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Migranti, Leoluca Orlando: "Da Governo comportamenti disumani"

"Monopolizzato dall'ossessione salviniana criminalizza le ong e non rispetta convenzioni e normative vigenti". Lo sbarco selettivo a Catania? "Avrei manifestato tutta la mia opposizione"

Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo
Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo
08 novembre 2022 | 19.13
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"Siamo passati dall'orgoglio dell'operazione 'Mare nostrum', che salvava vite umane piuttosto che inseguire logiche securitarie, al rifiuto del nostro Paese di compiere gesti non tanto di umanità, ma di rispetto delle convenzioni e delle normative vigenti". A dirlo all'Adnkronos è Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo da sempre in prima linea sul fronte dell'accoglienza, nelle ore in cui al porto di Catania prosegue il braccio di ferro tra il Viminale e due ong, l'Humanity1 e la Geo Barents. "Questo Governo, monopolizzato dalla ossessione salviniana, vuole criminalizzare le ong. Hanno dato uno schiaffo a tutti gli italiani, alla cultura umanitaria e alla tradizione della accoglienza", taglia corto l'ex primo cittadino, che nel maggio del 2021 scrisse un'accorata lettera alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e allora presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, per chiedere di istituire un servizio civile europeo, Recs (Rescue European Civil Service), per salvare le vite dei migranti in mare.

A Catania dopo lo 'sbarco selettivo' a una parte dei naufraghi soccorsi nel Mediterraneo centrale non è stato concesso di scendere a terra. "Se fosse avvenuto a Palermo quando ero sindaco avrei manifestato tutta la mia opposizione possibile", dice adesso Orlando che da primo cittadino del capoluogo siciliano ha conferito la cittadinanza onoraria all'equipaggio della Sea Eye, a Sea Watch, Medici senza frontiere, Sos Mediterranee e alla Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans. "Questo governo non ha il coraggio di cambiare le leggi, modifiche che sicuramente la Corte costituzionale e le Istituzioni europee boccerebbero - avverte -. Allora tiene comportamenti disumani e illegittimi, affidandosi a provvedimenti amministrativi che pretendono di invocare lo spirito delle normative vigenti non, come sarebbe normale per scegliere tra più possibili interpretazioni, ma per violarle".

La conseguenza di un simile comportamento? "In questo modo si produce un indebolimento degli stessi valori costituzionali, che rischia di trasformare il nostro Paese nel contesto internazionale in uno 'Stato canaglia' esattamente come la Libia, le cui cosiddette autorità sono foraggiate per mantenere veri e propri lager a cielo aperto". L'Ocean Viking con 234 naufraghi a bordo, soccorsi tra il 22 e 26 ottobre in sei diverse operazioni nel Mediterraneo centrale, dopo uno stallo durato giorni ha chiesto un porto sicuro alla Francia. L'arrivo nelle acque internazionali vicine alla Corsica è previsto per giovedì. Una decisione arrivata dopo oltre 30 richieste inoltrate a tutti i Centri di coordinamento del soccorso marittimo (Rcc) competenti. Sul ponte della nave ad attendere di poter sbarcare restano anche 14 donne e 57 minori: 43 hanno affrontato la traversata nel Mediterraneo a bordo di barchini insicuri e sovraccarici da soli. Il naufrago più giovane ha appena 3 anni. Alcuni di loro attendono ormai da 18 giorni.

"Esprimo tutto il mio apprezzamento al sindaco di Marsiglia che ha aperto il porto della città", dice adesso Orlando, che a distanza replica a chi, come il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, scrive sui social: 'L'aria è cambiata'. Eco di quel 'la pacchia è finita' che per tutta la campagna elettorale è stato invocato come un cambio di passo in tema di gestione dei flussi migratori. "Ritengo un insopportabile insulto alle sofferenze dei migranti la volgare espressione 'la pacchia è finita'. Quale pacchia? Quella dei morti in mare nel Mediterraneo o di chi viene torturato in Libia?", conclude Orlando. (di Rossana Lo Castro)

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