Il capomafia avrebbe dovuto prendere parte al processo sulla mafia agrigentina. A Palermo l'interrogatorio di garanzia per il geometra che gli ha prestato l'identità
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, questa mattina, ha rinunciato a comparire all'udienza preliminare del procedimento che vede alla sbarra i boss della mafia agrigentina, insieme con l'avvocata Angela Porcello. La sua posizione nelle scorse udienze era stata stralciata in quanto latitante, ma oggi quando è stato chiamato all'appello, ha fatto sapere dal carcere dell'Aquila di rinunciare all'udienza.
Intanto Andrea Bonafede, il geometra incensurato arrestato con l'accusa è di associazione mafiosa per avere prestato la sua identità a Messina Denaro, oggi è rimasto in silenzio durante l'interrogatorio di garanzia al carcere Pagliarelli di Palermo davanti al Gip Alfredo Montalto. Bonafede si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Per il gip, che ha accolto la richiesta di misura cautelare del procuratore Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Paolo Guido e del pm Piero Padova, Bonafede sarebbe un uomo d’onore riservato, un uomo, cioè, estraneo al giro stretto del boss utile proprio per allontanare i sospetti degli investigatori. Secondo gli inquirenti, Bonafede avrebbe ceduto al capomafia il proprio documento di identità affinché potesse metterci la sua fotografia. Il documento è stato utilizzato da Messina Denaro per accedere sotto falso nome alle cure del servizio sanitario nazionale almeno a partire dal 13 novembre 2020, quando fu operato all’ospedale di Mazara del Vallo.