazione "senza prestare soccorso ai migranti". "L'ho visto più volte guidare ed era spesso insieme ad un altro soggetto". "A volte scendeva personalmente in stiva per controllare le persone poiché il pakistano spesso litigava con noi migranti con atteggiamento provocatorio e non è stato fatto scendere in stiva. E' uno di quelli che è scappato con il gommone insieme al siriano e a un altro turco, sempre per come ho appreso dagli altri migranti".

I TESTIMONI: "SCAPPATO SU TENDER DOPO SCHIANTO" - Subito dopo lo schianto del caicco sulla secca di Steccato di Cutro, Gun Ufuk con altri due complici "ha buttato in mare un tender" ed è "salito allontanandosi". "Una volta a terra il mio amico Yousuf mi ha riferito di avere visto due degli scafisti scappare verso il bosco". Inizia qui, come racconta uno dei superstiti del naufragio agli investigatori, la fuga dell'uomo. Gli inquirenti stanno adesso cercando di capire se lo scafista arrestato ha potuto contare su alcuni complici, oppure se è arrivato fino al confine con l'Austria a bordo di mezzi pubblici. Un altro testimone descrive, agli atti, l'uomo finito in manette: "Era di nazionalità turca - dice - circa 30 anni, aveva capelli castano chiari, con barba incolta. Era alto circa 1.80-1.85. Non sono riuscito a vedere altri dettagli tipo tatuaggi o cicatrici. Era vestito con scarpe gialle tipo stivaletto, pantalone bianco e giubbino giallo". L'uomo, come raccontano i superstiti, "cooperava con lo scafista siriano nella risoluzione dei problemi motoristici dell'imbarcazione giunta in Italia". "Più volte ha aiutato il siriano ad aggiustare il motore della seconda imbarcazione, alcune volte l'ho visto anche guidare".

PIANTEDOSI - Ieri il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nel suo intervento in aula aveva detto: "Sono in corso le ricerche di un quarto scafista e non si escludono sviluppi nelle prossime ore''. Sviluppi che poi sono arrivati nella tarda serata di ieri. "L'ho visto più volte guidare - racconta un altro testimone - a volte scendeva personalmente in stiva per controllare le persone poiché il pakistano della foto numero 4 spesso litigava con noi con atteggiamento provocatorio. E' uno di quelli che è scappati con il gommone con il siriano e un altro turco". Subito dopo l'estradizione il turco sarà interrogato dal gip Michele Ciociola.

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