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Assalto alla Mondialpol di Sassari con armi da guerra, è caccia ai banditi:

La dinamica da guerra dell'attacco, il bottino e la composizione del commando: a che punto sono le indagini

L'assalto alla Mondialpol (Fotogramma)
L'assalto alla Mondialpol (Fotogramma)
29 giugno 2024 | 18.16
LETTURA: 3 minuti

Assalto al caveau della Mondialpol di Sassari, è caccia ai malviventi in tutta la Sardegna. “Abbiamo messo in campo una vera task force - spiega all'Adnkronos il dirigente della Squadra mobile di Sassari, Michele Mecca -. Tutte le Questure dell'isola sono mobilitate, ma c'è il coordinamento da Roma del Servizio centrale operativo da Roma e sta operando anche la Sisco di Cagliari”.

Tutti hanno visto le immagini dell'auto dei carabinieri, crivellate dei colpi, ma i banditi non fanno distinzioni di forze armate. “Da una parte hanno sparato contro nostre auto e dall'altra contro quelle dei carabinieri - rivela Mecca -. Sempre con armi da guerra, che hanno messo a rischio la vita degli operatori intervenuti”.

Mondialpol: "Caveau non espugnato"

Nell'attacco di ieri sera alla sede Vedetta 2 Mondialpol alla periferia di Sassari il commando è riuscito a impossessarsi solo di una parte del denaro contante presente in sede, e non del contenuto del caveau, il locale blindato, che costituisce il cuore dell’edificio, che non è stato espugnato. Lo precisa in una nota la stessa Mondialpol spiegando che "l’azione criminale è stata contenuta grazie alla prontezza del nostro personale che, anche sotto la pressione del fuoco nemico e della guerriglia, è riuscito a mettere in atto le procedure di emergenza appositamente progettate per fronteggiare situazioni straordinarie". "I nostri sistemi di sicurezza hanno complessivamente retto alla violenza dell’attacco. Le prossime ore - si legge - saranno fondamentali per ricostruire esattamente cosa è successo, stiamo collaborando con le autorità per fornire tutto il supporto possibile alle indagini".

La dinamica dell'assalto

"Un commando di almeno dieci banditi, armati di kalashnikov, con tecniche e movimenti tipicamente militari, ha fatto irruzione nel caveau, sfondando le pareti dell'edificio con un escavatore e terrorizzando le guardie giurate" ha detto il segretario generale del Sim Carabinieri, Antonio Serpi, esprimendo "profonda preoccupazione". "La fuga è stata orchestrata con precisione, ostacolando le forze dell'ordine con chiodi disseminati per le vie limitrofe e incendiando auto. Non possiamo ignorare, inoltre, il fatto che sono stati sparati colpi d'arma da fuoco contro un'auto dei carabinieri, mettendo a rischio la vita dei nostri colleghi''.

''Questo episodio, il terzo che colpisce lo stesso caveau, dopo i fatti del 2016 e del 2018, sottolinea un preoccupante aumento della criminalità - aggiunge Serpi -. Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi coinvolti e ci uniamo al coro di richieste per una rivisitazione delle dotazioni di armamento e dei mezzi a disposizione delle forze dell'ordine, non più idonee in determinati contesti ambientali. Chiediamo con urgenza al ministero dell'Interno e alle autorità competenti di prendere atto della situazione e di implementare misure efficaci per garantire la sicurezza dei cittadini e degli operatori delle forze dell'ordine. Non possiamo permettere che episodi simili continuino a verificarsi senza una risposta adeguata''. ''Nell’esprimere vicinanza ai colleghi coinvolti e a tutte le forze di polizia che si trovano a operare in quei contesti difficili, dove solo l’abnegazione ci porta a continuare ad andare avanti per il bene del cittadino, nonostante una politica sorda alle richieste dei carabinieri, è imperativo agire prima che succeda l'irreparabile - conclude -. La sicurezza dei cittadini e dei nostri colleghi deve essere una priorità assoluta".

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