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Morto per complicanze Stefano Gheller, aveva avuto l'ok al suicidio assistito

Zaia: "Icona della battaglia per diritti civili. Ass.Coscioni: "Grati a Stefano per averci voluti al suo fianco in questi anni"

Stefano Gheller - Associazione Luca Coscioni
Stefano Gheller - Associazione Luca Coscioni
22 febbraio 2024 | 23.52
LETTURA: 2 minuti

E' morto nel pomeriggio Stefano Gheller, il 50enne vicentino affetto da distrofia muscolare e primo veneto ad aver ottenuto, il 13 ottobre 2022, dall’azienda sanitaria Pedemontana di accedere al suicidio assistito, una possibilità che non si è mai concretizzata. Gheller, attaccato al ventilatore da 35 anni, è deceduto all’ospedale di Bassano del Grappa per complicanze sopraggiunte alla patologia dopo alcuni giorni di ricovero.

“La notizia della scomparsa di Stefano Gheller mi ha lasciato sgomento. Sapevo che le condizioni erano critiche, ma l'epilogo è stato davvero repentino”, commenta il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Se ne va un'icona delle battaglie per i diritti civili. Ho conosciuto Stefano dopo la famosa domanda per il suicidio assistito, che volle presentare e che ottenne dopo l'iter amministrativo portato avanti. Ma ricordiamoci - continua il governatore- che Stefano aveva anche già sottoscritto le sue Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, quindi il suo testamento biologico. Una volontà che è stata rispettata in questa fase ultima della sua vita”.

Stefano “ci ha lasciati fisicamente, ma non se ne va, non solo come ricordo ma anche per le azioni che ha voluto portare avanti col suo impegno. Debbo dire che è stato sempre un grande sostenitore delle libertà. È stato una persona che ha amato la vita”. “Ricordo quando nel nostro primo incontro mi ha parlato di investire risorse per creare in Veneto le spiagge per disabili gravi. Ed anche quando gli ho dato una mano per cambiare l'auto con la quale amava muoversi, in una costante ricerca di conoscenza e libertà”, aggiunge Zaia ritenendo Gheller “un ragazzo intelligentissimo, che io non dimenticherò mai. Esprimo a tutti i famigliari e amici le più sentite condoglianze, in particolar modo alla sorella Cristina che viveva con lui”.

“Ci uniamo al dolore della famiglia, della sorella Cristina e a chi ha voluto bene a Stefano. La sua lotta per poter restare fino alla fine libero di poter decidere sulla sua vita, e dunque anche sul suo morire, è stata condotta con coraggio e determinazione letteralmente straordinari”, afferma l’Associazione Luca Coscioni. “Nonostante gli ostacoli inimmaginabili che ha dovuto affrontare, Stefano ha mantenuto una carica e una serenità contagiosa. Essere riuscito ad ottenere la possibilità di accedere al ‘suicidio assistito’, anche se poi ha seguito una strada diversa, ha rappresentato un precedente fondamentale per le altre persone malate in Veneto e in tutta Italia”, sottolinea l’Associazione Coscioni. “Vogliamo anche ricordare la sua determinazione e passione su altri temi legati ai diritti delle persone con disabilità, come per la richiesta di introdurre in Italia la figura dell'assistente sessuale. Siamo grati a Stefano per averci voluti al suo fianco in questi anni. La sua memoria continuerà a nutrire la nostra azione, per le libertà di tutti”, conclude l’Associazione Coscioni.

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