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Boom morbillo e pertosse in Ue. "Malattie super contagiose, ecco chi rischia"

Cosa dicono gli esperti sull'allarme lanciato dal Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc)

Ambulanza al Pronto soccorso (Fotogramma)
Ambulanza al Pronto soccorso (Fotogramma)
23 aprile 2024 | 10.47
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"Con la pandemia Covid c'è stata una diminuzione delle coperture vaccinali per la pertosse e il morbillo, soprattutto nel 2020 e nelle zone più colpite. Poi c'è stata una ripresa delle immunizzazioni e ci siamo riavvicinati al 95% di copertura della popolazione per la pertosse e poco sotto il 95% per il morbillo. Almeno in Italia, ma è chiaro che soprattutto per il morbillo basta scendere di pochi punti rispetto alla copertura che subito rialza la testa. Sono due malattie super contagiose e basta davvero poco. E' chiaro però che la maggior parte dei casi sono registrati nella fascia 15-64 anni, più del 50% sopra i 30 anni. Il morbillo è una malattia che si diffonde oggi più tra gli adulti non vaccinati e che se colpisce un over 60 con altre patologie diventa molto seria. Come lo è la pertosse per i bambini piccoli". Così all'Adnkronos Salute Giovanni Rezza, docente straordinario di Igiene all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sull'allarme lanciato dal Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc), in occasione della Settimana europea dell'immunizzazione, sul boom di morbillo e pertosse in Europa.

"Forse non tutti sanno - e credo neanche tanti medici - che esiste un programma di eliminazione del morbillo dell'Oms che prevede la vaccinazione gratuita. Questo - avverte Rezza - dovrebbe spingere i medici di famiglia a promuovere una migliore conoscenza delle vaccinazioni dei loro assistiti. Siamo di fronte ad un problema non solo italiano, l'Ecdc documenta proprio questo. Dobbiamo - conclude -recuperare gli adulti che non hanno fatto la dose di richiamo e diventano la fascia di popolazione più suscettibile ai focolai di morbillo che stiamo vedendo".

"E' davvero deprimente vedere i dati europei Ecdc della pertosse e del morbillo, perché vuol dire essere tornati indietro di moltissimo - dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova - Così tanti casi di morbillo e pertosse in Europa nel 2024, dopo che eravamo arrivati ad un passo da non vedere più queste malattie, è una situazione fuori dal tempo. Nel 2018-2019 eravamo davvero molto vivicini alla vittoria e all'eradicazione".

"Dobbiamo spiegare alle persone l'importanza dei vaccini, c'è stata una perdita di fiducia ma ora non stiamo lì a cercare di capire il perché ma ripartiamo come fatto negli anni '80 e '90 spiegando come i vaccini possono cambiare la nostra vita. Oggi l'anti-Hpv previene il tumore, il vaccino dell'epatite B previene una neoplasia, così come la rosolia evita le malformazione, sono questi i messaggi che vanno dati alle persone - ribadisce l'infettivologo - I numeri del morbillo cresceranno ancora, anche in Italia, perché mancando anche la copertura è evidente che torneranno focolai nel nostro Paese e in altri stati europei. Vanno sensibilizzati tutti i medici: dai quelli di famiglia a quelli del pronto soccorso affinché sappiano riconoscere le patologie e chiedere poi gli esami corretti".

Il virologo Fabrizio Pregliasco evidenzia che "è un vero peccato che le negatività sul vaccino Covid si riflettano sul vaccino del morbillo, che era già stato 'impallinato' a fine anni '90" con uno studio in cui si sosteneva un rapporto dell'iniezione trivalente con l'autismo. "A firmarlo il medico britannico Andrew Walkefield che poi ha ritrattato questo primo documento. Documento falsificato che era servito", in ogni caso, "perché poi erano stati fatti studi di approfondimento" su questo presunto legame "e non si era visto. Io credo che davvero sia necessario rilanciare questa importanza delle vaccinazioni, e nello specifico della vaccinazione anti-morbillo che si fa con un vaccino ben conosciuto da anni".

"Il morbillo è una vecchia malattia, a suo tempo veniva risolta facendo infettare i bimbi alla prima occasione", ricorda l'esperto dell'università Statale di Milano. Poi sono arrivati i vaccini a proteggere da quella che è una "malattia contagiosissima, con" un indice di trasmissibilità "R0 pari a 15-17. Solo la variante Omicron di Sars-CoV-2 l'ha superata nella sua contagiosità. Questa patologia, seppur con un basso rischio, per via dell'enorme diffusione del passato determinava guai soprattutto neurologici" in una certa quota di casi. "Oggi purtroppo c'è questa situazione di rialzo" dei contagi, "anche in Italia - sottolinea Pregliasco - conseguente a una situazione di riduzione della copertura vaccinale e della famosa immunità di gregge. In diverse nazioni c'è stato un rallentamento importante, anche in Italia si osserva un abbassamento della copertura e una ripresa della malattia, vista l'alta contagiosità legata alla trasmissione respiratoria, per via aerea". Un "peccato" per il virologo trovarsi in questa situazione, con una malattia prevenibile col vaccino. "Credo sia davvero necessario rilanciare l'importanza delle vaccinazioni", ribadisce.

Pediatri: "Morbillo e pertosse sorvegliati speciali, vaccino salva-vita"

Il morbillo e la pertosse sono anche in Italia "sorvegliati speciali per una recrudescenza dei casi". E' l'alert che arriva dalla Società italiana di pediatria (Sip), che rilancia la necessità delle vaccinazioni per "salvare vite umane attraverso l'immunizzazione". Un obiettivo condiviso con la Settimana mondiale dell'immunizzazione promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità, che si celebra dal 24 al 30 aprile. "L'appuntamento quest'anno riveste un significato speciale - sottolinea la Sip - in quanto coincide con il cinquantesimo anniversario del Programma esteso di immunizzazione, iniziativa lanciata dall'Oms nel 1974 e che rappresenta uno sforzo globale per garantire un accesso equo ai vaccini salvavita per ogni bambino, indipendentemente dalla sua posizione geografica o dallo stato socioeconomico".

All'inizio il Programma esteso di immunizzazione si concentrava sulla protezione di tutti i bambini contro 6 malattie infantili, tra cui tubercolosi, difterite, tetano, pertosse, poliomielite e morbillo. Oggi questo numero è cresciuto fino a 13 vaccini universalmente raccomandati per tutto il corso della vita e 17 aggiuntivi con raccomandazioni dipendenti dal contesto. Nel nostro Paese, ricorda la Sip citando i dati dell'Istituto superiore di sanità rilasciati ad inizio aprile, "dal primo gennaio 2024 al 31 marzo 2024 sono stati notificati 213 casi di morbillo, di cui 34 casi a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo 2024. L'88% era non vaccinato al momento del contagio. Cinquantasei casi (26,3%) hanno riportato almeno una complicanza, inclusi 23 casi di polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato". "L'incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età tra 0 e 4 anni; 11 casi avevano meno di 1 anno di età. Le alte coperture vaccinali sono l'unico strumento di difesa", ammonisce la presidente della Sip, Annamaria Staiano.

"Così come per il morbillo, in particolare dall'inizio di quest'anno stiamo assistendo ad una recrudescenza di casi di un'altra malattia infettiva prevenibile con vaccino: la pertosse - evidenzia Rocco Russo, responsabile tavolo tecnico vaccinazioni della Sip - Si tratta di una malattia infettiva che non conferisce una immunità permanente. neanche dopo una prima infezione, per cui bisogna cercare di contrastarla con alti livelli di copertura vaccinale nel corso del tempo, effettuando i dovuti richiami". Pur non essendo disponibili dati ufficiali, anche in Italia "si osserva sul campo - rileva la società scientifica - una recrudescenza di casi in linea con quanto segnalato dall'Ecdc dalla metà del 2023 in alcuni Stati come Belgio, Croazia, Danimarca, Spagna, Svezia, Norvegia, una tendenza proseguita nel corso di quest'anno con alcuni Paesi che hanno segnalato decessi correlati alla pertosse (Repubblica Ceca, Paesi Bassi)".

La Sip segnala il nodo della vaccinazione anti-Hpv negli adolescenti. "Rimangono ancora bassi e da incentivare - avvertono i pediatri - anche i dati di coperture vaccinali (ciclo completo) sia per le ragazze che per i ragazzi nei confronti del Papillomavirus umano (Hpv), virus trasmissibile per via sessuale responsabile di infezioni che possono anche portare allo sviluppo delle specifiche tipologie di tumori correlati, anche se si riscontra negli ultimi dati disponibili, relativi al 2022, un lievissimo miglioramento rispetto all'anno precedente, con valori che si avvicinano a quelli riscontrati nel periodo pre-pandemico".

"La copertura vaccinale per Hpv (ciclo completo) nelle ragazze nella coorte più giovane (2010), che compivano 12 anni nell'anno di rilevazione, è al 38,78% - riporta la Sip - mentre quello della coorte 2009 (compimento 13 anni nell'anno di rilevazione) è al 56,18%. Ben al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale (95% nel 12esimo anno di vita), con nessuna Regione o Provincia autonoma in grado di raggiungere l'obiettivo".

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